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Elisa Claps, l’arcivescovo dice messa alla Trinità contestato da centinaia di persone

Riapre al culto, a Potenza, la chiesa in cui fu uccisa e ritrovata dopo 17 anni l'adolescente scomparsa nel 1993

Potenza si spacca su Elisa Claps. Centinaia di persone si sono unite alla famiglia della ragazza per protestare contro il ritorno alla celebrazione della messa nella chiesa della Santissima Trinità. Lì però, a loro volta, un centinaio di fedeli hanno invece partecipato. Nel sottotetto di quella chiesa fu ritrovato il 17 marzo 2010 il cadavere della studentessa potentina scomparsa quasi 17 anni prima: il 12 settembre 1993. 

La contestazione di domenica 5 novembre, promossa dall’associazione nazionale antimafia Libera (fondata da un sacerdote: don Luigi Ciotti), era rivolta in particolar modo contro l’arcivescovo Salvatore Ligorio. Il prelato ha infatti celebrato la prima messa domenicale alla Chiesa della Trinità, sebbene la formale riapertura al culto dell’edificio fosse avvenuta lo scorso 24 agosto.

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Dura protesta di massa a Potenza contro il vescovo per il caso Claps. Foto Ansa/Tony Vece

Elisa, cosa ha detto il prelato

I manifestanti hanno bloccato via Pretoria, la strada principale del centro storico di Potenza, ben prima che monsignor Ligorio arrivasse. Quando il presule, insieme a due sacerdoti, ha attraversato la folla ed è entrato in chiesa, sono scattati applausi sarcastici, oltre a fischi e urla, e la contestazione ha preso corpo: “Vergogna, vergogna!“, è stata la parola più ripetuta.

Mentre all’interno cominciava la celebrazione religiosa, davanti a un centinaio di fedeli, all’esterno diverse persone, fra le quali il fratello di Elisa, Gildo Claps, si sono succedute al microfono, alternandosi a canzoni e musiche. L’arcivescovo non ha sostanzialmente fatto riferimento a Elisa Claps, se non quando ha affermato di aver “ricevuto un mandato preciso da Papa Francesco“. Il Pontefice gli avrebbe chiesto di “riaprire la chiesa e farla ritornare a essere un luogo di preghiera“.

La rabbia di Gildo Claps

La curia potentina chieda scusa” è invece la domanda che sale dalla famiglia di Elisa Claps. Ma anche dalle persone che hanno fatto parte del presidio fuori dalla chiesa della Trinità per tutta la durata della prima celebrazione domenicale dopo tanti anni. L’arcivescovo Ligorio ha lasciato la chiesa uscendo dall’ingresso principale. Vicino a lui alcuni agenti della polizia in borghese e poco più avanti anche in divisa. Di nuovo si sono levate grida di “vergogna” e “assassini“. Poi ha raggiunto l’episcopio senza dire nulla nemmeno ai giornalisti.

Gildo Claps, fratello di Elisa, è stato di nuovo molto duro: “Questa chiesa potrà riabilitarsi solo quando farà i conti con la vicenda di Elisa. Il problema è nella curia potentina” ha detto ai giornalisti, sottolineando di non volere un colloquio con Ligorio. Chiedano scusa per ciò che è accaduto, soprattutto dopo il ritrovamento del cadavere di mia sorella. Papa Francesco – ha aggiunto – prenda in mano questa situazione“.

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Foto Ansa/Tony Vece

Omicidio e ritrovamento di Elisa Claps

A trent’anni dalla scomparsa e dall’omicidio di Elisa Claps la verità giudiziaria e processuale ha stabilito nel 2011 la condanna a 30 anni di carcere per Danilo Restivo. Uccise Elisa Claps nel sottotetto della chiesa della Trinità dopo un tentativo di approccio sessuale respinto. Le inflisse 13 fendenti con un coltellino il 12 settembre 1993. La ragazza morì dissanguata per le ferite riportate. Dalla chioma alcuni tagli netti di ciocche di capelli.

Sin dal primo momento i sospetti caddero su Restivo: un ragazzo che frequentava la parrocchia e conosceva Elisa. Tuttavia la svolta giunse col ritrovamento dei resti della studentessa potentina in chiesa, nel 2010. Il caso Claps ha continuato a impegnare le aule della giustizia per i filoni paralleli d’inchiesta. In particolare, con la vicenda che riguarda il presunto ritrovamento dei resti della ragazza avvenuto prima del 17 marzo 2010. Due donne delle pulizie della chiesa sono state accusate di averli trovati nel sottotetto prima di quella data e di non averlo comunicato alle autorità.

Il presunto ruolo di don Mimì

Fra i vari aspetti dell’assassinio di Elisa Claps che restano da svelare c’è il ruolo dell’allora parroco della Santissima Trinità: don Domenico Sabia, in città conosciuto col diminutivo di don Mimì. È questo uno dei motivi di particolare risentimento da parte della famiglia di Elisa e di tutti coloro che non avrebbero voluto la riapertura della chiesa della Trinità. Sebbene gli inquirenti non abbiamo provato nulla di penalmente rilevante carico del sacerdote (scomparso nel 2008), il sospetto mai dissipato è che il parroco conoscesse la verità sulla morte di Elisa Claps. Ma abbia coperto l’assassino, per motivi che restano misteriosi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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