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“Arresto cardiaco per Putin”, come sta il capo del Cremlino

Fonti russe su Telegram denunciano le presunte condizioni di salute molto precarie del numero 1 russo

Vladimir Putin avrebbe avuto un arresto cardiaco la sera del 22 ottobre. Si tratta di una notizia difficile da verificare che però alimenta dubbi fondati, da tempo, sulle reali condizioni di salute del capo del Cremlino. In base a ciò che filtra dalla Russia in guerra contro l’Ucraina, inoltre, a tutti gli ultimi incontri pubblici a Mosca e non solo avrebbero partecipato i famigerati sosia e non il presidente in persona.  

Il presunto arresto cardiaco si sarebbe verificato pochi minuti dopo le 21 (ora locale) del 22 ottobre, nella residenza privata del presidente russo. Due agenti della sicurezza, accorsi subito dopo aver sentito un fracasso proveniente dalla camera da letto, avrebbero trovato Putin “accasciato sul pavimento“.

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Il presidente russo Vladimir Putin. Foto Ansa/Epa Alexsei Nikolsky

Cosa è successo a Putin?

Avrebbero quindi chiamato immediatamente i soccorsi, presenti nella residenza. A riportare queste informazioni è il canale Telegram General Svr attribuito, senza riscontri, a ex generali russi del servizio di intelligence estera. A riportare la notizia, citando il canale Telegram in questione, è stato il quotidiano britannico Daily Express. I medici avrebbero quindi “rianimato” Putin, dopo aver diagnosticato un arresto cardiaco. È quanto si legge nel post che il tabloid inglese ha rilanciato.

I sanitari avrebbero quindi ricoverato d’urgenza il presidente russo in locali della residenza attrezzati per le emergenze mediche e per la terapia intensiva. Le sue condizioni di salute si sarebbero poi stabilizzate. Il capo del Cremlino, riferiscono le fonti Telegram citate dal Daily Express, rimarrebbe adesso sotto costante controllo medico.

Il canale che ha dato la notizia

Sempre stando al canale Telegram attribuito al gruppo di ex militari di alto rango dei servizi di sicurezza, chi ha soccorso Putin lo ha trovato accanto al letto e a un tavolo rovesciato con bevande e pietanze. Probabilmente cadendo ha fatto cadere anche il tavolo con i piatti, provocando il rumore che ha attirato l’attenzione del personale della guardia presidenziale. “Per terra, Putin era preda di convulsioni, con gli occhi che roteavano nelle orbite” scrive il Daily Express, secondo quanto riporta Adnkronos.

Sull’attendibilità della notizia non mancano dubbi. General Svr è del resto un canale Telegram che conta poco più di 16mila follower, mentre i canali russi pro guerra hanno follower dell’ordine delle centinaia di migliaia. Tuttavia già in passato tale canale aveva denunciato le condizioni di salute deteriorate di Putin. Secondo General Svr l’arresto cardiaco del 22 ottobre ha innescato un grave allarme nella cerchia ristretta di potere del Cremlino.

Putin e i sosia

Nelle prossime ore, sostiene il post in questione, sarebbero addirittura in programma riunioni per discutere il dopo-Putin. Sempre secondo questa fonte, i medici avrebbero già asserito da tempo che il presidente russo è in condizioni di salute così precarie da poter non sopravvivere all’autunno. È da molti mesi, del resto, che in Occidente si cerca di capire se i sosia di Putin siano ripetutamente presenti nelle immagini della propaganda russa della guerra contro l’Ucraina.

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Il presidente cinese Xi Jinping stringe la mano a Putin a Pechino, il 18 ottobre 2023. Foto Ansa/Epa/Xinhua Zhang Ling

Recentemente, anzi, sarebbero stati sosia di Putin a partecipare a tutti gli incontri ufficiali e pubblici. A quanto apprende l’agenzia di stampa Adnkronos, in seguito alla notizia rivelata al mattino del 23 ottobre, una riunione dell’agenzia statale per le emergenze nazionali nel distretto di Kiev sarebbe stata interrotta per approfondire le informazioni.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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