Gaza, l’ONU: “Crimini di guerra sia di Hamas che di Israele”
Condanna sia per i massacri dei miliziani palestinesi contro gli israeliani il 7 ottobre che per la risposta di Tel Aviv contro gli abitanti della Striscia
Da quando è scoppiato il conflitto che sta travolgendo Gaza sia Hamas che Israele hanno commesso crimini di guerra. Lo ha affermato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk. I miliziani di Hamas hanno commesso un pogrom di stampo nazista: “Le atrocità perpetrate dai gruppi armati palestinesi il 7 ottobre (in Israele, ndr.) sono state terribili, brutali e scioccanti” ha affermato Turk.
“Sono stati crimini di guerra, così come lo è la continua detenzione di ostaggi. Anche la punizione collettiva da parte di Israele dei civili palestinesi costituisce un crimine di guerra, così come l’evacuazione forzata illegale dei civili“. Si apprende intanto che oltre 50mila palestinesi sono passati dal settore nord di Gaza a quello sud.
Cresce la tensione in Cisgiordania
Per Israele è il segno che “Hamas ha perso il controllo del nord di Gaza“. Il segretario dell’ONU, Antonio Guterres, ha avvertito: “A Gaza il numero dei bambini morti supera quello di qualunque guerra“. I tentativi di fermare la guerra prima che sia troppo tardi, cioè che il conflitto investa tutto il Medio Oriente aumentano. Il Qatar sta negoziando sia con Israele che con Hamas, in coordinamento con gli Stati Uniti. L’obiettivo è il rilascio di 12 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di 3 giorni.
People in #Gaza are suffocating, under persistent bombardment, mourning their families, struggling for water, food, electricity & fuel. @volker_turk calls on parties to agree to a ceasefire on the basis of key human rights imperatives: https://t.co/5z0WW6Rdju pic.twitter.com/mdde76rapL
— UN Human Rights (@UNHumanRights) November 8, 2023
Ma il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha avvisato che senza il rilascio di tutte le persone trattenute con la forza non ci saranno tregue. Il premier israeliano ha inoltre convocato i leader degli insediamenti ebraici in Cisgiordania “per la grave escalation in atto nella Giudea-Samaria (il nome che lo Stato di Israele assegna alla Cisgiordania, ndr.)”. In queste ore la fanteria israeliana avrebbe preso il controllo della roccaforte di Hamas nel nord della Striscia dopo 10 ore di combattimento.
The situation is getting increasingly dire in the West Bank.
Since October 7:
158 Palestinians were killed, including 45 children.
Over 2,400 were injured. At least 250 of them children
And over 1,000 were displaced – including 424 children.
Again, enough is enough.
— Martin Griffiths (@UNReliefChief) November 8, 2023
Lo ha detto, citato dai media, l’esercito israeliano. Ed è salito a 34 il numero dei soldati israeliani uccisi dall’inizio delle operazioni dentro la Striscia, ossia dal 28 ottobre. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui in combattimento nella parte centrale di Gaza è morto il geniere Eliahou Benjamin Elmakayes, 29 anni, di Gerusalemme. Sono invece al 19 i palestinesi uccisi l’8 novembre in un attacco aereo israeliano contro una casa vicino a un ospedale nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Lo sostiene il ministero degli Interni palestinese, controllato da Hamas.
Non solo Gaza, bombe Usa in Siria
In parallelo alle operazione militari israeliane a Gaza, le forze armate statunitensi hanno effettuato un attacco aereo in Siria. Avrebbero colpito una struttura legata alle milizie filo-iraniane nell’Est del paese. E ciò in risposta al crescente numero di attacchi contro le basi militari che ospitano le truppe americane in Siria e in Iraq. Lo riferisce il Pentagono. A effettuare l’attacco sono stati due caccia da combattimento F-15 che hanno colpito un deposito di armi e munizioni utilizzato da gruppi legati alle Guardie della rivoluzione islamica dell’Iran. A un mese dall’inizio della guerra fra Hamas e Israele il conflitto rischia dunque di espandersi in primo luogo a Nord, in direzione del Libano e della Siria.