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La guerra dell’iPhone: vietato in Cina e in Russia ai funzionati di Stato

Pechino e Mosca temono che gli Usa adoperino la tecnologia di Apple per spiare le informazioni riservate dei loro impiegati

Fra Cina e Stati Uniti è da tempo in corso una guerra cibernetica, tanto che, secondo il Wall Street Journal, Pechino ora vieta gli iPhone ai funzionari del suo Governo quando sono al lavoro. Gli uomini di Stato cinesi non potranno adoperare neppure altro genere di dispostivi stranieri per scopi lavorativi, tanto meno potranno portarli con sé in ufficio.

La direttiva sugli iPhone, scrive il Wall Street Journal, è “l’ultimo passo della campagna di Pechino per ridurre la dipendenza dalla tecnologia straniera e per migliorare la sicurezza informatica interna“. Il provvedimento potrebbe compromettere il successo della casa di Cupertino in Cina dove domina il mercato degli smartphone di fascia alta. Non manca quindi preoccupazione alla Apple ma neppure alla Casa Bianca, dove si percepisce chiaramente che nel paese del Dragone è in corso un giro di vite e un restringimento delle libertà in nome di una sempre più stringente sicurezza di Stato.

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L’iPhone è diventato un tabù per Russia e Cina. Foto Twitter @kashifkamran200

L’iPhone in Russia

Una situazione non molto dissimile è quella che c’è in Russia. Le autorità di Mosca hanno deciso di vietare l’utilizzo di iPhone e altri prodotti Apple a causa del crescente timore di spionaggio. Il divieto riguarda migliaia di funzionari e dipendenti statali. Lo riporta il Financial Times, spiegando che il Cremlino sta intensificando la sua repressione nei confronti della società di Cupertino. “I funzionari credono veramente che gli americani possano usare le loro attrezzature per intercettazioni telefoniche“, ha detto un esperto russo di intelligence. Dallo scorso mese di luglio il ministero del commercio ha dichiarato che qualsiasi utilizzo di iPhone per “scopi di lavoro” sarà vietato. Il ministero dello sviluppo digitale e Rostec, la società statale sanzionata dai paesi occidentali per aver dato rifornimenti alla macchina da guerra russa in Ucraina, hanno affermato che seguiranno l’esempio.

Il divieto di iPhone, tablet, iPad e altri dispositivi Apple nei principali ministeri e istituzioni russe, riflette la crescente preoccupazione del Cremlino e dell’agenzia di spionaggio del Servizio di sicurezza federale. La Russia teme un aumento dell’attività di spionaggio da parte delle agenzie di intelligence statunitensi contro le istituzioni statali. Secondo Andrey Soldatov, esperto di sicurezza e servizi di intelligence russi, sono crescenti i timori che gli americani possano portare avanti attività di spionaggio attraverso la loro tecnologia. “L’FSB è da tempo preoccupato per l’uso degli iPhone per contatti professionali, ma l’amministrazione presidenziale e altri funzionari si sono opposti alle restrizioni semplicemente perché a loro questi prodotti piacevano“, ha spiegato.

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Il presidente cinese Xi Jinping (a sinistra). Foto Twitter @LennyBusker3

Alternative non all’altezza

Come riporta il Financial Times, divieti simili sono tuttavia “già in vigore o saranno presto applicati nei ministeri delle Finanze e dell’Energia e in altri organi ufficiali“. Il divieto imposto dal ministero del Commercio include la corrispondenza via e-mail relativa alle attività lavorative, ha spiegato il vice capo Vasily Osmakov, parlando di una “misura da applicare anche ad altri ministeri“. Gli specialisti del dipartimento IT segnalano quando qualcuno apre la propria e-mail di lavoro da un iPhone.

È facile da controllare. Un rappresentante di Rostec ha dichiarato che le restrizioni si applicano a tutti i dispositivi Apple. Sebbene “il loro uso per scopi personali sia ancora consentito” spiega ancora il quotidiano finanziario britannico, citando una fonte dell’intelligence. Alexey Lukatsky, infine, un veterano russo della sicurezza informatica, ha detto di avere dubbi sul fatto che i funzionari passino definitivamente all’utilizzo di dispositivi dotati di sistema operativo Aurora, di fabbricazione russa. Si tratta infatti di un sistema molto rudimentale rispetto a quello dell’iPhone, sul quale ormai ‘girano’ anche i software di Intelligenza Artificiale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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