Gabriele d’Annunzio: la scrittura cambiava a seconda dell’innamorata
A fornire dettagli accurati uno studio attraverso la scienza grafologica
Secondo quanto emerge da scoperte recenti, il celebre poeta italiano Gabriele d’Annunzio soleva utilizzare una scrittura diversa a seconda della destinataria della sua missiva. Questo quanto rivelato nel corso del Convegno dell’Associazione Grafologi Aternini Forensi.
L’arte di Gabriele d’Annunzio è sicuramente nota. Non solo agli esperti di letteratura ma anche a chi negli anni accademici, scolastici o professionali si è trovato a confrontarsi con gli scritti del celebre Vate nato a Pescara. Membro imprescindibile e fondamentale della letteratura del nostro Paese (e del mondo) gli studi sulla sua arte non si fermano. A tal proposito, una recente indagine grafologica ha permesso di rintracciare un aspetto molto curioso e interessante. Secondo quanto rivelato da numerosi esperti, infatti, pare che tra le tante caratteristiche uniche di D’Annunzio, ci fosse la sua capacità di cambiare la grafia a seconda del destinatario della missiva (o meglio del partner).
La grafia di Gabriele d’Annunzio
Gabriele D’Annunzio, allo stato civile Gabriele d’Annunzio, è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano. Artista simbolo del Decadentismo e famoso anche per le sue gesta nel corso della Prima Guerra Mondiale. Principe di Motenevoso, titolo che gli fu insignito dal Re Vittorio Emanuele III nel 1924, è conosciuto anche come il ‘Vate‘, ovvero “poeta sacro e profeta“. Per la sua figura controversa, a volte contestata, ma soprattutto stimata ed apprezzata dai contemporanei e dai posteri, gli studi sulla sua arte e sulla sua scrittura non si sono mai arrestati. Oggi, una nuova e interessante analisi fornisce dei dettagli particolari sulla sua grafia.
Secondo quanto emerso dal Convegno dell’Associazione Grafologi Aternini Forensi, organizzato nell’ambito del Festival Dannunziano a Pescara e dedicato alle donne che hanno ispirato l’arte del ‘Vate‘, la grafia di Gabriele d’Annunzio mutava a seconda della partner del momento. In sostanza allo stesso modo in cui cambiava la grafia delle sue amanti il poeta modificava la sua. Una sorta di “rapporto osmotico“, come scrive Ansa, che tuttavia era destinato ad esaurirsi pur essendo comunque fortemente sincero. Un’osservazione estremamente accurata e interessante possibile grazie alle relazioni grafologiche del Presidente dell’Associazione Maurizio Biondi, del Vicepresidente Andrea Di Luzio, della Professoressa Alessandra Scorcia. A cui si unisce la relazione della Dott.ssa Elsa Abrugiato e il contributo artistico-culturale della scrittrice-attrice Daniela Musini.
Tutte analisi che hanno permesso di dimostrare come la scienza grafologica sia in grado illustrare quanto l’innamoramento fosse importante per Gabriele d’Annunzio. Le tesi espresse nel corso del Convegno a Pescara, hanno permesso di esporre un assunto di base che spiegherebbe la poetica stessa del ‘Vate‘. Tale assunto asserisce che l’innamoramento rappresentasse, per d’Annunzio, non solo la fonte d’ispirazione per le tematiche affrontante nei suoi scritti, ma anche per lo stile e la grafia con i quali il ‘Vate‘ si esprimeva. Numerosi gli esempi riportati nel corso del Festival Dannunziano, tra questi una delle tante lettere che Gabriele d’Annunzio inviò alla ‘Divina‘ Eleonora Duse. In questa missiva, indirizzata all’amata attrice teatrale, il poeta modifica la sua scrittura, solitamente molto angolosa. Nella lettera alla Duse, infatti, la grafia di Gabriele d’Annunzio si fa più curva e morbida. Insomma, un’ulteriore prova della genialità del celebre ‘Vate‘.