Sta aumentando di giorno in giorno anche in Italia la protesta degli agricoltori esplosa in Francia. Dopo aver contagiato Germania e Olanda, il nostro Paese, assieme alla Spagna, sembra il prossimo a dover restare pesantemente coinvolto. I motivi della protesta? La rabbia della categoria contro un’Europa vista come lontana e poco amica. Norme penalizzanti. Una burocrazia asfissiante. La concorrenza di altri paesi e il caro-gasolio. E così Oltralpe si assiste da giorni a manifestazioni, blocchi stradali, cortei nelle piazze.

In Francia a guidare il malcontento della categoria sono i gilet verdi, in Italia sta tornando il movimento dei forconi, che però in passato fece poca strada. In ogni caso ci sono mobilitazioni che orami coinvolgono decine di città in tutta la penisola. Nel mirino di questa contestazione trasversale ci sono i tagli dei governi, la politica europea. Ma anche “l‘ecologia punitiva” del nuovo Green Deal, come denunciano i leader della protesta francese.

Foto Ansa/Andrea Canali

Von der Leyen: “Migliorare le cose

Meritate una giusta remunerazione” ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, di fronte a questa insurrezione che coinvolge molti Paesi europei. Alla prima sessione del dialogo strategico con gli agricoltori europei, a Palazzo Berlaymont, ha dichiarato: “Dobbiamo superare questa polarizzazione con il dialogo. E voi meritate una giusta remunerazione per il vostro lavoro. Il nostro obiettivo è sostenere i vostri mezzi di sussistenza e garantire la sicurezza alimentare dell’Europa. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questo senso. Urge che le cose migliorino, al settore serve una prospettiva di lungo termine“.

In Francia dopo il tragico incidente a un blocco stradale, in cui sono morte una donna e la figlia adolescente, la tensione è alle stelle. Il Rassemblement National e Reconquête (destra ed estrema destra) appoggiano le rivendicazioni degli agricoltori. Alcuni leader, come la capolista di Reconquête, Marion Marechal, e la presidente del Comitato delle organizzazioni agricole europee, Christiane Lambert, erano a Bruxelles per un raduno di contadini. Nel mirino la svolta verde che penalizzerebbe gli agricoltori transalpini e di tutta Europa.

Sale la tensione in Italia

Anche in Italia la tensione sta salendo rapidamente e gli agricoltori da giorni scendono in piazza con i loro trattori da Vercelli a Frosinone, da Torino a Viterbo, da Pescara a Bari. Tutti insieme per contestare farine d’insetti e burocrazia, carne coltivata e caro-gasolio. La Stampa scrive di Franco Clerico, titolare di un’azienda nel Cuneese, che racconta di aver lanciato una protesta “alla quale non sapevo se avrebbe partecipato qualcuno“. E di essersi ritrovato in piazza con un centinaio di trattori e quasi 200 persone. “Adesso mi chiamano colleghi ogni giorno: vogliono protestare, vogliono cambiare le cose“.

Sempre nel nostro Paese ci sono i Cra, i Comitati riuniti agricoltori traditi, guidati da Danilo Calvani, piccolo imprenditore agricolo di Pontinia (Latina). All’epoca dei forconi capeggiava gli agricoltori, autotrasportatori, ambulanti, pescatori, tassisti in guerra contro il governo Monti. Calvani dice che vuole tornare in piazza, ma assicura: “Terremo alla larga chi ci vuole vendere alla politica“. Nel mirino c’è il Governo, “prostrato a Europa e multinazionali“, dice Calvani. Ma anche i sindacati agricolicorrotti, venduti, volgari criminali“. L’obiettivo è difendere l’agricoltura italiana contro norme europee che agevolano invece prodotti esteri.

In Europa la protesta degli agricoltori è dovuta in particolare all’aumento del prezzo del gasolio e delle materie prime. Così come alla concorrenza sleale dei prodotti internazionali e alle politiche ambientali dell’Unione europea. Gli agricoltori si sono mobilitati in Francia, Germania, Polonia e Romania contro i tagli ai sussidi e l’import di alimenti dall’Ucraina.