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Baltimora, crolla il ponte Francis Scott Kay [FOTO e VIDEO]

Un mercantile ha urtato un pilone e la struttura è colata a picco in pochi secondi. Diversi veicoli in acqua, almeno 20 i dispersi

Una tragedia senza precedenti è avvenuta a Baltimora, nel Maryland (Usa), il 26 marzo. Il ponte Francis Scott Key è crollato nella notte in seguito all’urto con una nave cargo battente bandiera di Singapore. Sono almeno 7 i veicoli, incluso un camion, precipitati in acqua, mentre si contano almeno 20 persone disperse. Al mattino 2 di esse erano state tratte in salvo: una è in condizioni gravi. L’urto è avvenuto intorno all’1:30 di notte (le 6:30 del 26 marzo in Italia).

Oltre ai passeggeri dei veicoli in transito, sul ponte c’erano una ventina di operai al lavoro. Tutti i membri dell’equipaggio del mercantile Dali che ha provocato il crollo del ponte Francis Scott Key di Baltimora sono rimasti illesi. Lo ha reso noto la società armatoriale. A bordo della nave c’erano due comandanti. La causa della collisione deve essere ancora determinata. Gli armatori del cargo stanno collaborando con le autorità. Tutte le strade dirette a Baltimora sono state chiuse. Chiusa anche la I-695 che immetteva traffico sul ponte per far superare agli automobilisti il porto ed evitare il centro città.

Ponte Baltimora crollo Maryland
Foto X @RebeccaWeitzel1

Baltimora sotto shock

Il capo dei vigili del fuoco di Baltimora, James Wallace, ha reso noto in mattinata che due persone sono state tratte in salvo dall’acqua. “Un individuo ha rifiutato il servizio e ha rifiutato il trasporto: non è rimasto ferito” affermato. “Tuttavia c’era un’altra persona trasportata in un centro traumatologico locale: è in condizioni molto gravi“.

Il mercantile Dali aveva lasciato intorno all’una di notte il porto di Baltimora in direzione Colombo nello Sri Lanka secondo la piattaforma di traffico marittimo MarineTraffic. Ha urtato un pilone del ponte Francis Scott Key circa 30 minuti più tardi facendolo crollare in meno di 20 secondi. Una larga chiazza di carburante diesel è stata segnalata nel fiume di Baltimora. Il governatore del Maryland, Wes Moore, ha dichiarato lo stato di emergenza. “Abbiamo messo in piedi un team composto di varie agenzie per far arrivare rapidamente risorse federali fornite dall’amministrazione Biden, mentre continuiamo a restare in contatto con chi provvede ai soccorsi e a valutare e rispondere a questa tragedia“, ha detto Moore.

La ricerca dei dispersi

Il portavoce dei vigili del fuoco di Baltimora, Kevin Cartwright, ha dichiarato al mattino del 26 marzo che è ancora presto per confermare il numero delle vittime, ma ha descritto il crollo del ponte Francis Scott Key definendolo della categoria “evento di perdite di massa”. Cartright ha affermato che in questo momento le sue forze si stanno concentrando a salvare chi si trova in acqua. L’acqua nel porto di Baltimora ha una temperatura di 9 gradi centigradi di giorno, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration. Significa che c’è il rischio di ipotermia per chi è caduto in acqua ed è sopravvissuto.

Il ponte aperto nel 1977

Il ponte Francis Scott Key è stato aperto nel 1977. All’epoca dell’inaugurazione il New York Times scrisse che “avrebbe fornito agli automobilisti in viaggio lungo la East Coast degli Usa un’alternativa attraente” rispetto al Baltimore Harbor Tunnel perennemente intassato dal traffico. La struttura costò all’epoca 141 milioni di dollari, l’equivalente di 735 milioni di dollari di oggi. Ha una lunghezza di 2.632 metri. Il transito è in media di 11 milioni di veicoli all’anno. Si tratta di una delle vie autorizzate per trasportare merci pericolose attraverso il porto di Baltimora che non possono attraversare i due tunnel intitolati al Baltimore Harbor e Fort McHenry. L’arco centrale contro cui ha urtato il cargo Dali ha una apertura di 366 metri, il terzo per lunghezza al mondo.

Ponte Baltimora crollo Usa
Il Francis Scott Key Bridge prima del crollo.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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