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Presidenziali in Argentina: al ballottaggio Massa e Milei, fra miniere di litio e la vendita di organi

Primarie rovesciate, l'anarco-capitalista Milei deve inseguire il ministro dell'Economia. Nel paese il tasso di povertà è al 40% e l'inflazione al 140%

Tutto rinviato al ballottaggio del 19 novembre, in Argentina. Le elezioni presidenziali vedranno sfidarsi al secondo turno l’outsider ultra liberista Javier Milei, 53 anni, e il peronista progressista Sergio Massa, 51 anni. 

Lo scrutino del primo turno, domenica 22 ottobre, ha ribaltato le aspettative: Massa, leader del Centrosinistra di Union por la patria ha prevalso col 36,5% dei consensi lasciando l’anarco-capitalista Milei, di Libertad Avanza, all’inseguimento col 30%. Le primarie generali dello scorso agosto avevano indicato una tendenza opposta.

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Sergio Massa (sin.) e Javier Milei. Foto Ansa/Epa VelvetMag

I voti di Bullrich all’estrema destra?

L’Argentina è comunque un Paese polarizzato. Esce dalla contesa per la Casa Rosada la conservatrice Patricia Bullrich di Juntos por el cambio, col 23,8%. Voti che secondo gli analisti potrebbero andare in larga parte all’estrema destra di Milei. “Non ci congratuleremo con uno dei ministri del peggior Governo che l’Argentina abbia mai avuto“, ha detto Bullrich, spazzando via qualsiasi ipotesi di intesa col peronismo di Sergio Massa.

L’Argentina deve abbandonare il populismo se vuole crescere e porre fine alla povertà” ha commentato Bullrich, “non saremo mai loro complici“. “Un salto nel vuoto con Milei? O un ritorno alla crisi del 2001 con Massa?” hanno chiesto i commentatori degli speciali televisivi che hanno accompagnato la notte elettorale.

L’Argentina oggi

La grande preoccupazione resta l’incertezza che regnerà ancora per un mese sui mercati. Con nuove turbolenze e la volatilità dei cambi. L’economia dell’Argentina è a pezzi: l’inflazione galoppa verso il 140%, e il tasso di povertà è al 40%. Il candidato al momento favorito alla presidenza (in base ai risultati del primo turno), Sergio Massa, attuale ministro dell’Economia, ha promesso che non ci sarà a breve una nuova svalutazione del peso (la moneta nazionale).

Massa: “Governo di unità nazionale

Nel suo primo discorso dopo il voto del 22 ottobre ha dichiarato che a dicembre, se e quando sarà presidente, “convocherà un Governo di unità nazionale che metta fine alla storica ‘grieta(divisione profonda, ndr.) fra gli argentini“. Massa intende poi “scegliere le persone” sulla base delle loro qualità e “non della loro appartenenza politica“. “Voglio assicurare che sarò un presidente che lavorerà per dare ai cittadini più ordine, più sicurezza, meno improvvisazione e regole chiare“. E soprattutto, ha aggiunto, “che i nostri figli portino zaini con dentro libri e non un’arma“.

Litio, il nuovo ‘oro’ delle miniere

Il peronista è convinto di poter condurre l’Argentina fuori dal pantano grazie allo sviluppo del settore energetico e delle materie prime come il litio. L’Argentina è fra i maggiori produttori al mondo del nuovo ‘oro’ del futuro, indispensabile per le batterie delle auto elettriche, degli smartphone e dei computer. Sebbene, come avviene nel vicino Cile, la gran parte delle aziende estrattive siano multinazionali private, tanto che il presidente cileno Gabriel Boric intende varare un progetto di nazionalizzazione.

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L’Argentina è fra i maggiori produttori al mondo di litio. Foto Twitter @RSIInfo_

Su questa scia sembra volersi collocare il possibile prossimo presidente argentino, Massa. Il quale promette inoltre di “cancellare il debito col Fondo monetario internazionale“, una questione annosa per l’Argentina, sempre sotto stretta osservazione dell’organismo economico-finanziario internazionale. Massa vorrebbe anche puntare sul multilateralismo e far entrare l’Argentina nel gruppo dei Brics, i paesi della coalizione alternativa all’Occidente, fra cui Brasile, Russia, India e Cina.

Milei: “Armi per tutti e organi in vendita

Per una rottura dei rapporti con la Cina, è invece Javier Milei, amico di Eduardo Bolsonaro. Quest’ultimo, figlio dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, è arrivato per sostenerlo allo Sheraton Libertador di Buenos Aires. Così come l’europarlamentare Hermann Tertsch e il direttore del Foro di Madrid, Eduardo Cader, dell’estrema destra di Vox.

L’anarco-capitalista Milei intende chiudere la Banca centrale argentina, e ‘dollarizzare’ il paese. Promuove inoltre la privatizzazione di sanità, scuole e trasporti. Anti-abortista, afferma che i cambiamenti climatici sono una “farsa della sinistra“. Non basta. Se eletto, Milei vuole liberalizzare la vendita delle armi e degli organi umani.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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