Dovrebbe svolgersi giovedì 14 settembre la nuova udienza in tribunale a carico di Khaled el Qaisi, ricercatore italo-palestinese dell’Università La Sapienza di Roma in carcere in Israele dal 31 agosto. El Qaisi, di madre italiana, era in vacanza in Palestina con la moglie, anch’essa italiana, e il figlio piccolo. Le forze di occupazione israeliane lo hanno arrestato senza accuse formali mentre stava per rientrare nel nostro Paese con la famiglia.

Una brutta vicenda che ricorda l’arresto in Egitto di Patrick Zaki, il ricercatore egiziano dell’Università di Bologna, bloccato al Cairo nel 2020, e riemerso da un calvario di processi e detenzione soltanto la scorsa estate, con il suo ritorno a Bologna.

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Khaled, cosa è successo

L’Egitto, però, è una dittatura, Israele, invece, non lo è. Perciò arresti arbitrari non dovrebbe accadere, sebbene invece accadano, soprattutto nei cosiddetti Territori Occupati a danno dei palestinesi. Per venerdì 15 settembre l’organizzazione per i diritti umani e la tutela dei prigionieri, Amnesty International, ha convocato alla Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma un’assemblea pubblica con la famiglia di Khaled el Qaisi. In particolare con la moglie, Francesca Antinucci, e con la madre, Lucia Marchetti. Oltreché con il legale, l’avvocato Flavio Albertini Rossi, a cui non è stato consentito di aver alcun contatto con il suo assistito.

Le forze dello Stato di Israele hanno arrestato il ricercatore italo-palestinese al valico con la Giordania, mentre, come detto, tornava a casa insieme con la famiglia. La magistratura di Tel Aviv sta conducendo un’inchiesta per terrorismo nell’ambito della quale muove rilievi – che non sono noti – a Khaled el Qaisi.

Le autorità italiane sono sorprese, riporta Repubblica, perché il ricercatore non ha precedenti penali né è noto alla nostra intelligence. Il Console italiano lo ha visitato in carcere ma la Farnesina attende l’esito del procedimento, in modo di decidere il da farsi. Lo scorso 7 settembre il ricercatore italo-palestinese è riapparso al tribunale di Rishon Lezion, non lontano da Tel Aviv. La corte, per motivi ignoti, ha deciso prolungare la sua detenzione fino al 14 settembre.

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La testimonianza della moglie

Drammatico il racconto dell’arresto in una lettera aperta a firma della moglie Francesca Antinucci e della madre, Lucia Marchetti. “Khaled, che ha doppia cittadinanza, italiana e palestinese, attraversava con moglie e figlio il valico di frontiera di Allenby dopo aver trascorso le vacanze con la propria famiglia a Betlemme, in Palestina. Al controllo dei bagagli e dei documenti, dopo una lunga attesa, è stato ammanettato sotto lo sguardo incredulo del figlio di 4 anni, della moglie nonché di tutti i presenti che erano in attesa di poter riprendere il proprio percorso.

Alle richieste di delucidazioni della moglie non è seguita risposta alcuna, piuttosto le hanno fatto domande per poi allontanarla col proprio figlio verso il territorio giordano, senza telefono, senza contanti né contatti, in un paese straniero. Nel tardo pomeriggio la moglie e il bambino sono riusciti a raggiungere l’Ambasciata Italiana solo grazie alla umana generosità di alcune signore palestinesi.”

Le autorità israeliane sostengono che tra giovedì 14 e venerdì15 settembre metteranno a disposizione il fascicolo d’indagine per capire l’entità delle accuse rivolte al ricercatore italiano. Khaled, traduttore e studente di Lingue e Civiltà Orientali all’Università La Sapienza di Roma, è tra i fondatori del Centro Documentazione Palestinese, associazione che mira a promuovere la cultura palestinese in Italia.