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Benzema accusato dal ministro dell’Interno francese di essere vicino a un’organizzazione terroristica

Darmanin contro il vicecampione del mondo che gioca in Arabia: "È dei Fratelli Musulmani", banditi dalla Francia ma anche da Riyad

L’ex attaccante del Real Madrid e Pallone d’Oro, Karim Benzema, nella bufera delle polemiche. Non si era ancora visto un ministro dell’Interno di un paese fondatore dell’Unione europea come la Francia attaccare frontalmente con accuse gravi un calciatore della nazionale del proprio paese, vicecampione del mondo 2022.  

È quello che invece è accaduto in questi giorni. E che rischia di avere lunghi e pesanti strascichi, anche di ordine politico. Il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha infatti dichiarato in televisione, a CNews, che “il signor Karim Benzema ha legami noti con i Fratelli Musulmani“. Si riferiva all’organizzazione islamista transnazionale considerata terroristica in Francia come anche nella stessa Arabia Saudita e in altri paesi.

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Karim Benzema. Foto Twitter @Le_Figaro

Benzema e il tweet su Gaza

Parole che arrivano dopo le ultime dichiarazioni del giocatore francese. Benzema, musulmano praticante che attualmente gioca nel campionato dell’Arabia Saudita, nell’Al Ittihad, ha fatto affermazioni su Twitter a sostegno degli abitanti di Gaza, in Palestina.

Tutte le nostre preghiere per gli abitanti di Gaza che ancora una volta sono vittime di questi ingiusti bombardamenti che non perdonano né le donne né i bambini ha scritto l’attaccante nei giorni scorsi. Benzema si riferiva alla guerra in corso da 10 giorni fra Israele e Hamas, con incessanti bombardamenti delle forze di Tel Aviv su interi quartieri di Gaza City che avrebbero provocato finora la morte di 3mila persone e il ferimento di altre 11mila.

Benzema tuttavia non ha citato le oltre mille vittime israeliane e gli oltre 100 ostaggi dell’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, da cui è partita la spropositata rappresaglia di Israele. L’attacco di Hamas è avvenuto a colpi di migliaia di razzi ama anche da parte di miliziani infiltratisi a una festa in musica nel deserto, piena di giovani, e dilagati fino a varie città e kibbutz israeliani dove sono stati compiuti massacri efferati di civili inermi, anche bambini.

Karim, francese di origini algerine

Il bomber francese Benzema è nato a Lione nel 1987, ha origini algerine ed è musulmano. Gioca attualmente nel campionato saudita. Al momento non ha replicato alle accuse che parlano di un suo coinvolgimento con i Fratelli Musulmani, organizzazione che in Occidente si considera al fianco del terrorismo di matrice islamista. I Fratelli Musulmani sono un gruppo sorto nel 1928. La Fratellanza Musulmana, come anche i suoi affiliati e simpatizzanti la definiscono, opera principalmente in Egitto e a Gaza.

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Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin. Foto Twitter @VilainCat

In diversi paesi arabi, o non arabi ma in cui è presente una forte tradizione musulmana, è fuorilegge in quanto considerata un’organizzazione terroristica. Si tratta di Bahrain, Egitto, Siria, della stessa Arabia Saudita in cui Benzema gioca a calcio, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e Uzbekistan. Oltre che del mondo occidentale e della Russia.

Cosa farà l’Arabia Saudita?

La dichiarazione del ministro dell’Interno Gérald Darmanin (“Benzema ha legami noti con i Fratelli Musulmani”) rischia dunque di mettere in difficoltà personalmente il campione francese, che potrebbe adesso vedersi rivolgere accuse dalle forze di sicurezza dell’Arabia Saudita. Se è infatti difficile immaginare che i sauditi non siano a conoscenza degli eventuali “legami” del giocatore con i Fratelli Musulmani, potrebbero ora quantomeno chiederne formalmente conto a Benzema, non foss’altro che per tutelare l’immagine di Riyad, la maggiore potenza araba del Golfo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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