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Zuppi: “No all’antisemitismo, chi offende gli ebrei offende la Chiesa”

Cresce l'antigiudaismo in Italia. Il presidente della Cei condanna il terrorismo di Hamas ma anche la reazione di Israele contro Gaza

I vescovi cattolici italiani sono riuniti ad Assisi per l’assemblea generale della Cei e il cardinale di Bologna, Matteo Zuppi, che ne è presidente, ha parlato del conflitto di Gaza e della “terza guerra mondiale a pezzi“. Zuppi ha inoltre sottolineato la preoccupazione della chiesa italiana per il diffondersi di atti di antisemitismo nel nostro Paese.    

Preoccupa, in queste ore, il risorgere dell’antisemitismo” ha dichiarato il cardinale. “Sappiano i nostri fratelli ebrei italiani che la Chiesa non solo è loro vicina, ma che considera ogni attacco a loro, anche verbale, come un colpo a se stessa e un’espressione blasfema di odio“.

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Il Presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi. Foto Ansa/Luca Zennaro

Antisemitismo, boom di episodi

Non resteremo indifferenti” ha affermato ancora Zuppi. “La fine dell’antisemitismo è un impegno educativo, religioso e civile della Chiesa italiana, che non sottovaluta i rigurgiti di odio e razzismo, per chiunque“, ha aggiunto. La paceha il primato nei nostri pensieri e nelle nostre azioni“, ha dichiarato ancora il presidente della Cei. “Il brutale attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre ha dolorosamente e vilmente colpito Israele con tanti morti innocenti e il seguito dei rapiti nelle mani dei terroristi, sulla cui sorte trepidiamo e chiediamo siano restituiti alle loro famiglie“.

Zuppi: “Da Israele reazione sbagliata

La reazione militare d’Israele nella Striscia di Gazaha causato a sua volta al popolo palestinese, in gran parte profughi, migliaia di vittime innocenti, molti dei quali bambini. Le lacrime sono tutte uguali. Ogni uomo ucciso significa perdere il mondo intero. L’odio non deve mai giustificare la violenza contro gli innocenti“.

Il razzismo verso gli ebrei in Italia

Le parole di Matteo Zuppi giungono in un momento in cui in Italia si deve purtroppo registrare una crescita di episodi noti di antisemitismo: sono già 301 in questo 2023. E di essi ben 62 sono avvenuti nell’ultimo mese, ovvero dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, a seguito degli attacchi dei miliziani islamisti contro gli ebrei il 7 ottobre. Il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano ha analizzato le segnalazioni che arrivano da tutto il nostro Paese in merito a graffiti, scritte, post sui social e altri episodi di antisemitismo online e non.

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Svastiche e stelle di David al Ghetto di Roma e a Trastevere. Foto Ansa

Come detto, stando ai dati, soltanto dall’8 al 13 novembre si sono registrati 62 episodi, 50 dei quali nel solo mese di ottobre. Si tratta di un aumento marcato rispetto agli scorsi anni, considerando che il 2023 non è ancora finito. Nel 2022 gli episodi segnalati erano stati infatti 241, nel 2021 erano stati 226 e nel 2020 erano stati 231. La maggior parte dei casi riguarda scritte e graffiti comparsi sui muri delle grandi città.

Episodi a Roma e a Milano

L’ultimo rigurgito antisemita in ordine di tempo si è verificato ad Anzio (Roma), dove su un muro è comparsa la scritta “Hamassiamoli tutti“. Pochi giorni prima, a Roma, erano comparse altre scritte al Ghetto e sui Lungotevere de’ Cenci e Lungotevere Sanzio, con una stella di David, un simbolo “=” e una svastica. Sul versante delle azioni antigiudaiche, sulla soglia dell’appartamento di una persona che fa parte della Comunità Ebraica di Milano è stata rubata la Mezuzah, la pergamena sulla quale sono scritti alcuni passi della Torah, e che si appone all’ingresso delle abitazioni. Nei giorni scorsi la Comunità ha presentato un esposto sull’episodio alla Digos. Adesso può incassare anche la solidarietà del cardinale Zuppi e delle conferenza episcopale italiana.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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