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Scuola: libri zaini e quaderni costano troppo, l’allarme dei presidi

Una famiglia è chiamata a spendere in media 700 per figlio. Gli editori si difendono e parlano di aumenti minori a quelli del tasso di inflazione

Alla vigilia del rientro a scuola per milioni di studenti le famiglie devono fare i conti con gli aumenti dei prezzi per lo studio. L’ultimo allarme arriva dall’Associazione nazionale dei Presidi e riguarda il caro-libri. “C’è stato un aumento tra il 7 e il 15% per i rincari delle materie prime come la carta e questo pesa sulle famiglie“, fanno sapere tramite il responsabile Mario Rusconi, membro del Consiglio nazionale.

Messaggio anche per gli editori: “Facciano libri più spartani“. Secondo l’Associazione nazionale dei Presidi, gli istituti devono rivedere al rialzo i tetti di spesa per i libri di scuola e le regioni devono aumentare i bonus per le famiglie meno abbienti. Le differenze tra le regioni esistono, eccome. “Noi presidi da una parte abbiamo chiesto che si riveda il limite che la scuola non deve superare. Se alziamo il limite naturalmente sale la spesa per i genitori, ma le regioni a loro volta devono aumentare i buoni-libro per le famiglie meno abbienti, alzando l’Isee“, ha detto Rusconi.

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Foto Ansa/Claudio Peri

Il corredo e le “smanie consumistiche

La Lombardia per esempio distribuisce molti buoni libro, mentre ci sono regioni del Sud dove questo numero è molto basso. Le competenze sono regionali e bisogna adeguarle“, ha aggiunto Rusconi. Il quale ha mandato anche un messaggio agli editori: “I libri di testo siano un po’ più spartani. Servirebbe da parte loro una maggiore parsimonia per renderli meno costosi: ho visto libri in Giappone, molto spartani, su carta riciclata“. Tutte le scuole, ha spiegato, “hanno ormai le lavagne interattive multimediali, e gli insegnanti riescono a prendere molti materiali da Internet. Per cui incrementiamo le biblioteche di classe e quelle digitali“.

Il corredo scolastico è ancora più caro. E l’ultimo tassello ai costi della scuola devono metterlo le famiglie. “Il libro di testo costa caro – dice ancora Rusconi – ma il corredo scolastico è molto più caro. I genitori devono riequilibrare le smanie consumistiche dei ragazzi. Allora se si deve fare qualche sforzo lo si può fare nei riguardi della formazione culturale e non tanto delle smanie consumistiche“, ha concluso.

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Studentesse all’uscita dal loro istituto scolastico a Genova. Foto Ansa/Luca Zennaro

Scuola, libri come un salasso

Secondo le stime di Federconsumatori, per il nuovo anno scolastico che va a incominciare le famiglie spenderanno in media quasi 700 euro. Per la precisione 695 euro. È questo l’esborso medio a cui andranno incontro le famiglie che hanno un figlio che quest’anno inizierà un liceo. La cifra detta vale per dotare uno studente solamente dei libri di testo. Il calcolo di Federconsumatori include il costo standard dei volumi richiesti dalle scuole, più 4 dizionari. Se poi aggiungiamo il resto del corredo scolastico – che include zaino, astuccio, materiale di consumo vario – si possono tranquillamente raggiungere i 1.300 euro. Non andrà tanto meglio a chi comincerà la scuola media. La stima di spesa media per le prime classi, in questo caso, è di 488 euro (sempre solo per libri e dizionari). Che diventano 1.095 euro se includiamo l’intero corredo scolastico.

La replica degli editori

L’Associazione Italiana Editori (AIE), dal canto suo, rispedisce al mittente le accuse di aumenti selvaggi. E sostiene che gli editori sono riusciti a tenere i fisiologici incrementi al di sotto dei livelli dell’inflazione. “La crescita del prezzo dei libri scolastici – si legge in una nota AIE – anche nel 2023 si mantiene sotto l’inflazione. Per i testi della scuola secondaria di primo grado è pari al 3%; per quelli della scuola secondaria di secondo grado al 3,4% rispetto l’anno precedente. Nel mese di giugno 2023 l’Istat stima un incremento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) del 6,4% su base annua”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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