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Il Centro a pezzi, Bonetti molla Renzi: “Ticket con Calenda”

E da Forza Italia Tajani fa sapere che "Siamo noi i veri moderati, altro che Terzo Polo e renziani"

Elena Bonetti lascia Italia Viva. Nella formazione politica di Matteo Renzi la situazione non è rosea. Tutt’altro. A pochi giorni dall’annuncio del leader circa la sua candidatura con il “brandIl Centro’” alle elezioni europee del 2024, nel collegio di Milano, la ex ministra se ne va senza tanti complimenti.   

L’attuale deputata afferma in un’intervista al Corriere della Sera che “il cammino del Terzo Polo si è interrotto, ma io voglio pensare al rilancio. Che non è delimitare uno spazio in cui raccogliere adesioni per le elezioni, ma attivare un processo per far incontrare idee e tradizioni diverse“.

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Elena Bonetti. Foto Ansa/Fabio Cimaglia

Bonetti e il Terzo Polo

Elena Bonetti non rinnega il passato: “È la mia storia e la rivendico con tutte le sue ragioni. Ma voglio portarle avanti per una strada diversa da quella che ha scelto Renzi. Io penso al centro non come a uno spazio da occupare ma come a un processo di partecipazione da liberare per essere forza che superi il bipolarismo. È l’obiettivo con cui ci siamo presentati alle elezioni del 25 settembre“. Nel corso della campagna elettorale per le politiche dello scorso autunno Italia Viva e Azione avevano proposto agli elettori la prospettiva del Terzo Polo, ovvero una federazione centrista sul modello della formazione dell’Europarlamento Renew Europe.

Un partito, insomma, che si distaccasse sia dalla sinistra che dalla destra, non appoggiando né il PD né FdI. L’orizzonte di questa alternativa politica di centro, a cui anche Bonetti si richiama, avrebbe dovuto essere una nuova formazione in grado di calamitare gli scontenti sia dell’una che dell’altra coalizione, spezzando il bipolarismo fra Centrodestra e Centrosinistra. Ma come è noto le frizioni e i personalismi – soprattutto fra Carlo Calenda, il leader di Azione, e Matteo Renzi – hanno finito per far sprofondare il progetto del Terzo Polo come partito unico nato dalla fusione di Italia Viva e Azione. Un progetto in realtà abortito prima di nascere.

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Carlo Calenda (s) e Matteo Renzi. Foto Ansa/Giuseppe Lami

Ed ecco cosa farà, quindi, Elena Bonetti: “Non entro in Azione. Ma in ticket con Carlo Calenda, con il quale già lavoravo alla federazione tra Italia viva e Azione. Collaboro per la nascita di un nuovo soggetto aggregativo più ampio. Con Calenda ho già collaborato efficacemente. Ritrovo anche Mariastella Gelmini e Mara Carfagna con le quali, nel Governo Draghi, ho sperimentato un metodo che va ripreso. Sarà un lavoro di squadra“.

Il Centro di Tajani e quello di Renzi

E in merito a una sua candidatura alle elezioni europee, Bonetti sostiene che sia “davvero prematuro parlare di questo. Io ho un mandato chiaro nel gruppo parlamentare che mi auguro resti unito“. Dalle beghe interne agli ex alleati di Italia Viva e Azione, fino alle inquietudini di Forza Italia che deve reinventarsi dopo la morte di Silvio Berlusconi e distinguersi dagli alleati del Centrodestra.

Se Salvini spinge la Lega verso Le Pen, Tajani dalla kermesse dei giovani di FI in corso a Gaeta vara una linea sempre più centrista: “Non è il centro e basta come uno slogan. Noi vogliamo essere forti, non violenti, non si deve confondere un atteggiamento costruttivo, affidabile, serio, con la debolezza” ha detto il ministro degli Esteri. A chi ha chiesto al vicepremier un commento alle polemiche interne ai dem dopo le parole della segretaria Schlein alla Festa del Fatto Quotidiano sui fuoriusciti, Tajani ha risposto: “Siamo pronti ad aprire le liste di Forza Italia a persone che vogliono costruire con noi la dimora del centro, che non è ‘Il Centro’ di Matteo Renzi”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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