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Tregua a Gaza, ultimo giorno. Ma l’accordo potrebbe prolungarsi

Si negozia in vista di ulteriori giornate di cessate il fuoco, che scade alla fine del 27 novembre. Liberati anche cittadini thailandesi

La tregua tra Israele e Hamas a Gaza è ormai al suo ultimo giorno. Anche il 27 novembre dovrebbe verificarsi uno scambio fra gli ostaggi nelle mani di Hamas e i prigionieri nelle carceri israeliane. Sono in corso negoziati per estendere l’accordo: la tregua che il secondo giorno era apparsa in bilico per ritardi nella consegna degli staggi adesso potrebbe prolungarsi. 

I terroristi di Hamas hanno dichiarato in un comunicato che intendono “prolungare la tregua oltre questi 4 giorni“. L’obiettivo è quello di “aumentare il numero dei prigionieri rilasciati” come prevede l’accordo mediato dal Qatar. Una fonte vicina ad Hamas ha detto all’Agenzia France Presse (AFP) che l’organizzazione ha “informato i mediatori” i quali sono favorevoli a una proroga di “da 2 a 4 giorni“.

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A Gaza si valuta di estendere la tregua umanitaria. Foto X @DomaniGiornale

Cosa prevede l’accordo di tregua

L’intesa, che i diplomatici del Qatar hanno negoziato fra israeliani e palestinesi con il sostegno di Stati Uniti ed Egitto, è entrata in vigore venerdì scorso 24 novembre. Prevede 4 giorni di tregua (con scadenza al termine del 27 novembre), l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza, il rilascio di 50 ostaggi sugli oltre 200 detenuti a Gaza. E la liberazione di 150 prigionieri palestinesi provenienti dalle carceri israeliane.

Dal 24 novembre sono stati rilasciati 39 ostaggi israeliani e 117 prigionieri palestinesi. Altri 24 ostaggi, per lo più cittadini thailandesi che lavoravano in Israele, sono stati rilasciati al di fuori dell’accordo. Una clausola dell’accordo consente di estendere l’intesa al rilascio di circa 12 di ostaggi al giorno in cambio di 30 detenuti palestinesi.

La piccola Abigail

Tra gli ostaggi liberati domenica 26 novembre c’era una bambina americana di 4 anni, Abigail, i cui genitori sono stati assassinati dai miliziani di Hamas nell’attacco contro i civili lo scorso 7 ottobre. Secondo un funzionario statunitense, la madre della bambina è morta davanti ai suoi occhi e il padre è stato ucciso mentre cercava di proteggerla. Abigail, che ha passato il suo quarto compleanno in prigionia, si era rifugiata nella casa di un vicino, da dove i terroristi l’avevano rapita. “Ha subito un trauma terribile“, ha detto il presidente americano Joe Biden, favorevole al prolungamento della tregua. “Il mio e il nostro obiettivo è garantire che questa pausa continui oltre lunedì (27 novembre, ndr.) in modo da poter vedere più ostaggi rilasciati e più aiuti umanitari“.

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Foto X @adham922

La posizione di Netanyahu

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha usato espressioni non chiare sulla questione di un eventuale prolungamento della tregua. “Ipotizzare il rilascio di altri 10 ostaggi ogni giorno è una benedizione” ha detto. Salvo poi aggiungere che “dopo l’accordo torneremo al nostro obiettivo: eliminare Hamas“. In ogni caso il leader israeliano chiederà al Governo un budget “di guerra di 30 miliardi di shekel (circa 8 miliardi di euro). L’offensiva a Gaza continuerà “fino alla vittoria” ha affermato.

La situazione a Gaza

La tregua ha dato respiro agli abitanti di Gaza, ma la situazione umanitaria rimane “pericolosa” e i bisogni “senza precedenti” ha stimato l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (UNRWA). Secondo l’ONU 248 camion con aiuti umanitari sono entrati da venerdì 24 novembre nella Striscia di Gaza. “Dovremmo inviare 200 camion al giorno per almeno due mesi per rispondere ai bisogni” ha detto il portavoce dell’UNRWA, Adnan Abu Hasna.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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