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Attacchi e stupri di Hamas, Israele ritira l’ambasciatore dall’ONU

Tel Aviv punta il dito contro le Nazioni Unite che non avrebbero denunciato tutto l'orrore del pogrom nazista del 7 ottobre 2023

Israele ha richiamato in patria il suo ambasciatore all’ONU in seguito a quello che ha denunciato essere il “silenzio” dell’organizzazione sulle violenze sessuali che i miliziani palestinesi di Hamas hanno commesso il 7 ottobre 2023. Ossia quando hanno assaltato i kibbutz e la festa in musica nel deserto, massacrando almeno 1200 persone e sequestrando oltre 200 ostaggi. “Ho ordinato al nostro ambasciatore all’ONU, Gilad Erdan, di ritornare in Israele per consultazioni immediate. In seguito al tentativo di mettere a tacere” le informazioni “sugli stupri di massa commessi da Hamas e dai suoi collaboratori il 7 ottobre”. Così su X il ministro degli Esteri, Israel Katz.

In un rapporto dell’ONU, pubblicato il 4 marzo, si può leggere che ci sono “buone ragioni per credere” che vi siano state violenze sessuali e stupri durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Per quanto riguarda gli ostaggi, la missione guidata dalla rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, Pramila Patten, ha raccolto “informazioni chiare e convincenti“. Alcuni ostaggi, cioè, sarebbero stati violentati, e “ci sono buone ragioni per credere che tali violenze siano ancora in corso“.

Ambasciatore ONU Israele
L’ambasciatore israeliano all’ONU, Gilad Erdan, mostra l’immagine di una vittima israeliana degli attacchi di Hamas. Foto Ansa/Epa Justin Lane

L’UNRWA in crisi a Gaza

Ciò nonostante Israele ha ritirato l’ambasciatore. Dopo che già, da settimane, era avvenuto lo scontro politico-diplomatico fra l’ambasciatore di Tel Aviv al Palazzo di vetro e il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Ma nelle ultime ore, a dividere Israele dall’ONU, è stata anche la deflagrazione della questione dell’United Nations Relief and Works Agency (UNRWA). Il capo dell’agenzia che assiste i rifugiati palestinesi e opera a Gaza, Philippe Lazzarini, era al Palazzo di Vetro dell’ONU, il 4 marzo, per perorare la sua causa davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La sopravvivenza della ‘spina dorsale’ degli aiuti umanitari alla martoriata popolazione della Striscia è minacciata dopo le accuse israeliane contro diversi dei suoi dipendenti.

Alcuni dei quali sono sotto accusa per aver preso parte, o collaborato, agli attacchi di Hamas del 7 ottobre. In una lettera indirizzata alla fine di febbraio al presidente dell’Assemblea Generale, Lazzarini ha chiesto aiuto sottolineando che l’Agenzia dell’ONU “è giunta a una fase critica. Con i ripetuti appelli di Israele al suo smantellamento e al congelamento dei finanziamenti dei donatori a fronte di una situazione senza precedenti sui bisogni umanitari a Gaza“. “La capacità di adempiere al suo mandato è ora seriamente minacciata“, ha insistito, chiedendo il “sostegno politico” degli Stati membri.

Hamas gestisce l’UNRWA

L’UNRWA è al centro delle polemiche da quando Israele ha accusato, alla fine di gennaio, 12 dei suoi dipendenti di coinvolgimento nell’attacco del 7 ottobre compiuto da Hamas. Per quanto riguarda le indagini in corso, il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres ha ricevuto un primo rapporto dagli investigatori, che sperano di ricevere presto i documenti in possesso delle autorità israeliane, come ha precisato il suo portavoce. L’UNRWA, da parte sua, ha insistito sul fatto che Israele non ha fornito “nessuna prova” riguardo alle accuse
contro i 12 dipendenti.

Un portavoce militare israeliano ha affermato che oltre 450 impiegati dell’UNRWA “appartengono a organizzazioni terroristiche della striscia di Gaza, in particolare a Hamas“. Il portavoce ha divulgato due conversazioni telefoniche, registrate durante i massacri del 7 ottobre. Una delle voci appartiene a Yusef al-Hawajara, insegnante dell’UNRWA ai Deir el-Balah, l’altra a Mamduh Alkali, “un terrorista della Jihad islamica” maestro in una scuola elementare. “Sono dentro, con gli ebrei. Abbiamo donne ostaggi, ne ho catturata una“, dice uno di loro.

Hamas ostaggi Israele
L’ostaggio israeliano Itay Svirsky, 38 anni, ucciso da Hamas, in un video diramato dai terroristi il 14 gennaio 2024

A Gaza ancora 134 ostaggi israeliani

Terroristi di Hamas e membri di altre organizzazioni terroristiche – ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari, in un incontro con la stampa – sono impiegati nell’UNRWA, anche in posizioni di responsabilità. “Per anni Hamas – ha aggiunto – ha sfruttato l’UNRWA e altre organizzazioni internazionali, per i propri fini. Hamas occupa posizioni all’interno dell’UNRWA e vi dispone i propri uomini, i quali in parallelo proseguono le loro attività in organizzazioni terroristiche.

Fra di loro vi sarebbero educatori, maestri, direttori. Queste informazioni di intelligence, ha precisato il portavoce israeliano, sono state inoltrate a paesi amici di Israele e anche alle Nazioni Unite. Descrivendo una delle registrazioni telefoniche, Hagari ha notato che nelle conversazioni del 7 ottobre uno dei docenti dell’UNRWA penetrati in Israele ha poi descritto con termini spregiativi e di carattere sessuale una delle donne prese in ostaggio. “Quelle frasi ci tolgono in sonno” ha aggiunto, ricordando che a Gaza ci sono ancora 134 ostaggi, fra cui donne e bambini. Israele comunque si prepara a invadere Rafah: fra 5 giorni al massimo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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