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Strage di Mestre, il guardrail andava cambiato da molti anni

Lo certifica un rapporto tecnico del 2017. Sul cavalcavia non è mai stata fatta manutenzione straordinaria in oltre 50 anni

Le indagini in corso sulla strage del pullman che a Mestre è precipitato dal cavalcavia della Vempa il 3 ottobre evidenziano inquietanti dettagli. Un dossier tecnico del 2017 segnalava la necessità di sostituire i guardrail su entrambi i sensi di marcia. 

La squadra di esperti, nominati dal Comune di Venezia, faceva riferimento a una raccomandazione dell’Unione europea che prevede criteri unici per tutti gli Stati membri. Fra questi “l’innalzamento e l’ispessimento dei parapetti sulle strade ad alta circolazione“.

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Il guardrail sfondato dal pullman precipitato a Mestre il 3 ottobre. Foto Ansa/Michele Galvan

Mestre, il ‘buco’ nel guardrail

Nella barriera del cavalcavia di Mestre c’è inoltre un’interruzione per la lunghezza di 2 metri, un ‘buco‘ nel guardrail. È in quel punto che il pullman, che ha viaggiato ‘appoggiato’ alla barriera per circa 50 metri prima di cadere, è precipitato giù dal ponte. Il ‘buco’ è oggetto di perizia. Era rimasto nonostante la scaletta alla quale garantiva l’accesso non esistesse più da oltre 20 anni.

Come riporta il Corriere della Sera, nel loro rapporto di 6 anni fa sulle condizioni del guardrail, i tecnici del Comune di Venezia avevano osservato anche casi di “ammaloramento delle fasce metalliche dovuto agli effetti degli agenti aggressivi esterni“. In pratica la ruggine. In particolare si sottolineava l’esigenza di una manutenzione straordinaria, compreso il rifacimento delle solette sulle quali si reggono le putrelle di sostegno dei parapetti. Nell’elenco anche la pavimentazione, che avrebbe dovuto sopportare il peso di barriere più moderne, ma anche più pesanti.

Manutenzione zero

La perizia disposta dal procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, si concentra proprio sul ‘buco’ di 2 metri in cui è finito il bus elettrico, precipitando dal cavalcavia di Mestre e provocando la morte di 21 persone. Intanto gli inquirenti ripercorrono l’intera storia burocratica dell’infrastruttura. Nel progetto esecutivo dei lavori finanziati col PNRR si legge che il cavalcavia, “completato alla fine degli Anni Sessanta, non è stato oggetto di interventi di manutenzione straordinaria e rinforzo strutturale successivi alla sua realizzazione“.

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I soccorritori attorno al bus precipitato: 21 le vittime e 15 i feriti, alcuni gravi. Foto Ansa/Andrea Merola

La scaletta che non esiste più

Tra i fogli del progetto originale del viadotto di Mestre, redatto dalla Società Autostrade di Venezia e Padova e risalente al 1967, c’è anche il disegno della famigerata scaletta. Collegava la strada sottostante al marciapiede di servizio che costeggia la carreggiata, proprio in corrispondenza del punto della tragedia.

In quel preciso punto la protezione d’acciaio non copriva due metri, lasciando un buco rivelatosi fatale. Come dimostrano le tracce degli pneumatici sulla linea bianca esterna, che si interrompono proprio dove il guardrail lasciava il varco. La scaletta non esiste più tempi in cui l’Anas gestiva il tratto stradale, poi passato sotto la giurisdizione del Comune di Venezia. Oltre vent’anni senza messa in sicurezza di un buco visibilmente pericoloso.

Mestre, i cantieri un mese fa

Dopo le indagini tecniche del 2017, nel 2018 arriva il piano di Fattibilità tecnico-economica. Due anni più tardi vede la luce anche il progetto definitivo di restauro del cavalcavia di Mestre. Il costo complessivo dell’opera supera i 6 milioni di euro e l’avvio dei cantieri viene posticipato prima al 2021 e poi al 2022. Il 4 settembre 2023 si apre il primo cantiere, con lavori previsti per 20 mesi. I lavori sul tratto di cavalcavia rivelatosi fatale sarebbero cominciati in inverno.

Al Corriere della Sera è intervenuto anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. “Non potevamo cambiare il guardrail. Serviva un progetto unitario, per cui abbiamo stanziato oltre 6 milioni di euro anche di fondi PNRR. E i cui cantieri sono già in corso. L’iter è cominciato nel 2016 con i primi rilievi. Per sostituire la barriera di protezione bisogna intervenire anche sulla piattaforma stradale e sui pilastri, insomma su tutta la struttura“. Di certo lo stato incommentabile del guardrail del cavalcavia di Mestre è apparso subito un aspetto gravissimo di tutta la tragedia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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