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Oscar Pistorius fuori dal carcere

Resterà in libertà vigilata fino al 2029. Nel 2013 uccise in casa la fidanzata Reeva Steenkamp

Ha scontato poco più di 6 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata, Oscar Pistorius, e dal 5 gennaio è in libertà vigilata. Il ministero della Giustizia del Sudafrica ha confermato che le autorità hanno rilasciato l’ex atleta paralimpico dalla prigione di Atteridgeville, a pochi chilometri dalla capitale Pretoria.

Pistorius, 37 anni, si trova adesso nella villa dello zio, Arnold Pistorius, a Waterkloof, quartiere di lusso a Pretoria. Ricordato come Blade Runner (dal titolo del celebre film sui replicanti di Ridley Scott) per le lame in materiali altamente tecnologici che rimpiazzano i suoi arti inferiori amputati, Pistorius fu il primo atleta disabile a competere in una gara olimpica. Accadde a Londra nel 2012. Alcuni mesi più tardi, nelle prime ore del giorno di San Valentino del 2013, l’atleta uccise la sua fidanzata, la modella Reeva Steenkamp. E 4 anni dopo, nel 2017, i giudici lo condannarono a una pena di 13 anni e 5 mesi, al termine di una lunga vicenda giudiziaria.

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Oscar Pistorius durante il processo. Foto Ansa/Epa Marco Longari

Libertà vigilata per Pistorius

Oscar Pistorius avrà ora l’obbligo di sottostare a tutte le condizioni di libertà vigilata. Fra cui il divieto di consumare alcolici e di rilasciare interviste ai mass media. “Sarà monitorato fino alla data di scadenza della sua pena, nel 2029” ha fatto sapere il ministero della Giustizia. “Il suo elevato profilo pubblico non lo rende diverso dagli altri detenuti né giustifica un trattamento incoerente con la legge.”

Di conseguenza, i dettagli in termini di piani di trasporto e tempi di rilascio non saranno resi pubblici. La divulgazione di tali dettagli può comportare una minaccia alla sicurezza del detenuto e delle altre parti interessate. Si applicheranno a Pistorius le condizioni generali per la libertà vigilata. Per esempio, dovrà sempre trovarsi a casa in determinate ore del giorno. Non potrà consumare alcol e altre sostanze proibite. Sarà inoltre obbligatoria la partecipazione ad altri programmi di riabilitazione“.

Oscar Pistorius Reeva Steenkamp fidanzata uccisa
Oscar Pistorius e Reeva Steenkamp nel 2012. Foto Ansa/Epa Frennie Shivambu

La madre di Reeva

La signora June, madre di Reeva Steenkamp, ha reagito alla notizia della libertà vigilata per Pistorius affermando di essere all'”ergastolo” nel suo dolore. Il marito, Barry Steenkamp, è morto lo scorso 14 settembre, “di dolore” per la perdita della figlia, secondo quanto dichiarato dalla donna. “Non ci potrà mai essere giustizia se la persona amata non tornerà mai più, e nessuna permanenza in carcere riporterà indietro Reeva. Noi, che siamo rimasti indietro, siamo quelli che stanno scontando una condanna a vita” ha dichiarato la madre di Reeva.

Secondo la ricostruzione dei fatti, Oscar Pistorius sparò più volte all’allora 29enne fidanzata attraverso la porta di un bagno nel mezzo della notte. “Il 14 febbraio 2013 è il giorno in cui la vita è cambiata per sempre. Il giorno in cui il Sudafrica ha perso il suo eroe, Oscar Pistorius, e il giorno in cui io e Barry abbiamo perso la nostra preziosa figlia, Reeva, per mano di Oscar“, ha sottolineato June Steenkamp.

La donna non crede alla testimonianza del 37enne, che avrebbe ucciso Reeva credendo erroneamente che fosse un’intruso in casa. June Steenkamp ha inoltre aggiunto che le condizioni imposte dalla commissione per la libertà vigilata, che includono corsi di gestione dei comportamenti violenti e programmi educativi contro la violenza di genere, inviano un chiaro messaggio. Ovvero che la violenza di genere viene presa sul serio. “Con il rilascio di Oscar Pistorius in libertà vigilata, il mio unico desiderio è che mi sia permesso di vivere i miei ultimi anni in pace, concentrandomi sulla Fondazione Reeva Rebecca Steenkamp, per mantenere in vita la memoria di Reeva” ha concluso la madre della giovane assassinata.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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