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Covid: arriva Pirola, la nuova variante molto contagiosa

Ma non ci sono segnali che sia più patogena e o aggressiva di quelle precedenti

La variante BA.2.86 del Sars-CoV-2, il virus del Covid, ribattezzata Pirola sui social, è arrivata in Italia. È stato il team di Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), che ha isolato a Brescia la nuova variante.

Abbiamo effettuato quello che risulta essere il primo isolamento di BA.2.86 nel nostro Paese“, spiega lo specialista ad Adnkronos. Caruso è professore ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili. L’isolamento di Pirola, precisa Caruso, è avvenuto dal campione di “un paziente fragile portato alla nostra attenzione. Il sequenziamento è in corso“.

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Nuovi vaccini Covid in Italia dal mese di ottobre. Foto Twitter @fisco24_info

Covid, una variante dopo l’altra

La variante Pirola del Covidha fatto il suo ingresso in Italia e ha tutte le carte in regola per poter prendere piede e soppiantare le varianti circolanti“. In termini di “capacità di diffusione ed evasione immunitaria“, sembra avere “le caratteristiche per poter essere una variante di successo che potrebbe sostituire anche EG.5” o Eris, “attualmente dominante al 40-50%“, spiega Caruso all’Adnkronos Salute.

Assolutamente non c’è alcuna evidenza che si tratti di una variante più patogena o più aggressiva delle precedenti“, tiene a precisare lo specialista. Tuttavia, “una volta concluso il sequenziamento completo del virus isolato, attualmente in corso – sottolinea – sarà sicuramente da valutare se in questo ceppo particolare ci sono mutazioni che possono far pensare a una resistenza alla vaccinazione. Per questo stiamo procedendo con il sequenziamento virale, per valutare l’eventualità che BA.2.86 possa destare qualche preoccupazione in questo senso“.

Pirola si diffonde rapidamente

La variante Covid BA.2.86preoccupa perché ha una trentina, forse anche più, di mutazioni nella proteina Spike” che il coronavirus utilizza per ‘agganciare’ le cellule bersaglio. “Mutazioni che possono influire sulla contagiosità e quindi Pirola è assolutamente candidata a diventare prevalente”, dice all’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano. “In questa fase – spiega Pregliasco – il virus di Covid, per poter continuare la sua opera, deve in qualche modo aumentare la propria capacità diffusiva in un contesto di immunità ibrida” conferita da infezioni e vaccinazioni.

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La nuova variante del Sars-CoV-2 isolata a Brescia. Foto Twitter @LiveSicilia

E quindi queste tantissime variazioni sulla Spike facilitano senz’altro la possibilità di diffusione” di Pirola, ritiene l’esperto. “Ad oggi – ricorda – si tratta di una variante sotto osservazione, sottoposta a monitoraggio“. Una Vum (Variant under monitoring), secondo la classificazione dell’Organizzazione mondiale della sanità. “BA.2.86 è sostanzialmente, si ipotizza, una sottovariante di Omicron 2 (BA.2) – rimarca Pregliasco. In breve tempo fra luglio e agosto, “circa 11 paesi l’avevano già segnalata“.

“Ha circa 34 mutazioni” 

Finalmente la variante BA.2.86 o ‘Pirola‘ è arrivata in Italia” Osserva Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. “L’isolamento a Brescia è importante, per questa variante che ha circa 33-34 mutazioni che comprendono anche la proteina N” di Sars-CoV-2. “Una delle nostre preoccupazioni era che questa variante fosse in grado di ‘evitare’ i test antigenici. Ora, con l’isolamento a Brescia, avremo un vantaggio rispetto a questo fronte e anche su altre considerazioni“. La variante Pirola del Covid in Italia è stata isolata a Brescia “in un paziente immunocompromesso” aggiunge Ciccozzi. Adesso si punta ai nuovi vaccini, adatti a una nuova fase, ormai endemica e non più pandemica del Covid. Dovrebbero arrivare in Italia a giorni.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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