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Biden: i vuoti di memoria, gli insulti a Putin, il vantaggio su Trump negli ultimi sondaggi

La riconferma o meno del presidente uscente degli Usa alle presidenziali di novembre è il fatto elettoralmente più importante dell'anno

Vladimir Putin è un “pazzo figlio di p…”: così Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, ha definito l’autocrate russo in un evento elettorale a San Francisco, il 22 febbraio. Incontrando sostenitori e finanziatori in vista delle elezioni presidenziali del novembre 2024, il candidato dei democratici non ha usato mezze misure per esprimersi sul presidente russo. “Abbiamo un pazzo figlio di p… come quel tipo, Putin, e altri… E dobbiamo sempre preoccuparci per un conflitto nucleare. Invece, la minaccia esistenziale per l’umanità è il clima” ha dichiarato Biden, che ha usato l’acronimo ‘sob’ (son of bitch) per riferirsi al leader del Cremlino.

Non è la prima volta che Biden usa questa espressione. Nel gennaio 2022 aveva usato lo stesso termine offensivo, mentre aveva il microfono accesso, nei confronti di un giornalista di Fox News accreditato alla Casa Bianca. Il presidente americano si è scagliato anche contro il suo avversario nella corsa alla Casa Bianca, Donald Trump. Quest’ultimo si è paragonato a Alexei Navalny, il dissidente russo morto in carcere venerdì 16 febbraio, che si sospetta assassinato su ordine del Cremlino.

Biden Stati Uniti elezioni 2024
Joe Biden. Foto Ansa/Epa Allison Dinner

Biden all’attacco di Trump

Trump “si paragona a Navalny dicendo che, poiché il nostro paese è diventato una nazione comunista, lui viene perseguitato proprio come Navalny…” ha detto Biden citando le parole del tycoon nella sua ultima intervista.

Da dove diavolo viene fuori una cosa del genere? Mi sconvolge“, ha aggiunto il presidente americano. “I repubblicani una volta avevano un centro morale che era americano. Ma ormai sembra sia andato perso“, ha detto Biden. “Se fossi venuto qui 10-15 anni fa e avessi detto una cosa del genere, tutti voi avreste pensato che avrebbero dovuto internarmi“.

Quando esco dai meeting, i capi di Stato trovano una scusa per avvicinarsi e dirmi ‘devi vincere’. Ma non perché io sia speciale… ‘Devi vincere perché la mia democrazia è a rischio se vince quell’altro’. Nove capi di Stato hanno già fatto qualcosa del genere con me“, ha aggiunto Biden.

Le donne lo preferiscono

L’opinione pubblica statunitense è tuttavia preoccupata per le condizioni di salute di Joe Biden. “Sleepy Joe“, come viene sarcasticamente chiamato, ha 81 anni ed è il più anziano Commander-in-Chief in carica della storia americana. Come riportato negli ultimi giorni dal Cristian Science Monitor, diversi sondaggi indicano che gli elettori considerano la salute fisica e mentale del presidente uscente in pessimo stato. Più di quella di Donald Trump, 77 anni, anche lui gaffeur, come quando di recente ha scambiato la sua avversaria alle primarie repubblicane, Nikky Haley, con la ex speaker democratica alla Camera, Nancy Pelosi. O ha confuso i capi di Governo di Turchia e Ungheria.

Trump campagna elettorale 2024
Donald Trump. Foto Ansa/Epa Jim Lo Scalzo

Eppure secondo un sondaggio di Quinnipac University, della fine di gennaio, citato dall’agenzia di stampa Agi, Biden sarebbe in vantaggio su Trump nelle intenzioni di voto. E lo sarebbe di ben 6 punti tra gli americani che si sono registrati nelle liste elettorali. Un segnale positivo per il presidente uscente, che da mesi appariva arrancare nei sondaggi.

Ora a preoccupare Trump è soprattutto un dato scorporato. Biden, infatti, riscuote il consenso delle donne: al 58% contro il 36% di Trump. Lo scorso dicembre il vantaggio del presidente in questa fetta di elettorato era più ridotto. Del resto Trump – oberato di cause giudiziarie, prima fra tutte quella sull’assalto dei suoi sostenitori a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 – ha ricevuto una condanna al pagamento di 83,3 milioni di dollari per risarcire la scrittrice Jean Carroll. Quest’ultima accusa il tycoon di averla violentata all’interno dei grandi magazzini Bergdorf Goodman a Manhattan, negli Anni Novanta.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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