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Vittorio Cecchi Gori ricoverato, come sta il produttore cinematografico

A causa di una crisi respiratoria è in terapia intensiva, le sue condizioni di salute sono molto delicate

Sono giorni difficili per l’81enne Vittorio Cecchi Gori. L’ex politico, imprenditore e storico produttore cinematografico fiorentino è ricoverato in terapia intensiva al Policlinico Gemelli di Roma. L’annuncio è stato dato in tv nel corso del programma Storie italiane di Eleonora Daniele, il 14 febbraio. Cecchi Gori, che è stato anche proprietario della Fiorentina, si trova in ospedale dall’inizio di questa settimana. Da parte del Policlinico c’è il massimo riserbo, ma indiscrezioni parlano di un quadro di instabilità clinica molto serio. “La situazione resta molto delicata”, ha raccontato Angelo Perrone, suo amico e storico collaboratore.

Stando a Perrone, Cecchi Gori è entrato lunedì scorso 12 febbraio al Policlinico Gemelli di Roma per controlli previsti e legati ad una saturazione bassa. Ma il 14 febbraio avrebbe avuto una crisi respiratoria grave. L’ex moglie Rita Rusicsi era sentita con il professor Landi perché nel weekend Vittorio aveva accusato dei disturbi” ha detto Angelo Perrone. “La fortuna è stata che lui fosse già in ospedale, tra lunedì notte e martedì mattina c’è stata una crisi respiratoria che ha costretto i medici a trasferire l’imprenditore in terapia intensiva“.

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Vittorio Cecchi Gori con Valeria Marini. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Cecchi Gori, le parole di Valeria Marini

Dal pomeriggio del 14 febbraio c’è stata qualche avvisaglia di miglioramentoma la situazione resta molto delicata” ha dichiarato Perrone nel corso della trasmissione Storie Italiane. “Negli ultimi giorni era ancora più appesantito perché gli è stata negata la grazia, il suo cruccio più importante era il fatto di non poter andare a trovare la figlia Vittoria a Miami”. Valeria Marini, ex compagna di Vittorio Cecchi Gori ha raccontato all’Adnkronos: “Ho sentito il medico che lo segue tutti i giorni e mi ha detto che le condizioni di Vittorio stanno migliorando“. “L’hanno portato in terapia intensiva per questa insufficienza respiratoria e ora è sotto controllo – continua l’attrice – ma fortunatamente ho sentito il suo medico. Mi sembrava più tranquillo, speriamo bene, lui è un uomo forte“.

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Tom Cruise (D), Vittorio Cecchi Gori (S) ed il regista Mario Monicelli nel 2005. Foto Ansa/Mario De Renzis

Non è la prima volta che le condizioni di salute di Cecchi Gori preoccupano. Quando fu ricoverato nel 2020 dopo la condanna a 8 anni per bancarotta fraudolenta, ci fu una mobilitazione dei colleghi perché i magistrati gli concedessero gli arresti domiciliari. Cosa poi avvenuta. Cecchi Gori è già stato ricoverato al policlinico Gemelli appunto 4 anni fa: nei giorni in cui iniziava la pandemia da Coronavirus. Era dell’inizio 2020 infatti la condanna definitiva, in Cassazione, e l’ordine di carcerazione per un cumulo di condanne per bancarotta in relazione alla fallimento della società Safin. A tutt’oggi l’imprenditore sta scontando la sua pena.

Ha prodotto film indimenticabili

Fin dagli inizio Vittorio Cecchi Gori, classe 1942, ha lavorato nel campo dell’imprenditoria cinematografica a stretto contatto con il padre Mario. Dopo la scomparsa del genitore, nel 1993, Cecchi Gori allargò la propria sfera di attività, aspirando a rompere il duopolio televisivo italiano Rai-Fininvest. Nel biennio 1994-1995 acquistò le reti televisive Videomusic (poi divenuta TMC 2 tra il 1996 e il 1997) e Telemontecarlo (poi diventata l’attuale LA7 dal 2001) ed entrò nell’azionariato di Telepiù. Ha prodotto un gran numero di film tra cui Il postino con Massimo Troisi che vinse un Oscar, per la migliore colonna sonora, e La vita è bella, con Roberto Benigni, che vinse tre Oscar. Ossia quello per la migliore colonna sonora, quello per il miglior film straniero e quello per il miglior attore protagonista (Roberto Benigni, anche regista del film).

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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