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Lampedusa, centinaia di sbarchi: più migranti che abitanti

Situazione drammatica sull'isola dove le persone arrivano senza sosta, stremate. Un neonato è morto dopo essere finito in acqua

Sono ore di sbarchi senza sosta di migranti all’Isola di Lampedusa, in Sicilia. Gli arrivi di imbarcazioni cariche di persone così come i soccorsi proseguono segnando numeri record. Nella giornata del 12 settembre ci sono stati 112 approdi per un totale di 5.112 persone sbarcate.

Dalla mezzanotte alle prime luci dell’alba del 13 settembre si sono registrati altri 23 arrivi di barche e barchini con quasi 1.000 persone. Si tratta di oltre 6mila persone nell’arco di 24 ore. Al molo di Lampedusa ci sono decine e decine di migranti, ammassati. Soccorritori e forze dell’ordine sono allo stremo delle forze. In viaggio ci sono altri barchini.

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Sono 6.792 i migranti presenti sull’isola di Lampedusa alla data del 12 settembre. Foto Ansa/Elio Desiderio

Muore un neonato

Poco dopo le 4 del mattino del 13 settembre si è consumata una tragedia. Un neonato di 5 mesi è morto dopo essere finito in acqua. La madre sarebbe una giovane minorenne della Guinea. Si trovava su una barca che si è ribaltata davanti alla costa di Lampedusa. Una motovedetta della Guardia costiera stava sopraggiungendo per trarre in salvo l’imbarcazione e trasportare a terra le 46 persone che erano a bordo. In quel momento, poco prima che arrivassero i soccorsi, la barca si è rovesciata e i migranti sono finiti in mare, compreso il bambino. La salma del piccolo è stata portata alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, mentre la mamma del neonato si trova all’hotspot di contrada Imbriacola.

Lampedusa al collasso

Gli arrivi continui hanno portato a quasi 7mila gli ospiti all’hotspot: gli abitanti dell’isola sono 6.300, ricorda su Twitter la reporter di Rainew24, Angela Caponnetto. In queste settimane molti barchini di ferro, lunghi pochi metri, inadatti e pericolosi per la navigazione, son giunti dal porto di Sfax, in Tunisia, così come dal quelli di Kerkennah e di Chebba. Dalla Libia il flusso dei migranti è diminuito mentre dalla Tunisia è cresciuto.

Le nazionalità di provenienza delle persone sono molte: tunisini, ivoriani, burkinabè (del Burkina Faso), egiziani, eritrei, ghanesi, malesi, nigeriani, liberiani e sudanesi. Secondo l’ultimo rapporto dell’agenzia europea Frontex, gli sbarchi di migranti sulle coste italiane sono aumentati del 115% negli ultimi 12 mesi. I dati del Viminale confermano che dall’inizio del 2023 sono sbarcate sulle nostre coste 100mila persone fra uomini, donne e bambini.

Bambini e ragazzi soli

A fronte degli sbarchi senza sosta a Lampedusa e non solo, in agosto l’Associazione Nazionale dei Comuni ha lamentato l’impossibilità di garantire tutele sul sistema di accoglienza di minori stranieri non accompagnati (Msna). C’è infatti un problema nel problema: fra i tanti migranti che arrivano nel nostro Paese non pochi sono bambini o ragazzi senza un adulto con loro, fuggiti dalla miseria da soli. A oggi sono oltre 23mila in Italia, in maggioranza maschi. Hanno per la maggior parte 17, 16 e 15 anni. Secondo i dati del Governo italiano, arrivano soprattutto da Egitto (5.341 minori), Ucraina (4.512), Tunisia (1.781), Guinea (1.174) e Albania (1.137).

Le Regioni che ne accolgono di più sono la Sicilia (4.621 minori, il 22,1% del totale), la Lombardia (2.764, il 13,2%), l’Emilia-Romagna (1.727, l’8,3%) e la Calabria (1.669, il 8%). I dati della Fondazione Openpolis sottolineano come siano i ragazzi e bambini egiziani i più numerosi minori soli a giungere in Italia. Tuttavia, sottolinea Openpolis.it, “i minori ucraini continuano comunque a rappresentare oltre un quinto dei minorenni stranieri che si trovano in Italia senza accompagnamento“.

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Sbarchi di migranti a Lampedusa. Foto Ansa/Concetta Rizzo

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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