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Riscaldamento, quando si può accendere? Il calendario dell’Italia zona per zona

In alcune aree del nostro Paese è già acceso, in altre se ne parla a dicembre

Terminata la cosiddetta ‘ottobrata’ di caldo e bel tempo quasi estivo si avvicina il momento in cui si potrà accendere il riscaldamento in casa, a scuola e negli uffici. Il mese in corso si sta concludendo con piogge e maltempo diffusi, ma soprattutto col primo vero calo delle temperature, di stampo autunnale. 

Del resto, se non meteorologicamente, almeno dal punto di vista del calendario l’autunno è cominciato ormai da un mese. Ma quando si potrà accendere il riscaldamento? Se lo scorso valevano ancora le normative del decreto Cingolani, da quest’anno si ritorna alla vecchia normativa, ricorda il Quotidiano Nazionale.

Riscaldamento Italia 2023
Riscaldamento, le accensioni perlopiù al via da fine ottobre

Nell’inverno 2022 si era infatti in piena emergenza energetica a causa della guerra in Ucraina ma anche e soprattutto dei prezzi di gas e carburanti alle stelle più di adesso. Così il decreto aveva abbassato per legge di un grado (da 20 a 19 gradi) la temperatura massima alla quale era possibile fissare il termostato di casa che regola i termosifoni. Le date stesse di accensione dei termosifoni erano state posticipate.

Riscaldamento, le regole

Per questo autunno-inverno, invece, il calendario con le date di accensione del riscaldamento torna quello di sempre. Per condomini e abitazioni con sistema centralizzato, l’accensione dei riscaldamenti dipende dalla normativa in vigore, dalla zona climatica e sostanzialmente dalla decisione unanime dell’assemblea condominiale.

Allo scopo di conoscere le date di accensione dei termosifoni, tuttavia, si fa riferimento alla tabella contenuta nel Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993 n. 412. Tale regolamento stabilisce quando si può accendere il riscaldamento, le modalità di accensione, quante ore i caloriferi possono rimanere accesi e qual è la loro data di spegnimento. L’ultima parola spetta però al sindaco che può decidere se anticipare o posticipare l’accensione.

Milano e Bologna, si parte il 22 ottobre

Un esempio è appunto il Comune di Milano, dove il sindaco Beppe Sala ha firmato l’ordinanza che posticipa l’accensione dei riscaldamenti a domenica 22 ottobre 2023 (e non il 15). La decisione è dipesa dalle temperature attuali che risultano ancora sopra la media del periodo. Lo stesso ha fatto il Comune di Bologna col sindaco Matteo Lepore.

Calendario riscaldamento 2023

Vediamo le zone in cui si suddivide l’Italia e il relativo calendario delle accensioni del riscaldamento. Zona A: Lampedusa, Sud e Isole, accensione dal 1° dicembre al 15 marzo, orario: 6 ore al giorno. Per la Zona B, diffusa soprattutto nelle aree costiere di Sardegna, Sicilia e Calabria meridionale, il periodo di accensione va dal 1° dicembre al 31 marzo e l’orario è di 8 ore al giorno. Nella Zona C, che interessa il Sud, Napoli inclusa, insieme alle zone costiere del Lazio meridionale, il periodo di accensione del riscaldamento va dal 15 novembre al 31 marzo, per 10 ore al giorno.

Zona D: le aree interne di tutto il Centro Italia, il Centro-Nord e le Isole maggiori, inclusa Roma. Periodo di accensione dal 1° novembre al 15 aprile. Orario: 12 ore al giorno. Nella Zona E, invece, per le aree dell’Appennino, la Pianura Padana, le aree subalpine, il periodo di accensione va dal 15 ottobre al 15 aprile e l’orario è di 14 ore al giorno. Zona F: interessa le Alpi e alcune zone appenniniche. Periodo di accensione senza alcun limite.

riscaldamento italia 2023 temperature alte
Fino a tutta la prima metà di ottobre ha fatto troppo caldo in Italia

Le Zone città per città

A fronte del calendario di accensione del riscaldamento ecco le singole città. Zona climatica A: Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle; Zona climatica B: Agrigento, Catania, Messina, Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria, Crotone. Nella Zona climatica C: Cagliari, Caserta, Imperia, Latina, Bari, Benevento, Cosenza, Lecce, Brindisi, Catanzaro, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto. Per quanto riguarda la Zona climatica D: Ancona, Ascoli Piceno, Genova, La Spezia, Savona, Pistoia, Prato, Roma, Forlì, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa. Siena, Terni, Pescara, Teramo, Vibo Valentia, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro.

Zona climatica E: Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano. Ma anche Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila, Potenza.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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