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Ancelotti rischia quasi 5 anni di carcere in Spagna

L'accusa è di frode fiscale. Già nel 2021 il Fisco iberico gli aveva chiesto 1,4 milioni di euro di tasse non pagate

La Procura provinciale di Madrid ha chiesto al tribunale della capitale spagnola una dura condanna penale per Carlo Ancelotti. Ovvero 4 anni e 9 mesi di reclusione per frode fiscale. Il tecnico, ex Juventus e Milan, non avrebbe versato all’Erario un importo di 1.062.079 euro negli anni 2014 e 2015. Omissioni nelle dichiarazioni dei redditi, dunque. Denari occultati, secondo i pm spagnoli, che provenivano dallo sfruttamento dei propri diritti di immagine e che Ancelotti avrebbe trasferito ad altri enti.

Nelle carte con cui chiedono la condanna, i pm affermano che “per evitare la tassazione dei proventi derivanti dai diritti d’immagine“, sia quelli percepiti dal Real Madrid che da altri marchi in occasione di vari eventi, Ancelotti avrebbe attuato alcune strategie. In particolare facendo ricorso a una retecomplessa” e “confusa” di trust e società depositate. L’allenatore avrebbe “simulato” la cessione dei suoi diritti di immagine a enti “privi di reale attività” e capacità di sfruttamento, domiciliati fuori dalla Spagna. In questo modo “perseguendo l’opacità di fronte all’Erario spagnolo. E l’occultamento del reale beneficiario dei proventi dei diritti d’immagine. In modo che né lui né alcuna di dette società debbano pagare tasse sulle ingenti somme ricevute in Spagna o fuori dal nostro paese“.

Ancelotti fisco spagnolo rischia il carcere
Foto Ansa/Epa Sergio Perez

Le accuse contro Ancelotti

La Procura di Madrid sostiene che Ancelotti, avrebbe firmato il 4 luglio 2013 un contratto di lavoro come allenatore del Real Madrid per il periodo compreso tra luglio 2013 e il 30 giugno 2016. “Precisando nella retribuzione per tale periodo, oltre alla prestazione lavorativa, anche i proventi derivanti dalla cessione dei diritti di immagine al club“.

Si precisa, inoltre, che dal luglio 2013 il tecnico italiano avrebbe iniziato a lavorare e risiedere in Spagna, stabilendo come domicilio e residenza abituale un immobile situato nella capitale spagnola. Nel maggio del 2015, poi, l’allenatore emiliano interruppe la sua relazione professionale con i Blancos, ma continuò a risiedere in Spagna. Quindi nel corso dello stesso anno “la Spagna fu il suo principale centro di relazioni personali e di interessi economici“.

Carlo Ancelotti allenatore Real Madrid Spagna
Foto Ansa/Epa Ballestreros

Re Carlo e il fisco, una storia vecchia

In realtà Carlo Ancelotti ha affermato di essere residente in Spagna a fini fiscali. E anche che il suo domicilio era a Madrid. Tuttavia avrebbe omesso di eseguire la prestazione corrispondente allo sfruttamento dei suoi diritti di immagine che aveva ceduto ad altri enti. Enti che secondo la magistratura spagnola erano in pratica fittizi, ovvero fatti per mascherare il vero beneficiario. Già nel 2021 l’Agenzia delle Entrate spagnola chiese ad Ancelotti di recuperare la cifra di 1,4 milioni di euro di tasse non pagate.

Cosa che l’allenatore fece. All’epoca ‘Re Carlo’ era appena tornato sulla panchina del Real Madrid dopo le esperienze con Bayern Monaco, Napoli ed Everton. Il suo nome era comparso nella blacklist dei contribuenti con più di 1 milione di euro di pendenze con il Tesoro spagnolo. Ancellotti ha ricevuto la notizia dell’ultima richiesta della Fiscalia, che paventa per lui il carcere, mentre si concentrava sulla partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro l’RB Lipsia. Il Real aveva vinto 1-0 all’andata. Da quello che filtra dall’entourage di Ancelotti, l’allenatore sarebbe fiducioso di poter dimostrare la propria innocenza.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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