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Francia: violenti scontri e feriti gravi al bacino idrico di Saint-Soline

Dopo la rabbia popolare contro la riforma delle pensioni è caos in Aquitania

La Francia attraversa una fine marzo drammatica. Oltre le manifestazioni che a Parigi come in centinaia di città si svolgono quasi quotidianamente contro la riforma delle pensioni e che non di rado degenerano in violenza, il 25 marzo si è scatenata una guerriglia nell’ovest del paese. 

Black bloc e polizia si sono fronteggiati di fronte al bacino idrico in costruzione a Sainte-Soline, nel dipartimento occidentale della Deux-Sèvres, nella regione della Nuova Aquitania. Migliaia di persone hanno sfilato in una manifestazione ecologista non autorizzata contro il progetto del bacino idrico, portato avanti da una cooperativa di agricoltori e sostenuto dallo Stato.

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Sconti e guerriglia fra manifestanti e polizia a Sainte-Soline, in Francia, il 25 marzo 2023. Foto Twitter @FranceNews24

Bilancio molto pesante

In mezzo alla maggioranza di manifestanti pacifici, comprese famiglie, non sono mancati i cosiddetti casseurs (teppisti), come anche è avvenuto a Parigi e in altre città della Francia per i cortei contro la riforma delle pensioni. Un gruppo di black bloc, perlopiù militanti anarchici, ha cominciato a lanciare oggetti contro gli agenti, che hanno risposto con i gas lacrimogeni. I feriti tra i manifestanti sarebbero decine, di cui più d’uno in gravi condizioni. Feriti almeno 16 poliziotti, uno dei quali è grave. Secondo quanto riporta su Twitter FranceNews24, “un fotoreporter del quotidiano regionale Sud Ouest è stato colpito da una molotov e da un lancio di pietre. Ha subito ustioni di secondo grado alle mani e si è ferito alla testa“.

Un lungo corteo si è messo in marcia dalla tarda mattinata di sabato 25 marzo per protestare contro la costruzione del bacino idrico. Secondo la locale prefettura erano presenti almeno 6mila manifestanti. Ma il collettivo di associazioni ambientaliste che ha organizzato la protesta Bassines non merci ha parlato di 25mila presenti.

Francia, si combatte anche sui social

Su Twitter, così come su altri social media, si è svolta una ‘guerra’ delle opposte propagande. Con video della Gendarmerie Nationale, delle organizzazioni ambientaliste, ma anche di media indipendenti. Immagini che hanno mostrato lanci di bombe molotov, pietre, colpi di mortaio e fuochi di artificio da parte dei black bloc. E poliziotti sui quad che sparano in corsa. Oltre a militanti della protesta feriti e sanguinanti.

Almeno 5 veicoli della gendarmeria sono stati incendiati. Gli scontri sono cominciati quando i manifestanti sono arrivati nei pressi del cantiere del bacino idrico. A quel punto il cordone dei poliziotti li ha bloccati. Alcuni gruppi hanno cercato di forzare il divieto d’ingresso attaccando gli agenti con spranghe di ferro.

“Torneremo stasera!”

Attorno alle 15.30 del 25 marzo, riporta Le Figaro, una parte dei manifestanti presenti a Sainte-Soline – in particolare le famiglie e gli attivisti pacifici che sventolano bandiere e cartelli – ha cominciato ad evacuare la zona. Molti hanno raccolto i rifiuti che si trovavano sulla via del ritorno. Anche gli attivisti più radicali, rimasti più a lungo, hanno cominciano a defluire. “Torniamo stasera” ha gridato un uomo bardato di nero.

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Uno dei veicoli della Gendarmeria in fiamme a Sainte-Soline. Foto Twitter @Lereporter_

Reazioni politiche in Francia

A Sainte-Soline, l’ultra sinistra e l’estrema sinistra sono di estrema violenza contro i nostri gendarmi“, ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. “Inqualificabile, insopportabile. Nessuno dovrebbe tollerare questo” ha continuato, mentre la manifestazione si stava trasformando in uno scontro. “Pieno sostegno alle nostre forze dell’ordine“. Sul suo account Twitter, Jean-Luc- Mélenchon, il capo della France Insoumise, già candidato alle elezioni presidenziali del 2022, ha invece puntato il dito contro le “violenze della polizia” a Sainte-Soline.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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