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2024: l’anno in cui più nulla si può dare per scontato

Pace e democrazia che credevamo acquisite in molte parti del mondo non lo sono più. E mentre avanza l'Intelligenza Artificiale, a Gaza si muore di fame

Il 2024 sarà un anno in cui non ci sarà un minuto da perdere per coloro che hanno a cuore le sorti dell’umanità. Gli Anni Venti di questo XXI secolo stanno squassando il mondo. Prima la pandemia di Covid, una patologia derivata da un virus che fino al 2020 non aveva compiuto il salto di specie. Poi nel 2022 l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha determinato il ritorno della guerra in Europa dopo decenni. Infine la guerra fra Israele nella Striscia di Gaza alla fine del 2023.

Un rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite rileva che più di mezzo milione di persone stanno morendo di fame a Gaza a causa dell’insufficiente quantità di cibo. “È una situazione in cui più o meno tutti sono affamati” ha detto pochi giorni prima di Natale il capo economista del Programma alimentare mondiale dell’Onu (WFP), Arif Husain. Il rapporto, pubblicato da 23 agenzie ONU e non governative, ha rilevato che l’intera popolazione di Gaza è in crisi alimentare, con 576.600 persone a livelli catastrofici di fame.

2024 grand place
Foto X @ArgentonViviana

Il 2024, l’IA e la guerra

Tutto questo accade mentre anche nel 2024 correrà senza un attimo di sosta lo sviluppo vorticoso dell’Intelligenza Artificiale. Un’entità algoritmica apparentemente incontenibile. Nata negli Anni Sessanta del secolo scorso, secondo uno studio dell’Università di Cambridge è ormai capace di evolversi come ha fatto il cervello umano nel corso della storia dell’evoluzione naturale. Ossia di adattarsi alle circostanze e migliorarsi. Ma in tempi molto rapidi e con conseguenze ignote per quanto riguarda i rapporti con gli umani.

In America e in Europa i software di intelligenza artificiale sono già al servizio della medicina più avanzata, o delle sperimentazioni dei veicoli autonomi del futuro, cioè delle auto senza pilota. Di più: sono accessibili da uno smartphone e ciascuno di noi può intrattenersi a chattare con loro interrogandoli e scambiando opinioni. A fronte di tutto questo sull’altra sponda del Mediterraneo, a Gaza, si sta morendo di fame a causa di una guerra che avrebbe potuto essere evitata e che sta uccidendo soprattutto donne e bambini. Com’è possibile?

Intelligenza 2024 robot
Foto X @PhilosophyMttrs

C’è una Terra da salvare

È questa una delle eredità che il 2024 dovrà affrontare. Un anno per prendere coscienza della gravità della situazione internazionale, fatta di diseguaglianze sempre più forti fra ricchi e poveri, Nord e Sud del mondo, paesi in pace accanto a paesi in guerra. Ma il 2024 servirà anche per prendersi più cura dello stato di salute della Terra. La Cop28 di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, si è conclusa con un apparente successo. Per la prima volta nella storia delle conferenze mondiali dell’ONU sul clima si è affermata la necessità di “transitare fuori dalle fonti energetiche fossili” (carbone, gas e petrolio), responsabili di buona parte dei gas serra che stanno surriscaldando il pianeta. Eppure si è stabilito che questo processo lo si dovrà portare a termine entro il lontano 2050, fra 3 decenni. Quando ormai potrebbe essere troppo tardi per limitare il global warming.

I nuovi oligarchi

Insomma, siamo di fronte a tempi che stanno portando una “rivoluzione globale“, per dirla con la parole che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato il 20 dicembre 2023 facendo gli auguri alle alte cariche dello Stato. Un cambiamento di portata mondiale su più fronti. Che vede fra i protagonisti “oligarchi che si sfidano nell’esplorazione sottomarina, in nuove missioni spaziali, nella costosa messa a punto di sistemi satellitari con implicazioni militari e nel controllo di piattaforme di comunicazione social“.

processione 2024 foto cellulari
Foto X @fotosantimolina

2024, scelte di libertà

Oligarchi che agiscono “sempre più spesso come veri e propri contropoteri“. Perciò “mai come in questo tornante della storia dell’umanità, il confine tra bene e male, tra giustizia e ingiustizia, tra vero e falso, dipende dalle nostre scelte“. Soprattutto in riferimento “alle importanti applicazioni dell’Intelligenza Artificiale“.

C’è dunque il rischio, ha sottolineato Mattarella, “di trovarsi a vivere in futuro in dimensioni parallele, in cui realtà e verità non siano distinguibili dalla falsità e dalla manipolazione“. Per questo “è alla politica, alle democratiche istituzioni rappresentative che vanno affidate le scelte e le decisioni che incidono sulla vita sociale e sulla libertà dei cittadini. Non alle strategie di grandi gruppi finanziari in base ai loro interessi“.

Il Presidente ha quindi ricordato che in questo periodo storico “nulla può essere dato per scontato. La pace innanzitutto. Ma anche la democrazia, i valori su cui si fonda. A cominciare dall’idea di libertà. Libertà di essere. Libertà di pensare e parlare. Libertà di accedere a fonti di informazione indipendenti, non manipolate. Il pluralismo non è mero confronto tra propagande. Libertà di concorrere alle decisioni. Libertà di agire. Libertà di muoversi. Libertà di dire no a ogni sopraffazione“. Buon 2024, un anno di impegno per migliorare il mondo. Prima che sia troppo tardi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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