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Roma, santa e dannata: l’altra faccia della “bellezza” secondo Dago e Giusti

Il documentario diretto da Daniele Ciprì con Paolo Sorrentino in veste di produttore creativo

Roma: due uomini che passeggiano e parlano del senso della città. Non è la prima volta: che sia il racconto della “grande bellezza” della città secondo Sorrentino, o una coppia di divi hollywoodiana in vespa. Solo che questa volta si tratta di Roberto D’Agostino, in arte Dago, e Marco Giusti.

Una passeggiata perché Roma senza calpestarla proprio non la capisci; poi “senza mettere i piedi sul Tevere” (naturalmente sia Tra che Oltre) anche meno. L’originalità sta nello sguardo della coppia di novelli Dante (Giusti) e Virgilio (D’Agostino). Capaci di immergersi in un racconto che a tratti atemporale, a tratti precisissimo, parla di sesso e potere. E probabilmente anche di come la città che ha visto nascere, morire e rinascere di tutto, sia pronta a rivelare e rivivere l’impensabile, l’inimmaginabile. E in fondo anche le rivoluzioni di costume e nella società. Da sempre e forse per sempre con una modalità che ha digerito imperi, personaggi di potere, divi e VIP.

"Roma, santa e dannata" - Roberto d'Agostino e Marco Giusti
Uno scatto da “Roma, santa e dannata” – Roberto d’Agostino e Marco Giusti: photo credits @Benedetta Pistolini

Roma, santa e dannata: notturna e in fondo pagana

Roma protagonista ancora una volta: il suo labirinto secolare che accomuna la vita di giorno, quella normale dove tutta la gente lavora anche solo a costruire relazioni; a quella della notte assai meno nota e assai più esclusiva. Che cattura molti, se non tutti i personaggi famosi. All’inizio doveva essere Paolo Sorrentino – che si presenta sul red carpet e figura come produttore creativo – a dirigere l’anima “Santa e Dannata nel racconto di Roberto D’Agostino. E’ un bravissimo Daniele Ciprì a firmare fotografia e regia del documentario che Dago cofirma con Giusti.

Il viaggio che parte sul battello Livia Drusilla – come se dall’antica Roma il potere cambi solo i soggetti, ma non sé stesso e le sue dinamiche (compresa la presenza dei “froci da sempre“, cit. Dago, n.d.r.) – si materializza nella notte romana sessantottina per giungere agli Anni ’80. Ma il battello è anche una citazione, che rimanda proprio alla fine de La grande bellezza che ha fruttato l’Oscar a Sorrentino. Forse per vedere cosa c’era dopo, oltre, quel racconto su Roma, per capire perché ha stregato tutti. Per capire se come sempre esista un altro retroscena: scoprire “l’altra faccia della vestaglia” come ha spiegato proprio D’Agostino all’Ansa. Con una certezza: nella città dove il Vaticano è l’unico potere che non è mai venuto meno, non manca la trasgressione e resiste un certo paganesimo.

I narratori: santi e dannati anche loro?
Come il sommo poeta e il suo maestro, anche il duo D’Agostino-Giusti fanno degli incontri la cifra della narrazione nel percorso di questo racconto segreto ma non troppo della vita di notte a Roma. Del motivo per cui la si ami tanto (sentimento condiviso anche da chi non è romano, perché come sosteneva Flaiano: “Amare Roma è facile, capire Roma non solo è impossibile ma inutile“) – di giorno e di notte – e si poteva farlo solo incontrando di persona chi la notte l’ha vissuta, fatta, raccontata. Con tanto di corredo di divertimento sfrenato, erede diretto della Dolce Vita, per cui i due narratori si sentono anche un po’ “Ric e Gian, Thomas Milian e Bombolo“. In puro stile Cafonal secondo il dago-pensiero.

Gli incontri che hanno segnato i decenni del racconto

Aneddoti per cui non faremo alcuno spoiler – compreso quello sulla passeggiata del Papa – che rendono non solo la notte. Più su tutto quell’indolenza tutta romana, che arriva dritto dal DNA dell’Impero e quel menefreghismo (il famoso “sti cXXXi”, n.d.r.) assurto ad assioma filosofico- religioso. E quindi tocca a Vladimir Luxuria raccontare del Mucca Assassina (celebre luogo di incontro in quegli anni per la comunità gay, n.d.r.). Come del cinema a luci rosse Mercury, di proprietà del Vaticano. A Carlo Verdone parlare di Christian De Sica e le loro incursioni nei locali notturni, come degli ottant’anni di Alberto Sordi o di un Festival della poesia turbolento. A Sandra Milo intervistata, come a Moana Pozzi nelle immagini di repertorio, di rendere il lato privato della vita della politica del Garofano socialista.

"Roma, santa e dannata" Massimo Ceccherini e Sandra Milo
“Roma, santa e dannata” – da sinistra: Massimo Ceccherini e Sandra Milo: photo credits @Benedetta Pistolini

Craxi e le sue amanti, De Michelis e le discoteche, Martelli e la Villa Politeia sull’Appia. E stessa sorte e trasformazione – come spiega Enrico Vanzina – è toccata anche a Berlusconi, che a Roma ha trovato la sublimazione del sua indole seduttiva, ben prima della discesa in politica. Passando per la trasgressione di Cicciolina in politica e di tutte quelle figure che hanno amato non arrendersi alla notte che finiva. Come hanno testimoniato Vera GemmaMassimo Ceccherini. Due interviste schiette anche sul malessere in cui poteva sfociare il divertimento al Jackie ‘O o al Degrado (due celebri locali di Roma, n.d.r.).

"Roma, santa e dannata" - da sinistra: Vera Gemma e Giorgio Assumma: photo credits @Benedetta Pistolini
“Roma, santa e dannata” – da sinistra: Vera Gemma e Giorgio Assumma: photo credits @Benedetta Pistolini

Roma, santa e dannata: in sala 6, 7 e 8 novembre

Il documentario prodotto da The Apartment, società del gruppo Fremantle, Kavac film con Rai Cinema. Sarà in sala con Altre Storie il 6, 7 e 8 novembre. E come ha chiosato uno spettatore post visione del docu-film alla Festa del Cinema di Roma 2023: “io ci vivevo a Roma mica le ho viste tutte queste cose”. Vale la pena anche solo per conoscere e riconoscere questa visione del potere e non solo.

Angela Oliva

Direttore Responsabile
Pugliese di nascita, muove le sue prime esperienze giornalistiche tra Palio, Sport e Cronaca bianca a Siena durante il periodo universitario divenendo pubblicista subito dopo la laurea con lode in Scienze della Comunicazione. Con il trasferimento a Roma inizia il praticantato che la porterà a diventare professionista nel 2008. Si è occupata di gambling, dipendenze, politica estera (ha una seconda laurea sempre con lode in Scienze internazionali e diplomatiche), ippica, economia. Ha collaborato con giornali, TV (Telenorba), l'agenzia di stampa nazionale Il Velino-AGVNews e con diverse realtà specializzate. Diverse le esperienze in agenzie come account ed advisor del settore bancario, di associazioni di categoria, di comunicazione pubblica, turismo, trasporti, cybersecurity, compliance & risk management, telecomunicazioni, 5G e di gaming.
In parallelo si è occupata di Comunicazione strategica e Marketing come manager in azienda - trasferendosi a Rimini - assumendo spesso anche la responsabilità delle Relazioni esterne. Ha approfondito, con due diversi master, anche i temi della Corporate Social Responsibilty e della Sostenibilità.

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