NewsPrimo pianoSport

Acerbi assolto dal giudice sportivo anche se ha offeso Juan Jesus

Gerardo Mastrandrea afferma in sentenza che l'interista ha riconosciuto di avere offeso l'azzuro ma non ci sono prove per affermare che fosse razzismo

Il giudice sportivo della Serie A ha assolto per insufficienza di prove il centrale dell’Inter Francesco Acerbi dalle accuse del giocatore del Napoli Juan Jesus di avergli rivolto insulti razzisti. Acerbi rischiava fino a 10 giornate di squalifica: non ne farà neppure una. Per il giudice Gerardo Mastrandrea, “non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata”.

La scelta è motivata dal fatto che, sebbene Acerbi non abbia “disconosciuto” l’offesa che ha effettivamente rivolto a Juan Jesus, il suo “contenuto discriminatorio risulta essere stato percepito dal solo calciatore offeso. Senza dunque il supporto “di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale“. Sul caso le indagini si erano concluse il 22 marzo.

Acerbi Jesus offese razziste
Francesco Acerbi e Juan Jesus. Foto Ansa/ Claudio Giovannini

Acerbi e Juan Jesus, chi ha ragione?

La procura della Figc ha svolto il suo lavoro, con la decisione finale che è passata al giudice sportivo che doveva decidere se sanzionare Acerbi. Secondo Juan Jesus, domenica scorsa 17 marzo Francesco Acerbi lo avrebbe offeso. Dopo uno scontro di gioco gli avrebbe detto: “Vai via nero, sei solo un negro“. Il giocatore del Napoli ha protestato con l’arbitro ma la cosa sembrava poi essersi chiarita fra i due calciatori a fine partita. Dato che lo stesso Acerbi si era scusato. Sennonché Acerbi, nel frattempo rimandato a casa dal ritiro della Nazionale per la tournée negli Stati Uniti, ha poi reso pubbliche dichiarazioni e ha asserito di non aver mai profferito frasi razziste contro Juan Jesus.

A quel punto il giocatore dl Napoli ha ribadito con un post su Instagram di aver ricevuto pesanti insulti razzisti, in sostanza accusando Acerbi di aver mentito in pubblico. A fronte di tutto questo era stato chiesto al procuratore Giuseppe Chiné un supplemento di indagine. Dopo aver acquisito tutti gli atti, compresi il referto dell’arbitro La Penna, le comunicazioni radio arbitro-Var e anche quelle utili a una prova tv, è stata la volta delle audizioni.

Inter Napoli Acerbi Juan Jesus
Francesco Acerbi assoluto per mancanza di prove. Foto X @zHenjo99

L’assoluzione piena lascia dubbi

Il difensore nerazzurro aveva ribadito la sua posizione già espressa pubblicamente, ovvero quella di non aver pronunciato alcun insulto razzista e di esser stato frainteso dal collega del Napoli. Acerbi con alcuni avrebbe sostenuto di aver detto “ti faccio nero“, mentre in questi giorni su Instagram Jesus ha scritto, a più riprese, di aver sentito il nerazzurro dirgli “vai via nero, sei solo un negro“. Una versione che Juan Jesus ha raccontato nella sua deposizione con il procuratore Chiné.

Come scrive Sky Sport, se il giudice Gerardo Mastrandrea avesse ritenuto di avere elementi per dimostrare la violazione dell’articolo 28 del codice di giustizia sportiva, Acerbi avrebbe rischiato. Ossia un minimo di 10 giornate di squalifica. Significava la fine della stagione e forse della carriera di Acerbi, che ha già 36 anni. In caso contrario, il giocatore dell’Inter avrebbe comunque potuto essere considerato responsabile di condotta gravemente antisportiva. E il giudice avrebbe potuto comminargli una conseguente squalifica minima di 2 giornate. Invece per lui non è arrivato alcun provvedimento disciplinare. Gli è andata di lusso, se così si può dire. Ma è chiaro che la vicenda avrà strascichi pesanti in campo e fuori dal campo. E che l’immagine del calcio italiano nel mondo esce ancora una volta compromessa, dopo il recente caso che ha visto vittima di razzismo il portiere del Milan, Maignan.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio