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Arabia Saudita, liberata la hostess italiana incarcerata

Ilaria De Rosa, 24 anni, era stata accusata di detenzione di droga ma ha sempre respinto ogni addebito

Ilaria De Rosa, la giovane hostess della compagnia aerea lituana Avion Express arrestata in Arabia Saudita 6 mesi fa, è libera. La polizia saudita l’aveva accusata di detenzione di droga, cosa sempre categoricamente smentita dalla ragazza italiana.

A dare notizia della sua liberazione, il 2 novembre, il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia nella commissione giustizia di Palazzo Madama. “Mi hanno appena informato che Ilaria De Rosa, la giovane assistente di volo di Resana (Treviso) arrestata in Arabia Saudita nel maggio scorso, è stata espulsa” ha dichiarato Zanettin.

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Ilaria De Rosa. Foto Twitter @TgrRaiVeneto

Mesi di carcere in Arabia

Con una sentenza in appello, un tribunale dell’Arabia aveva confermato la condanna a 6 mesi di carcere per detenzione di sostanze stupefacenti a carico della 24enne trevigiana. La giovane, che aveva già scontato 4 mesi di carcere era finita agli arresti il 5 maggio scorso durante una perquisizione nella città di Gedda. De Rosa è arrivata a Roma Fiumicino con un volo dell’Arabian Lines poco dopo le 13 del 2 novembre. Ad attenderla diverse troupe televisive e giornalisti di radio e carta stampata, che però la hostess ha preferito dribblare uscendo da un altro varco accompagnata dalle forze dell’ordine.

Ilaria De Rosa ha sempre negato ogni addebito rispetto al consumo di alcool o droghe. Ha sempre sostenuto e ribadito di essere completamente innocente e di non aver compreso le ragioni del suo arresto, avvenuto mentre si trovava a cena da amici. Secondo il suo racconto, nel giardino della villa dov’era ospite si sarebbero presentate una decina di persone armate e in borghese, tanto che la prima impressione era che si trattasse di una rapina. Sarebbero poi scattate le perquisizioni, che avrebbero riguardato anche lei, unica donna a subire un trattamento così invadente probabilmente in quanto non araba.

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Ilaria De Rosa è stata in carcere in Arabia Saudita per 4 mesi prima della sua liberazione, il 2 novembre. Foto Twitter @globalistIT

“Contro di lei accuse inventate”

Soltanto una volta giunta alla stazione di polizia la hostess trevigiana si è resa conto di aver subito un arresto da parte di forze di polizia. Il primo interrogatorio, in inglese, sarebbe avvenuto 5 giorni dopo il blitz e in quella occasione Ilaria De Rosa avrebbe negato con decisione ogni tipo di addebito circa il consumo o la detenzione di droga e il consumo di bevande alcoliche. All’esito dell’interrogatorio, poi, a quanto riferito, Ilaria De Rosa si sarebbe ritrovata a firmare un documento in arabo di cui ha detto di ignorare il contenuto.

Gli stessi genitori di De Rosa – la madre che vive in Veneto e il padre che lavora in Belgio come ufficiale dell’Aeronautica militare in servizio presso una base NATO – avevano da tempo sottolineato che Ilaria non faceva uso di stupefacenti. Anche solo per un semplice motivo: Per lavoro era sottoposta a continui test tossicologici“. Controlli che la Avion Express, la compagnia aerea per cui lavora la ragazza, fa regolarmente sui suoi dipendenti.

La situazione delle donne in Arabia

Luana Zanella, presidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha affermato che “è una bella notizia la liberazione di Ilaria De Rosa da un carcere dell’Arabia Saudita. La nostra diplomazia ha fatto un buon lavoro. C’è da dire che la donna in Italia avrebbe rischiato una pena per detenzione di stupefacenti da 18 mesi a 6 anni come prevede la stretta, incomprensibile e per noi molto grave, del decreto Caivano“.

Le donne in Arabia vivono in un regime di vessazioni, come dimostra il caso che VelvetMag ha raccontato lo scorso anno, quando la saudita Salma al-Shehab, dottoranda all’Università di Leeds (Inghilterra), è stata bloccata nel suo paese e condannata a 34 anni di carcere per aver usato Twitter in modo libero, ripostando contenuti di attivisti e dissidenti.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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