Netflix e Apple bloccano le serie israeliane a causa della guerra
La decisione arriva per il timore di essere accostati alle posizioni dello Stato ebraico
L’effetto della guerra tra Hamas e Israele si riflette anche sul fronte audiovisivo, vista la decisione presa da Netflix e Apple. I due colossi dello streaming video avrebbero scelto, difatti, di interrompere la distribuzione e produzione di serie e film israeliani.
La guerra tra Israele e Hamas si combatte, ad ora, anche in streaming. Alcuni tra i principali siti internazionali sul fronte dei contenuti audiovisivi, come Netflix e Apple, hanno scelto di adottare una linea di ferro contro i prodotti targati Tel Aviv. Sono dunque state bloccate la distribuzione e produzione di serie televisive e film provenienti da Israele, a causa della situazione attualmente in atto a Gaza.
Allo stesso modo, molte emittenti e finanziatori esteri hanno deciso di ritirare i propri investimenti, rischiando di mettere in crisi un mercato che è fiorito, negli ultimi anni, proprio grazie ai finanziamenti stranieri. Tra i titoli finiti nel mirino dell’operazione attuata dai colossi dello streaming video quali Netflix e Apple spicca anche Fauda, composta da 4 stagioni e in produzione a partire dal 2015.
La decisione intrapresa dalle emittenti e dalle piattaforme digitali, in risposta alle posizioni intraprese dallo Stato ebraico, ha comportato diverse preoccupazioni da parte di alcuni esercenti e produttori israeliani. Ecco dunque cosa sta accadendo.
Serie israeliane bloccate: la protesta di Netflix e Apple contro le posizioni dello Stato ebraico
Visto il timore del blacklash della guerra a Gaza, le piattaforme di streaming video stanno bloccando le serie israeliane. A farne le spese sono titoli quali Fauda, uno show che racconta le vicende delle truppe d’élite israeliane in territorio palestinese, di cui AppleTv+ aveva acquisito i diritti di distribuzione per 20 milioni di dollari, rendendo disponibili le prime due stagioni. La terza dovrebbe arrivare in streaming nel 2024, mentre una nuova stagione era già in fase di preproduzione.
Ciononostante, la produttrice Shula Spiegel ha spiegato a Haaretz: “Apple ci ha chiesto di interrompere la stesura della sceneggiatura perché la nuova realtà stava causando incertezza sui contenuti. Solo un mese dopo ci hanno detto che potevamo continuare a scrivere“.
Le preoccupazioni della produttrice si aggiungono a quelle di altri suoi colleghi, che sempre ai microfoni del quotidiano israeliano Hareetz hanno fatto sapere: “Rischiamo di diventare come la Russia, che dopo la guerra in Ucraina è diventata persona non grata nell’industria dell’intrattenimento globale e c’è una sorta di boicottaggio non dichiarato dei suoi contenuti e dei suoi creatori – proseguendo – Me lo hanno detto diversi emittenti, che aspettano di capire quale sia la nostra posizione e si preoccupano dei sentimenti anti-israeliani.”
Questa linea drastica intrapresa dai colossi dello streaming video è iniziata soprattutto in seguito ai bombardamenti sulla Striscia di Gaza e rischia comportare gravi conseguenze. A tal proposito, un altro producer ha dichiarato tra le pagine del quotidiano israeliano: “Nelle prime due settimane dopo il 7 ottobre, tutti erano preoccupati per noi. Ma da allora hanno iniziato a dirci: ‘Non sappiamo cosa succederà ora, dobbiamo fermarci e aspettare giorni migliori“.