Lolloflow si racconta: “Il mio sogno è cantare negli stadi”
L'artista ha recentemente pubblicato il suo primo EP "Dejavu"
Dopo il successo dei brani che hanno fatto da colonna sonora alle ultime stagioni di Mare Fuori, Lolloflow ha debuttato finalmente con il suo nuovo EP. Un progetto che segna inevitabilmente l’inizio di un nuovo percorso della sua carriera, continuando sempre a dividersi tra i due ruoli di producer e cantante.
La carriera di Lolloflow prosegue con inaspettate svolte artistiche. Il cantante e producer ha recentemente pubblicato il suo primo EP. Dopo essere stato sempre attivo nella produzione, questa volta ha avuto l’occasione per raccontare qualcosa di più sul suo trascorso attraverso i testi, lasciando comunque spazio alla sua creatività di artista.
Dejavu è stato senza dubbio l’inizio di qualcosa di nuovo per Lolloflow, che ha scoperto la sua passione per la musica in maniera del tutto casuale alla sola età di 12 anni. Ma dopo il primo incontro, non se n’è mai separato. Dopo il successo delle canzoni che hanno fatto parte della colonna sonora di Mare Fuori, l’artista prosegue il suo percorso adesso nella duplice veste di producer e cantante. E mentre sogna i prossimi appuntamenti dal vivo e inizia a preparare i progetti futuri, noi di VelvetMAG lo abbiamo voluto incontrare. Tra ambizioni future e aneddoti curiosi, Lolloflow – nella quotidianità semplicemente Lorenzo – ha abbassato ogni maschera e si è raccontato apertamente.
Intervista esclusiva di Lolloflow a VelvetMAG
Quando e come nasce ufficialmente Lolloflow? E perché questo nome?
Il mio primo incontro con la musica c’è stato nel 2012. Mi sono approcciato abbastanza casualmente a un pianoforte, o meglio una tastiera, che mi avevano regalato i miei genitori. Non avevo mai suonato prima d’ora. Anzi, se devo dirla tutta io faccio parte di una famiglia di ballerini, infatti, anche io sono un ballerino. Un giorno mi sono avvicinato a questa tastiera e ho scoperto un talento. Ho iniziato a studiare e imparare da solo canzoni di Mozart, Beethoven, Chopin, Bach. Così, ho iniziato ad andare anche a lezione e ho iniziato ad approfondire quello che oggi è diventato il mio lavoro. Il nome Lolloflow, invece, nasce da una session con dei miei amici con cui facevo musica all’epoca. Uno di loro mi chiamò scherzosamente Lolloflow e il nome mi piacque così tanto che decisi di tenerlo.
La tua carriera ha sicuramente subito una svolta quando c’è stato l’incontro con Matteo Paolillo. Raccontaci come é andata.
Lo conosco da tanti anni, precisamente sette. Ci siamo conosciuti al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Lui aveva indirizzo attoriale, io fonia. Abbiamo iniziato a fare musica quasi per scherzare, un po’ come uno sfogo dopo le lezioni scolastiche, fino a che la cosa è diventata seria. Siamo arrivati in maniera abbastanza casuale ad approcciarci al set di Mare Fuori e abbiamo creato quella che è ‘O Mar For, e poi c’è stato tutto quello che c’è stato.
I brani che hai prodotto, infatti, hanno fatto da colonna sonora alle nuove stagioni di Mare Fuori e sei entrato nel mondo della serie tv. Svelaci il tuo personaggio preferito e il motivo.
Il mio personaggio preferito è Pino o’ Pazzo (ride, n.d.r.). Mi ha colpito sia per la sua credibilità nel recitare, sia per la storia che c’è dietro il suo personaggio. Lui si finge cattivo e forte, ma dentro di sé coltiva una sensibilità e un’emotività non indifferenti. Quindi, ho legato particolarmente con il personaggio di Pino. Quando infatti ho avuto modo di incontrare Artem gliene ho anche parlato. Certamente, mi ha colpito più di tutti.
Momento spoiler, se ce lo concedi: curerai anche qualche brano della quinta stagione?
Ancora è molto presto in realtà. Sicuramente, c’è in produzione la quinta e sesta stagione, ma non so ancora a che punto sono con la sceneggiatura. È ancora un po’ troppo presto per poter dare una risposta.
Solo qualche giorno fa é uscito il tuo primo EP. Tra producer e cantante: quale ruolo preferisci e perché?
Diciamo che non sono una persona che ha preferenze in generale nella vita. Cerco sempre di vedere la sfumatura e l’utilità in qualsiasi qualcosa e cosa differenzia una cosa dall’altra. Io sono un producer e un artista, di conseguenza cerco di trarre il meglio da entrambi i ruoli. Non ho preferenze tra le due figure. Certamente, a livello artistico tra i due ruoli, quello del cantante mi dà di più sul livello artistico e umano. Invece, il ruolo di producer invece mi dà più a livello esecutivo, nella mia funzione di compositore riesce a darmi grandi soddisfazioni. Sono due ruoli diversi, ma non ho una preferenza maggiore tra i due.
Il tema che fa da file rouge ai nuovi inediti é quello dell’errore umano e dimostrare che tutti possono sbagliare. Se potessi tornare indietro, c’è uno sbaglio in particolare che non rifaresti?
No, perché ritengo di essere stato cresciuto in maniera abbastanza “severa” su questa questione. Gli errori sono estremamente necessari e fondamentali per la crescita a la vita in generale. Non mi hanno mai educato nel vedere l’errore come una cosa negativa, perché in realtà sbagliare è tra le cose più “benefiche” che possono accadere. Io cerco sempre di vedere il lato positivo di ogni cosa, quindi se si chiude una porta si apre un portone. Guardo l’errore come un’occasione, per migliorarsi e per cambiare, essere una persona migliore. E poi fare in modo che non riaccada, perché se è accaduto qualcosa non è filato liscio.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Tra album e collaborazioni: che sorpresa farai ai fan?
Per il futuro prossimo sto cercando di strutturare dei discorsi per i live, perché mi piacerebbe approcciarmi alla dimensione dei live. D’altronde, noi artisti facciamo musica in studio per arrivare ai live in maniera da poter far apprezzare la nostra musica in toto. Sto cercando anche di aprirmi a nuove collaborazioni con altri artisti, che al momento non posso citare. Insomma, sto strutturando un po’ di progetti non troppo lontani.
Ci sarà occasione per ascoltare i nuovi brani di Lolloflow dal vivo?
Si, mi piacerebbe strutturare anche delle versioni più acustiche di alcuni brani, quindi non escludo assolutamente versione live o acustiche.
C’è un brano che ti ha colpito di più rispetto gli altri tra gli ultimi inediti pubblicati?
Il brano che mi ha colpito di più forse è stato Dejavu. A livello di produzione, forse, è tra i più semplici, ma anche tra i più immediati. Mette in luce un’umanità e un approccio personale ed emotivo che non trovo nelle altre canzoni, o non c’è quanto in Dejavu. Quindi, è sicuramente la canzone che più mi colpisce nell’EP.
Sei giovane, ma come ti vedi tra qualche anno? Quali sono le tue ambizioni?
La mia ambizione è cantare negli stadi. Ho strutturato l’EP in modo che fosse perfetto anche per i teatri. Infatti, anche il videoclip che ho fatto è girato all’interno del teatro. Penso che la mia musica si sposi perfettamente con i teatri e gli stadi. Il mio sogno, infatti, è quello di cantare negli stadi, o comunque riuscire ad arrivarci.