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Ma il latte vaccino fa male o bene? Sfatiamo i miti

La verità chiarita anche dalla scienza

Sul latte vaccino sono circolate tante voci negli anni e adesso non resta che chiedersi se questo alimento faccia davvero male o bene. Pur premettendo l’impossibilità di una risposta netta e univoca, proviamo a fare chiarezza.

Bere latte vaccino in età adulta è innaturale, perché siamo gli unici mammiferi che continuano a bere latte dopo lo svezzamento“, questa sicuramente è una frase che in tanti si saranno sentiti ripetere, o che avranno ripetuto a loro volta. Proviamo fare chiarezza, allora, sui reali effetti di questo alimento, a tratti demonizzato a tratti esaltato. Presente nelle tavole (almeno italiane) come alimento base e ‘fondamentale’, attorno al latte si sono sviluppate due scuole di pensiero: chi sostiene tutte le proprietà benefiche e nutrienti a basso costo e chi evidenzia tutte le proprietà negative (persino allarmando l’insorgere di malattie).

Latte vaccino
Latte vaccino – VelvetMag

Il latte aumenta l’insorgere di tumori?

Interessante osservare che esistono dei buoni motivi per consumare il latte e altri per porre delle obiezioni. Ovviamente in caso di intolleranze o scelte etiche (diete vegane o vegetariane), non si può obiettare. Il problema si pone quando si adducono motivazioni scientifiche che potrebbero risultare pressoché errate. E a tal proposito, innanzitutto è bene precisare che, attualmente, l’Associazione Italiana di Ricerca sul Cancro ha dato il via libera al consumo del latte, escludendo la possibilità che questo alimento possa comportare l’insorge di tumori. Come si legge sul sito ufficiale dell’AIRC in un articolo del 2020: “I dati oggi disponibili non permettono di giungere a tale conclusione e, contro alcuni tumori, latte e latticini possono avere addirittura un effetto protettivo“.

Rispetto all’asserzione: “Bere il latte da adulti è innaturale“, tuttavia, è utile precisare che l’organismo umano è programmato per consumare latte materno nelle prime fasi della vita, grazie alla presenza di un enzima (la lattasi), che permette di digerire il lattosio dividendolo in galattosio e glucosio. Crescendo, la quantità di lattasi nell’organismo può diminuire e persino scomparire completamente intorno ai 5 anni. Per questo motivo molte persone presentano difficoltà a digerire il latte e in alcuni casi soffrire di una vera e propria intolleranza. Tuttavia, in 9 persone su 10, in popolazioni come la Scandinavia che dipendono dal consumo di latte e derivati, la lattasi persiste anche in età adulta per consentire all’organismo di consumare questo alimento contenente Vitamina D. Si tratta di un fenomeno evolutivo che si adatta anche alle condizioni di vita.

Benefici e possibili rischi

Il latte è composto per il 90% di acqua, per il resto si trovano proteine, zuccheri (lattosio) e grassi in percentuali diverse a seconda dell’origine del latte. Nel caso del latte vaccino, il più consumato dagli esseri umani dopo quello materno, le proteine sono 3,2 %, gli zuccheri 5% e i grassi 4%. Le proteine del latte contengono gli amminoacidi che difendono dai microorganismi esterni e facilitano l’assorbimento dei nutrienti. In alcuni casi contribuiscono anche alla crescita e al rafforzamento del sistema immunitario. Inoltre, questo alimento contiene anche minerali e vitamine. Fatte queste doverose premesse è bene precisare che alcune delle molecole contenute in latte e derivati, in determinate situazioni o in dosi superiori rispetto a quanto raccomandato, possono essere dannose per la salute.

Latte
Latte a breve conservazione – VelvetMag

Si parla principalmente di grassi saturi e colesterolo, oppure alcuni fattori che stimolano la crescita delle cellule, il più noto è IGF1. Nonostante questo, per i soggetti che non soffrono di particolari intolleranze o altri disturbi, in Italia la quantità di latte quotidiano indicata dalle Linee Guida è di 2-3 porzioni da 125 g ciascuna. Infine, è bene precisare che il latte crudo (ovvero quello appena munto) refrigerato a 4 gradi e non risanato con la pastorizzazione, ha un’alta probabilità di proliferazione batterica. Nonostante tutte le cautele, infatti, è impossible escludere nel latte crudo la presenza di germi. E a tal proposito, in Italia, vige l’obbligo di consumarlo dopo la bollitura. In definitiva, come anticipato in apertura, è impossible dare una risposta netta, ma il consiglio è quello di non lasciarsi mai fuorviare dalle dicerie.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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