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Ucraina, gli Usa si spaccano: il Congresso è diviso sull’invio di armi

Zelensky ottiene l'appoggio di Biden per nuovi aiuti ma cresce la fronda interna al partito repubblicano

Sono giorni difficili per il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, sul fronte delle alleanze per sconfiggere la Russia. In America per partecipare all’Assemblea Generale dell’ONU, Zelensky ha incontrato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che gli ha promesso nuovi aiuti militari. Ma il Congresso è diviso. E si amplia il gruppo di deputati e senatori che non intendono varare nuovi invii di armi all’Ucraina.  

Non solo. La Polonia ha fatto sapere due giorni fa che non intende più inviare armamenti a Kiev. Negli Usa il segretario di Stato, Antony Blinken, ha annunciato per l’Ucraina un pacchetto da 325 milioni di dollari di cui 128 per assistenza alla sicurezza e 197 in armi e attrezzature.

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, affiancato dal leader della minoranza al Senato degli Stati Uniti Mitch McConnell (a destra, dietro) e dal leader della maggioranza al Senato degli Stati Uniti Chuck Schumer (a sinistra). Foto Ansa/Epa Michael Reynolds

I repubblicani contrari

Durante un incontro con i membri del gabinetto, Biden ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti, insieme ai suoi partner, nei confronti dell’Ucraina. Zelensky a sua volta ha ringraziato Biden e il popolo americano per il loro sostegno, ma prima ha fatto una visita al Congresso degli Stati Uniti. Di fronte ai rappresentanti degli americani ha spiegato che senza le armi degli Usaperderemo la guerra“. “Voi date soldi, noi diamo vite” ha detto nel suo messaggio ai senatori secondo quanto ha riportato la Cnn.

A Zelensky lo Speaker repubblicano della Camera dei Rappresentanti, Kevin McCarthy, ha detto che gli Stati Uniti saranno al fianco dell’Ucraina. Tuttavia ha fatto presente che questo è complicato perché deve fronteggiare una fronda interna al partito sempre più contraria. “Ha detto che sarà al nostro fianco, che ci sosterranno, ma non è semplice” ha dichiarato Zelensky. Riguardo agli aiuti militari di Washington, che ha annunciato un nuovo pacchetto in cui non sono però inseriti i missili a lungo raggio Atacms, Zelensky ha detto che l’Ucraina ha bisogno di questo sostegno: “Non abbiamo alternative“.

Ucraina, armi dal Canada

Il pacchetto include ulteriori munizioni di difesa anti-aereaper aiutare a rafforzare le difese aeree dell’Ucraina contro gli assalti aerei dalla Russia ora e nel prossimo inverno. Quando Mosca probabilmente rinnoverà i suoi attacchi contro le infrastrutture critiche ucraine“, ha detto Antony Blinken. “Ci saranno inoltre munizioni di artiglieria, sistemi anti-carro nonché munizioni a grappolo, che miglioreranno ulteriormente la capacità di Kiev di continuare la sua controffensiva contro le forze russe“, ha aggiunto.

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Zelensky con Biden alla Casa Bianca. Foto Ansa/Epa Julia Nikhinson

Dopo le tappe all’ONU e a Washington, Volodymyr Zelensky è arrivato in Canada per una visita a sorpresa. Ad accoglierlo all’aeroporto di Ottawa è andato il premier Justin Trudeau. “Sono ansioso di accogliere il presidente Zelensky in Canada per continuare a costruire sul nostro sostegno all’Ucraina e al popolo ucraino mentre loro lottano contro gli effetti della brutale guerra di invasione della Russia” aveva dichiarato il premier canadese. Oltre all’incontro con Trudeau è previsto un discorso di Zelensky al Parlamento canadese.

Poi il presidente ucraino si recherà a Toronto. “Il Canada rimane saldo nel sostegno al popolo ucraino che combatte per la propria sovranità e democrazia, e per i nostri valori condivisi come il rispetto dello Stato di diritto, della libertà e dell’auto-determinazione“, ha dichiarato ancora Trudeau. A fronte del sostegno canadese che continua, vacilla però, come detto, quello statunitense. E viene a mancare, sotto il profilo militare, quello polacco come ha annunciato il 20 settembre il primo ministro di Varsavia, Mateusz Morawiecki.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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