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Chi si nasconde dietro la crisi delle banche europee?

L'attacco speculativo a Deutsch Bank generato dagli Hedge Fund americani.

Prima la Silicon Valley negli USA, poi Credit Suisse in Svizzera, e infine una delle banche più importanti della Germania. I mercati finanziari traballano a seguito del venerdì nero di Deutsche Bank. Dalla FED alla BCE, oggi le istituzioni bancarie rassicurano sulla solidità del sistema. Ma è evidente che il repentino rialzo dei tassi di interesse sta mettendo a dura prova il sistema bancario.

E dopo decenni di “quantitative easing” e tassi a zero, ora parecchi nodi stanno venendo al pettine. Ma non solo, questi crolli inglobati nella situazione geopolitica attuale, fanno emergere anche parecchi punti interrogativi.

Crisi Deutsche Bank/ FOTO ANSA/ DAN HIMBRECHTS

Il crollo repentino avvenuto venerdì scorso delle azioni di Deutsche Bank fa molto riflettere. Perché vi sono punti in comune e differenze singolari con il caso Credit Suisse, che ci impongono una riflessione sulle possibili concause politiche alla base di questo improvviso caos finanziario in Europa. Daniel Gros, il direttore dell’Institute for European Policy Making, ha affermato al riguardo che ci si trova davanti a “crisi improvvise con origini così diverse. Che ci si chiede: dove si aprirà la prossima falla. E’ come se un nemico oscuro lavorasse dall’interno”.

Credit Suisse nel mirino del dipartimento di giustizia USA

Credit Suisse aveva accumulato negli anni una reputazione poco “dignitosa”. L’istituto svizzero aveva ricevuto recentemente una condanna penale per aver favorito il riciclaggio di un’organizzazione bulgara che trafficava droga. Ma negli anni aveva già scontato vari scandali come: proteggere ingenti depositi di dittatori e di organizzazioni criminali, come la mafia giapponese Yakuza, e aiutare società occidentali ad aggirare le sanzioni verso Iran e Sudan. Ma il dato più curioso e interessante riguardo il crollo di Credit Suisse è che poco prima delle fibrillazioni sul mercato, insieme a UBS hanno ricevuto dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti una richiesta di informazioni sui propri dipendenti, nell’ambito di un’indagine sull’aggiramento delle sanzioni alla Russia. Dove Credit Suisse, ancora a Maggio 2022, gestiva ben 33 miliardi di dollari per gli oligarchi russi. E secondo l’inchiesta li avrebbe aiutati ad eludere le sanzioni. L’esposizione della banca verso la Russia prima del crollo è solo un caso?

Chief Executive Officer (CEO) of German Commerzbank AG, Manfred Knof (R), and Chief Finance Officer (CFO), Bettina Orlopp (L)

Le banche europee nel mirino della speculazione come nel 2008

Le coincidenze del caso Deutsche Bank sono ancora più eclatanti. Negli ultimi cinque anni, con la guida di Christian Sewing, la banca tedesca era riuscita a mantenere una linea piuttosto “cauta” e a risanare i propri conti. A far registrare il crollo di venerdì scorso a detta di alcuni, sarebbe stata sopratutto la forte esposizione dell’istituto tedesco nei confronti del mercato commerciale immobiliare americano. Che avrebbe spinto gli investitori, a seguito del crollo di SVB, a puntare il dito su Deutsche Bank. Ma la realtà si è rivelata ben diversa. Il crollo è stato frutto di un’attacco speculativo congegnato da alcuni hedge fund americani.

Presidente Germania Scholz/ FOTO ANSA/ OLIVIER HOSLET

Varie testate internazionali del settore difatti evidenziano come la sera del giovedì, fondi americani abbiano scommesso a ribasso sulle azioni della banca tedesca. Come? Acquistando contemporaneamente un ingente ammontare di derivati CDS. Gli stessi strumenti finanziari sfruttati dall’alta finanza anglo-americana nel 2008 per affossare l’eurozona rispetto al dollaro. Quando si è diffuso il nervosismo nei mercati venerdì mattina, dovuto soprattutto al rifinanziamento di due piccole banche tedesche come la Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank, il prezzo dei CDS di Deutsche Bank è schizzato generando un effetto gregge che ha realizzato la crisi. E che ha trascinato giù i listini dei maggiori indici finanziari europei. 

Gli obbiettivi dell’UE in contrasto con gli USA

Il crollo di Deutsche Bank è avvenuto temporalmente poco dopo le esplicitazioni da parte dell’Alto Rappresentante della Politica estera UE, Borrell, e della presidente della commissione UE, Von Der Leyen, riguardo un possibile viaggio in Cina. Che lasciavano chiaramente intendere l’intenzione dell’Europa di voler dialogare direttamente con il Dragone per il raggiungimento di un accordo sulla pace in Ucraina. Anche in questo caso il tempismo sui mercati ha dello “straordinario”. Nel 2008 l’intento degli USA fu quello di salvaguardare il monopolio del dollaro in crisi, ai danni dell’eurozona. Oggi risultano forse scomode agli occhi degli americani, le frizioni di alcuni istituti di credito nei confronti della Russia e la possibile apertura dell’UE nei confronti della Cina?

Chiara Cavaliere

Attualità, Spettacolo e Approfondimenti

Siciliana trapiantata nella Capitale, dopo la maturità classica ha coltivato la passione per le scienze umane laureandosi in Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. Senza mai abbandonare il sogno della recitazione per cui ha collaborato con le più importanti produzioni cinematografiche italiane tra cui Lux Vide, Lotus e Italian International Film.
Si occupa di attualità e degli approfondimenti culturali e sociali di MAG Life, con incursioni video. Parla fluentemente inglese e spagnolo; la scrittura è la sua forma di attivismo sociale. Il suo mito? Oriana Fallaci.

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