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Juventus, Exor smentisce le voci di vendita: “È tutto falso”

Ma il club bianconero è in crisi finanziaria e al centro di vicende giudiziarie che potrebbero portare gli Agnelli alla cessione

La Juventus in vendita dopo 100 anni di legame con gli Agnelli? Macché. Almeno ufficialmente Exor, la holding della famiglia che controlla la società bianconera, smentisce su tutta la linea. “Le ipotesi ventilate da un quotidiano sulla cessione della Juventus sono destituite di ogni fondamento” ha affermato un portavoce della holding.

Il riferimento è al servizio sulla prima pagina del Giornale secondo cui “la Juventus è in manifesta crisi, al centro di vicende giudiziarie, con l’ex presidente traferitosi in Olanda e il club sull’orlo del collasso. Un bilancio devastato, tra perdite e debiti“. Parole dure per descrivere una situazione drammatica per un club che deve necessariamente ambire sempre al top in Italia e nel tornei di tutto il mondo. A cominciare dalla Champions League che la Juventus non riesce a tornare a vincere.

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La Juventus non è in vendita: smentita ufficiale della società. Foto Ansa

I rumors e le smentite

Secondo le indiscrezioni di stampa, dunque, per la Juventus ci sarebbe “la prospettiva, sollecitata dalla stessa famiglia, dopo un’opera di bonifica contabile, di essere messa sul mercato“. In sostanza, il club bianconero sarebbe in procinto di cambiare proprietà e soprattutto investitori. Non più gli Agnelli, direttamente e indirettamente possessori e investitori della Juventus per un secolo. Ma altri, di tutt’altro genere. La fine di un’epoca, insomma, e “l’inizio di un’altra impresa, lontano da Torino“, secondo la ricostruzione del Giornale.

Come detto, però, la proprietà bianconera ritiene priva di ogni fondamento questa ricostruzione dei destini della Juventus. Nell’articolo del Giornale si parla “di grandi manovre per preparare l’addio al club“. Si mette in evidenza che la condizione contabile della Juve. Con perdite per 240 milioni, ricavi inferiori ai 600 milioni, debiti superiori a un valore in borsa di 800 milioni. Tutti elementi economici e finanziari che pesano in modo non più sostenibile per Exor, la holding di casa Agnelli che sovraintende al ‘governo’ delle aziende di famiglia. Per questo la Juventus, scrive il Giornale, appare agli Agnelli “un asset da riequilibrare, ripulire e mettere sul mercato“. Impresa “non facile, ma non più impossibile” malgrado le ultime vicende giudiziarie che coinvolgono il club. Exor detiene il 63,8% del capitale della Juventus. La società un valore di poco meno di 800 milioni di euro.

La Juventus e gli Agnelli

Il legame della Juventus con la famiglia Agnelli, che dura in modo quasi ininterrotto dal 1923, è il primo e più duraturo sodalizio imprenditoriale-sportivo che esiste a oggi in Italia. Un sodalizio maturato nel tempo attraverso un peculiare modello gestionale. La Juventus è diventata storicamente una delle prime società sportive italiane a raggiungere uno status professionistico affermandosi a livello nazionale, e in ambito internazionale dalla metà degli anni 70.

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John Elkann, amministratore delegato di Exor. Foto Ansa/Epa Cristian Bruna

Nel decennio seguente diventò il primo club ad aver vinto tutte e 3 le maggiori competizioni europee: la Coppa Uefa (1976-1977), la Coppa delle Coppe (1983-1984) e la Coppa dei Campioni (1984-1985). Coi trionfi nella Supercoppa Uefa 1984 e nella Coppa Intercontinentale 1985 divenne inoltre il primo al mondo ad avere conquistato tutti i cinque trofei ufficiali maschili dell’Uefa allora vigenti. Si trattò di un record ulteriormente migliorato col successo nella Coppa Intertoto 1999. Si tratta, naturalmente, solo di alcuni dei numerosi successi della Juventus, a oggi la squadra con più tifosi in Italia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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