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Auto, Stellantis si fonde con Renault? Tajani: “Produca in Italia, non altrove”

La ex Fiat, sempre più globalizzata, potrebbe dar vita a un nuovo colosso automobilistico. Mirafiori e Pomigliano sono a rischio

Si infittiscono le indiscrezioni su un’imminente rivoluzione nel mondo dell’auto. Ovvero la possibile fusione fra Stellantis (nata dall’unione di Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot S.A.) e la Renault. Dietro l’operazione che porterebbe alla nascita di un nuovo colosso a livello europeo ci sarebbe il Governo francese. Voci e rumors di per sé non provano nulla ma è un fatto che sono aumentati da quando, nei giorni scorsi, l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha criticato il Governo Meloni.

E ora il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, manifesta la sua preoccupazione. Occorre, ha detto il 4 febbraio a margine di un evento nel Milanese, “la difesa del posto di lavoro. Mi auguro che Stellantis possa continuare a produrre auto in Italia, elettriche o ibride. È importante che l’Italia possa continuare a essere la seconda manifattura d’Europa“. “Serve avere una politica industriale europea” ha aggiunto il ministro. “E avere una politica industriale italiana che si inserisca bene nella politica industriale europeaNoi stiamo cercando di fare una politica industriale in un momento complicato e la questione dell’auto elettrica e di Stellantis deve inserirsi in questo tema“.

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Antonio Tajani. Foto Ansa/Mourad Balti Touati

L’auto elettrica e i posti di lavoro

Sì, perché il tema è anche quello dell’auto elettrica. “Io sono sempre stato un sostenitore dell’auto elettrica fin da quando ero commissario europeo all’Industria” ha sottolineato Tajani. “Oggi il mercato non è così sensibile all’auto elettrica. Bisogna evidentemente non spingere troppo sull’acceleratore. Abbiamo visto cosa rischia di accadere con le nuove normative comunitarie che impongono la costruzione di sole auto elettriche a partire dal 2035. “In Italia – ha concluso Tajani – rischiamo di perdere 70mila posti di lavoro. Quindi serve riflettere anche sulla produzione di auto elettrica“.

Il futuro di Stellantis

Carlos Tavares ha scatenato un vespaio di polemiche con le sue ultime dichiarazioni sulle fabbriche per la produzione di auto in Italia e la scarsa attenzione del Governo Meloni, ricorda Quattroruote. Tuttavia, in un’intervista a Bloomberg, non ha soltanto sollevato dubbi sul destino di Mirafiori o Pomigliano d’Arco. L’ad di Stellantis ha fatto capire che l’azienda de presidente John Elkann vuole un consolidamento del settore automobilistico. Anche, se necessario, tramite fusioni e/o acquisizioni.

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Carlos Tavares (a sinistra) con John Elkann. Foto Ansa/Alessandro Tavares

E la Renault? “Ciò che stanno costruendo in Francia è buono e sto cercando di affrontare un concorrente molto agguerrito ha dichiarato Tavares, mostrando attenzione e un sospetto fair play verso la casa automobilistica transalpina. “È normale combattere con un concorrente. Questo è ciò che vuole l’Unione Europea: una dura concorrenza a vantaggio del consumatore. Vedremo come andrà a finire, anche agli occhi del Governo francese” ha proseguito Tavares.

Il quale si è premurato di a smentire, almeno pubblicamente, un’attrattiva per una fusione con la Renault. “Non ho un interesse specifico per questa azienda, sto solo osservando che hanno una strategia diversa. Ho sempre mostrato rispetto nei loro confronti”. Si sa però che una smentita può trasformarsi in una notizia data due volte. Del resto anche Louis Schweitzer, presidente di Renault, in una recente intervista a Quattroruote ha evocato la convergenza dei due giganti. Tutto, dunque, è più che mai possibile.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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