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Terremoto in Marocco, centinaia di vittime e di feriti

Un sisma di magnitudo 6.8 ha distrutto villaggi di montagna ma ha provocato gravi danni anche a Marrakech

Una forte scossa di terremoto, di magnitudo 6.8 della scala Richter, ha colpito la regione di Marrakech, in Marocco. Il primo bilancio del sisma è grave: sono almeno 632 i morti e 322 i feriti. I sismografi hanno registrato la scossa alle 23.11 di venerdì 8 settembre.

L’epicentro è stato localizzato al centro del paese, a 16 chilometri del villaggio Tata N’Yaaqoub, nel municipio di Ighil, 72 chilometri a sud-ovest di Marrakech. La scossa si è però percepita lungo tutta la dorsale dell’Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, Taroudant, Essaouira e Agadir. E dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat.

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Terremoto, Meloni: “Aiuto al Marocco

Il movimento ondulatorio è durato circa 30 secondi. Ingenti i danni materiali. Le autorità marocchine hanno  mobilitato le forze dell’ordine, la protezione civile e il personale medico e paramedico per predisporre un eventuale piano di emergenza. “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi a Nuova Delhi per il Vertice G20, ha appreso con dolore il tragico bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Marocco“. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. “Meloni – si spiega – ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza“.

Il bilancio del sisma è provvisorio. A essere colpite sono in particolar modo le località di montagna vicine all’epicentro. I paesi che punteggiano l’Atlante – la grande catena montuosa che si estende fino all’Algeria e alla Tunisia – sono molto poveri. Spesso non hanno collegamento internet e le case sono costruite con il caratteristico muro a pisé, realizzato in paglia, fango e sassi. Grande paura soprattutto nella medina di Marrakech, dove le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate. Hanno ceduto alcune abitazioni, nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea vicino allo storico Café de France.

I danni a Marrakech

Si segnalano danni nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a nord est. In città nuova ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Crolli di facciate a Essaouira, sull’Oceano atlantico e a Ouarzazate, nel centro Sud. In migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico. Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa. Al momento gli aeroporti sono chiusi ma dovrebbero riaprire nell’arco della giornata di sabato 9 settembre.

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Foto Twitter @InfosFrancaises

Prima di accogliere i leader al G20 di New Delhi, compresa le premier italiana Giorgia Meloni, il primo ministro indiano Narendra Modi ha espresso vicinanza al Marocco colpito dal sisma. “Sono estremamente addolorato per la perdita di vite umane a causa del terremoto” ha scritto. “In quest’ora tragica, i miei pensieri vanno al popolo del Marocco” ha aggiunto. “Condoglianze a coloro che hanno perso i loro cari. Possa chi è rimasto ferito riprendersi al più presto. L’India è pronta a offrire tutta l’assistenza possibile al Marocco in questo momento difficile“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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