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Mattarella nel giorno dell’Unità: “Fermare la guerra in Ucraina e in Medio Oriente”

Il messaggio del presidente per il 17 marzo, Giornata dell'Unità Nazionale

Domenica 17 marzo si celebra Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera e Sergio Mattarella ha espresso il suo messaggio agli italiani. “Le Istituzioni sono chiamate, per prime, a dare esempio di collaborazione e responsabilità. Di unione nel servizio al bene comune” ha detto il capo dello Stato. La Giornata, ha sottolineato, “riassume i valori di indipendenza, sovranità popolare, libertà, giustizia, pace, coniugati in oltre un secolo e mezzo di percorso impervio e difficile e mirabilmente riassunti nella Costituzione repubblicana. Più vero sarà l’ideale della nostra unità, più ricco di opportunità sarà l’avvenire del popolo italiano”.

Il messaggio di Mattarella ha toccato vari temi. “Il 17 marzo – ha ricordato il Presidente della Repubblica – celebriamo il 163° anniversario di nascita del nostro Paese. Al quale le battaglie che vi fecero seguito in tutto l’arco del Risorgimento avrebbero consentito di essere finalmente unito. Generazioni generose furono protagoniste del nostro essere Italia, sino a quelle che, senza esitazioni, seppero scegliere la causa della Liberazione nella Seconda Guerra Mondiale. E, oggi, Costituzione, Inno degli Italiani e Tricolore simboleggiano la Repubblica Italiana“.

Mattarella Unità Nazionale
Foto Ansa/Massimo Percossi

Fermare la guerra

I venti di indipendenza e libertà che attraversarono l’Europa nei secoli scorsi, con le domande di democrazia e giustizia sociale che le hanno accompagnate, hanno trovato nel percorso della integrazione europea la cornice di garanzia. Oggi – ha sottolineato Mattarellasiamo di fronte a sfide non dissimili da quelle che vennero affrontate allora. La crescente e terribile situazione di instabilità caratterizzata da aggressioni sempre più sanguinarie, in Ucraina come in Medio Oriente, minacciano di coinvolgere tutta la comunità internazionale. Queste guerre vanno fermate. Affinché si ripristini il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, a garanzia della vita di ogni popolo“.

Il presidente della Repubblica ha deposto il 17 marzo una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria a Roma. Ha passato in rassegna i reparti delle forze armate schierati e ha ascoltato l’inno nazionale accanto al presidente del Senato Ignazio La Russa, a quello della Camera Lorenzo Fontana, alla premier Giorgia Meloni e al presidente della corte costituzionale Augusto Barbera. Infine Mattarella si è fermato in silenzio e in raccoglimento di fronte al monumento al Milite Ignoto.

Mattarella Ferentino don Morosini
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Ferentino. Foto Ansa/Quirinale

Mattarella, i giovani e la Costituzione

Nei giorni scorsi Sergio Mattarella aveva incontrato una delegazione di creators digitali. “La Costituzione è estremamente giovane – ha detto loro il Presidente – fu fatta con tanta saggezza che si adatta anche al corso dei decenni. Ci sono norme che hanno una elasticità e una duttilità”. “La Costituzione è materia per giovani non per vecchi“, ha quindi aggiunto il Capo dello Stato che ha rivelato il suo articolo preferito: “È il primo perché apre la Costituzione, è riassuntivo e contiene 5 elementi: Una, Repubblica, democrazia, lavoro e sovranità popolare“.

Nel corso della conversazione al Quirinale con i creator digitali, il presidente della Repubblica ha spiegato il perché della sua scelta: “La Repubblica italiana è una, non è solo un articolo, vuol dire che non è una somma, né una federazione di Repubbliche. Poi è democratica, come spiegarono i costituenti vuol dire che l’Italia è una Repubblica caratterizzata da libertà e uguaglianza, democrazia quindi non solo sotto l’aspetto formale e organizzativo ma sociale ed economico. Poi c’è il ‘fondata sul lavoro‘. Le ragioni di chi propose questa formulazione indicano e richiedono un impegno comune, una solidarietà, che è ‘fondata sul lavoro non sul privilegio e non sul lavoro altrui’, una definizione efficacissima“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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