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Caso Rossi, nuova Commissione d’inchiesta a distanza di pochi mesi

A 10 anni dallo 'strano' suicidio del capo della comunicazione del Monte dei Paschi il giallo di Siena resta ancora inquietante

Dopo una prima Commissione parlamentare d’inchiesta sulla misteriosa morte di David Rossi, nella scorsa legislatura, la Camera dei deputati ha approvato l’istituzione di una seconda Commissione a soli 6 mesi di distanza. Il via libera dell’Aula è arrivato il 22 marzo all’unanimità.

David Rossi, capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, morì il 6 marzo 2013 precipitando dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni. Ufficialmente per suicidio, o comunque perché Rossi “si lasciò cadere nel vuoto“, secondo una perizia del Ris dei Carabinieri del 2022.

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David Rossi, responsabile dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, morto in circostanze misteriose nel 2013. Foto Ansa

Ma la sua famiglia non ha mai creduto a questa versione dei fatti e continua a chiedere giustizia. Rossi potrebbe essere la vittima di un omicidio o potrebbe essere stato istigato a suicidarsi? E nel caso si tratti di suicidio, come sostengono le inchieste giudiziarie, Rossi ha portato con sé segreti inconfessabili che riguardavano personaggi o operazioni spericolate della banca?

Rossi, i poteri della Commissione

Domande legittime a cui, pochi mesi fa, lo scorso settembre, una precedente Commissione parlamentare d’inchiesta, promossa da Fratelli d’Italia, aveva cercato di rispondere. Ma al momento della relazione finale il PD decise di non partecipare al voto, ricorda Claudio Bozza sul Corriere della Sera. La sintesi di quel documento? “Quasi tutti gli elementi raccolti conducono al suicidio di Rossi, ma con alcuni dubbi“. Adesso l’ok a una nuova indagine dei parlamentari.

La Commissione sul caso David Rossi, di cui faranno parte 20 deputati, procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. E ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso. Non solo. La Commissione può acquisire atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto. Acquisirà inoltre integralmente i materiali e la documentazione della precedente Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Rossi.

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Carolina Orlandi, figlia della moglie di David Rossi. Foto Twitter @redazioneiene

Le Iene e il giallo della morte

Ma perché una seconda Commissione parlamentare a 6 mesi dalla chiusura dei lavori della precedente? Durante l’ultima puntata de Le Iene, il 21 marzo, Carolina Orlandi, figlia di Antonella Tognazzi, moglie di David Rossi, ha lanciato un appello a Giorgia Meloni ed Elly Schlein. “Abbiamo diritto a una indagine seria” ha detto la Orlandi. E ha quindi chiesto alla premier, così come alla segretaria del maggior partito di opposizione di “non far spegnere i riflettori su una storia che è, sì, nostra, ma anche di tutto il Paese“.

Meloni e il caso Rossi

Ringrazio Le Iene per aver mantenuto alta l’attenzione sul caso della morte di David Rossi” ha risposto Giorgia Meloni sui social. “L’auspicio è che si possa fare piena luce sulla vicenda, per David e la sua famiglia“. Una ‘benedizione’ alla nuova commissione d’inchiesta, sebbene Meloni sembri restringere a “David e la sua famiglia” l’importanza di fare piena luce sulla vicenda, mentre Carolina Orlandi chiede verità per tutta l’Italia, perché il Monte dei Paschi di Siena è la più antica banca del mondo e ciò che la concerne non può che riguardare tutto il nostro Paese.

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Giorgia Meloni (a sin.) ed Elly Schlein. Foto Ansa

Il silenzio di Schlein

Tuttavia, Meloni almeno risponde. La nuova leader del PD, Elly Schlein, invece al momento tace sul caso David Rossi. I democratici hanno votato il via libera alla nuova Commissione, ma permane scetticismo e un’impronta di forte cautela, osserva il Corriere della Sera. Anche perché il caso riguarda Mps, la banca storicamente legata alla sinistra. “Dobbiamo cercare la verità, non una verità” ha dichiarato alla Camera il deputato del PD, Andrea Rossi, membro della nuova Commissione parlamentare. “Il lavoro prezioso di professionisti e forze dell’ordine ha comunque iniziato a mettere con chiarezza affermazioni inconfutabili“.

Caso Rossi, la situazione giudiziaria

La situazione è in evoluzione anche sul piano giudiziario oltreché politico. Lo scorso 15 marzo la procura di Genova ha chiesto l’archiviazione per i tre magistrati di Siena titolari del fascicolo sulla morte di David Rossi. I tre indagati per falso aggravato sono Nicola Marini, Aldo Natalini e Antonino Nastasi, quest’ultimo oggi procuratore a Firenze.

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Un’immagine di David Rossi precipitato dalla finestra del suo ufficio di Siena, ripresa dalle telecamere di sorveglianza. Foto Twitter @Radio1Rai

I magistrati genovesi li avevano interrogati nei mesi scorsi contestando loro la mancata verbalizzazione della perquisizione – con annessa ispezione informatica e sequestro – della stanza di Rocca Salimbeni a Siena dalla quale David Rossi precipitò il 6 marzo 2013. Per gli aggiunti Francesco Pinto e Vittorio Ranieri Miniati, i tre pm senesi avrebbero fatto “una perquisizione” e manipolato la scena, ma non ci fu alcun intento di occultare indizi o manomettere le indagini.

La ‘fuga’ del carabiniere in Tunisia

Nella richiesta di archiviazione i pm genovesi dedicano un paragrafo anche alla figura dell’allora comandante dei carabinieri Pasquale Aglieco, indagato per falsa testimonianza. Il militare ha sostenuto che il pm Nastasi rispose alla telefonata di Daniela Santanché sul cellulare di Rossi poco dopo il presunto suicidio. Aglieco si è però ‘trasferito’ ad Hammamet, in Tunisia. E “quindi non è stato a oggi ancora possibile notificargli l’invito a presentarsi per rendere l’interrogatorio“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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