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Terremoto in Afghanistan, un’ecatombe: oltre 2mila vittime e 9mila feriti

Colpita la provincia di Herat, al confine con l'Iran. Per l'ONU il bilancio del disastro si aggraverà

Sono più di 2mila le persone che sono morte in Afghanistan il 7 ottobre a causa dei forti terremoti che hanno sconvolto il paese asiatico. Oltre 9mila, invece, i feriti, secondo quanto riportato dall’amministrazione talebana a Kabul.

Lo United States Geological Survey ha riferito che il terremoto iniziale avvenuto sabato a circa 40 chilometri a nord-ovest della città occidentale di Herat, quasi al confine con l’Iran, ha avuto una magnitudo di 6,3.

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Terremotati di Herat attendono soccorsi. Foto Ansa/Epa

Nuovo sisma dopo quello di un anno fa

Sono seguite tre forti scosse di assestamento di magnitudo 6,3, 5,9 e 5,5. Domenica 8 ottobre il portavoce del Governo ha riferito che il bilancio delle vittime nella regione è più alto di quanto originariamente si pensasse. Si tratterebbe, infatti, delle scosse più mortali che il territorio montuoso, già soggetto a sismi, ha sperimentato nel corso degli ultimi anni. Nel giugno 2022, un potente terremoto aveva colpito una regione aspra e montuosa dell’Afghanistan orientale, abbattendo case in pietra e mattoni di fango. Il terremoto uccise almeno mille persone e ne ferì circa 1.500.

In Afghanistan almeno 5 forti scosse hanno colpito Herat intorno a mezzogiorno del 7 ottobre, ha detto Abdul Shakor Samadi, un residente della città. “Tutte le persone sono fuori dalle loro case” ha dichiarato l’uomo. “Case, uffici e negozi sono tutti vuoti e si temono nuovi terremoti. Io e la mia famiglia eravamo dentro casa, ho sentito il terremoto”. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato di aver inviato 12 ambulanze nel distretto di Zenda Jan per evacuare le vittime e trasportare i feriti negli ospedali.

Afghanistan, servono aiuti subito

Il mullah Janan Sayeeq, portavoce del Ministero dei disastri, ha detto all’agenzia di stampa Reuters che 2.053 persone sono morte, 9.240 ferite e 1.329 sono le case danneggiate o distrutte. Quattro villaggi nel distretto di Zenda Jan, nella provincia di Herat, avrebbero subito il peso maggiore del terremoto e delle scosse di assestamento. Circa 6 sarebbero i villaggi distrutti e centinaia i civili rimasti sepolti sotto le macerie, ha affermato Abdul Wahid Rayan, portavoce del ministero dell’Informazione e della Cultura, chiedendo aiuti urgenti.

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Foto Twitter @WFP_Afghanistan

L’ONU: “Le vittime aumenteranno

I partner e le autorità locali prevedono che il numero delle vittime aumenterà man mano che gli sforzi di ricerca e salvataggio continueranno” hanno affermato le Nazioni Unite. “Mentre continuano a essere segnalati morti e vittime del terremoto, le squadre sono negli ospedali per assistere il trattamento dei feriti e valutare ulteriori bisogni” hanno poi aggiunto. “Le ambulanze supportate dall’OMS trasportano le persone colpite, la maggior parte dei quali donne e bambini“.

La provincia di Herat confina con l’Iran. Secondo i media locali, anche le popolazioni delle province afghane di Farah e Badghis hanno avvertito il sisma. I talebani, il cui regime teocratico non cessa i soprusi sulla popolazione, hanno esortato le organizzazioni locali a raggiungere le zone colpite dal terremoto il prima possibile per aiutare a condurre i feriti in ospedale, fornire rifugio ai senzatetto e consegnare cibo ai sopravvissuti. Hanno affermato che le agenzie di sicurezza dovrebbero utilizzare tutte le loro risorse e strutture per salvare le persone intrappolate sotto le macerie. “Chiediamo ai nostri ricchi compatrioti di dare ogni possibile cooperazione e aiuto ai nostri fratelli afflitti“, hanno detto i Talebani su X.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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