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Martti Ahtisaari, chi è l’uomo di pace rimpianto anche da Mattarella

Credeva che tutte le guerre potessero essere risolte e vedeva sempre opportunità dove gli altri vedevano problemi

Se i segni dei tempi esistono non appare una mera coincidenza la morte di Martti Ahtisaari in quest’ultimo scorcio del 2023, in cui il mondo sembra precipitare in un turbine di guerre senza ritorno. Ahtisaari se ne è andato lo scorso 16 ottobre a 86 anni. Ex presidente della Finlandia, ha ricevuto il premio Nobel per la Pace nel 2008 in qualità di grande mediatore e risolutore di guerre e conflitti.

“Il mondo ha perso una persona davvero eccezionale che ha dedicato la sua vita alla pace” ha affermato sui social media Alexander Stubb, presidente del Consiglio di amministrazione di CMI – Martti Ahtisaari Peace Foundation. “Credeva fermamente che la pace fosse una questione di volontà e che tutti i conflitti potessero essere risolti, vedendo sempre opportunità dove gli altri vedevano problemi“.

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Al centro Martti Ahtisaari. Foto @cmioffice

Il messaggio di Mattarella

Un giudizio sulla figura e l’operato dell’ex presidente finlandese scomparso che condivide anche il capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella. Dal Quirinale ha inviato al suo omologo attualmente in carica a di Helsinki, Sauli Niinistö, un accorato messaggio di cordoglio. “Appresa la triste notizia della morte di Martti Ahtisaari, a nome della Repubblica Italiana porgo a Lei, alla famiglia dell’ex Presidente e al popolo finlandese le espressioni del più sincero cordoglio” ha scritto Mattarella. “Martti Ahtisaari ha offerto un contributo fondamentale alla causa della pace” ha proseguito il presidente della Repubblica. “Il Suo profondo impegno a favore del dialogo e della riconciliazione appaiono tanto più significativi nell’attuale contesto internazionale, segnato da conflitti e crescenti divisioni“.

L’opera di Ahtisaari

Martti Ahtisaari è stato Presidente della Repubblica di Finlandia dal 1994 al 2000. In precedenza ha avuto una brillante carriera alle Nazioni Unite e al Ministero degli Esteri finlandese, si ricorda sull’account Twitter della CMI – Martti Ahtisaari Peace Foundation. Nel 2000, Ahtisaari ha fondato la Crisis Management Initiative (CMI), un’organizzazione non governativa indipendente, per portare avanti la sua eredità di risoluzione dei conflitti.

Per gli attuali dirigenti della CMI, Martti Ahtisaari lo si può considerare il mediatore di pace di maggior successo di tutti i tempi. Per quasi quattro decenni ha lavorato duramente per prevenire e risolvere i conflitti in tutto il mondo. Nel 2008 ha ricevuto il premio Nobel per la pace per il suo lavoro come mediatore.

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Martti Ahtisaari (a sinistra) con Jimmy Carter (a destra). Foto Cmi.fi

Tra i suoi successi più importanti di mediatore internazionale: gli accordi di pace relativi al ritiro della Serbia dal Kosovo alla fine degli Anni Novanta. Ma anche la richiesta di indipendenza della Namibia negli Anni Ottanta e l’autonomia della provincia di Aceh in Indonesia nel 2005. Martti Ahtisaari ha partecipato inoltre al processo di pace dell’Irlanda del Nord, alla fine degli Anni Novanta, con il compito di monitorare il processo di disarmo dell’Ira (Irish republican army).

Oggi c’è bisogno di mediatori

Quando il Comitato norvegese per il Nobel per la pace scelse Ahtisaari nell’ottobre 2008, motivò la decisione “per i suoi importanti sforzi, in diversi continenti e nel corso di più di tre decenni, per risolvere i conflitti internazionali”. Oggi, 15 anni più tardi, mentre la guerra è tornata in Europa con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e il Medio Oriente rischia di sprofondare a causa della guerra fra Hamas e Israele in Palestina, la memoria di uomini come l’ex presidente della Finlandia rappresenta una luce nel buio.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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