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Africa Climate Summit, Guterres: “Voi protagonisti della rivoluzione green”

In Kenya il primo vertice sui cambiamenti climatici nel continente del futuro

È in corso a Nairobi, la capitale del Kenya, il primo Africa Climate Summit, patrocinato dalle Nazioni Unite e organizzato dall’Unione Africana. L’evento è nato con l’obbiettivo di trovare una posizione unitaria dell’Africa sulla crisi climatica e studiare un progetto di transizione energetica nel Vecchio Continente in ottica sostenibile.

Un’ottica di sviluppo, dunque, per uno dei continenti più importanti del mondo, e fra quelli con la popolazione più giovane e in crescita di tutto il nostro pianeta. Il Presidente del Kenya, William Ruto, ha dichiarato che l’obbiettivo è trasformare l’Africa nella fonte della rivoluzione mondiale dell’energia green, sfruttando un ingente afflusso di fondi e aiuti per i debiti pubblici degli Stati africani.

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Il Segretario dell’ONU Antonio Guterres (al centro). Foto Ansa/Epa Marco Longari

L’Africa e i cambiamenti climatici

Secondo l‘ONU i paesi africani, responsabili soltanto del 4% delle emissioni globali di anidride carbonica (la CO2, un elemento inquinante) sono soggetti più di altri a fenomeni meteorologici estremi. E soffrono sempre più spesso di siccità, in particolare il Sahel e il Corno d’Africa. Le stagioni secche si stanno allungando e le precipitazioni stanno diventando più intense. Tutti questi fenomeni portano a un aumento del fenomeno della desertificazione.

L’energia rinnovabile potrebbe essere il miracolo africano” ha dichiarato Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, davanti all’assemblea dell’Africa Climate Summit. L’appello è rivolto ai leader delle maggiori economie mondiali, che si riuniranno al G20 in India alla fine di questa settimana – il 9 e 10 settembre – per assumersi le proprie responsabilità nei confronti del cambiamento climatico in atto. Il Segretario Generale ha anche chiesto di avere “giustizia climatica” nei confronti dei paesi in via di sviluppo e verso le Nazioni che più subiscono gli effetti delle emissioni. Inoltre ha chiesto di fare una “correzione di rotta” nel sistema finanziario globale che possa provocare un’azione accelerata per il clima nel contesto dello sviluppo sostenibile.

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I delegati all’Africa Climate Summit di Nairobi, il primo nel suo genere. Foto Ansa/Epa Daniel Irungu

Fondamentale, per Guterres, è che “i paesi sviluppati presentino una tabella di marcia chiara e credibile per raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento entro il 2025. Come primo passo: destinare almeno la metà di tutti i finanziamenti per l’adattamento al clima. Devono inoltre mantenere la promessa di fornire 100 miliardi di dollari all’anno ai paesi in via di sviluppo per il sostegno al cambiamento. E ricostituire completamente il fondo verde per il clima insieme al fondo per le perdite e i danni“.

La dipendenza dal petrolio

Bisogna tuttavia considerare che è ancora forte la dipendenza degli Stati dell’Africa, e in generale dei paesi in via di sviluppo, dal petrolio e dal gas. Ossia dalle fonti fossili dell’energia che sta alla base delle nostre società e del loro progresso industriale e civile. Occorre dunque procedere con cautela sul percorso in direzione della  transizione energetica verso le energie rinnovabili. Uno studio del Tyndall Centre dell’Università di Manchester ha evidenziato che i paesi più poveri subiscono maggiormente i danni da un allontanamento dai combustibili fossili. E hanno maggiore probabilità di avere forti instabilità politiche al loro interno. Per queste ragioni il meeting in corso a Nairobi non ha messo al bando petrolio e gas. Il passo verso le rinnovabili è tuttavia necessario e potrebbe essere un forte stimolo per la ripartenza di molti Stati africani.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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