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Maxi truffa sui bonus edilizi in tutta Italia: sequestrati crediti per 1,7 miliardi

La Gdf continua a scoprire dichiarazioni per lavori inesistenti e cessioni intestate a morti, nullatenenti e criminali

Da iniziale volano di un settore in crisi, l’edilizia, i vari bonus statali – dal Superbonus, all’Ecobonus al Bonus Facciate – si stanno rivelando sempre più al centro di maxi truffe. Il 22 marzo la Guardia di finanza ha sequestrato crediti d’imposta fittizi per circa 1,7 miliardi di euro: la cifra più alta di sempre.

L’indagine è partita dalla procura di Avellino e ha svelato un giro di affari illeciti messi a segno principalmente con l’Ecobonus e il Bonus Facciate. Perquisizioni a raffica si sono svolte nelle province di Napoli, Avellino, Salerno, Milano, Lodi, Torino, Pisa, Modena e Ferrara. Destinatari sono 21 indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato.

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Ponteggi su palazzi per la ristrutturazione delle facciate a Genova. Foto Ansa/Luca Zennaro

Bonus per Comuni inesistenti

A innescare l’indagine, che i magistrati di Avellino hanno delegato ai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, è stata un’analisi di rischio del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate. Dai controlli sono emersi fattori di rischio nelle comunicazioni di cessione, per esempio. Con intestazioni a persone senza fissa dimora, decedute e oppure con precedenti penali.

Si è scoperto, inoltre, che per usufruire dei bonus alcuni indagati avevano inoltrato istanze anche per immobili inesistenti, senza fatture, o con importi “incoerenti“. Gli investigatori hanno accertato che in 2mila casi i lavori si sarebbero dovuti realizzare addirittura in Comuni inesistenti. I lavori dichiarati per i quali gli indagati hanno inoltrato richieste di bonus avrebbero avuto un costo di circa 2,8 miliardi di euro.

Crediti sequestrati

I sequestri per contrastare le truffe sui bonus, uno preventivo emesso dal gip e un altro d’urgenza della procura di Avellino – hanno di fatto impedito che si potessero utilizzare i crediti in compensazione, o monetizzarli presso gli intermediari finanziari. La rete di soggetti identificati, inoltre, negli ultimi mesi, quotidianamente e anche dopo l’introduzione delle norme tese a contrastare le frodi, ha inviato all’Agenzia delle entrate un elevatissimo numero di comunicazioni di cessione connotate da fattori di rischio.

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Militari della Guardia di finanza. Foto Ansa/Gdf

Per i bonus 120 miliardi

Fino a oggi in due anni e mezzo da quando il Governo Conte ha varato il decreto Rilancio – quello del Superbonus – lo Stato italiano, quindi i cittadini che pagano le tasse, ha speso circa 120 miliardi di euro in bonus per l’edilizia. A riferire il dato è l’Espresso. La mole di denaro ‘incagliato’ o disperso, bloccato o perduto è molto notevole. Le frodi che le forze dell’ordine hanno scoperto sono complesse, raffinate e reiterate senza sosta. La Guardia di Finanza ne ha scovate decine ovunque in Italia.

Truffe anche sulle stalle

Per 15 mesi, dal 2020, si calcolano truffe per un valore di 3,7 miliardi di euro. Un dato che è assolutamente parziale. E che non include la maxi truffa che i finanzieri di Avellino hanno scoperchiato in queste ore, del valore, come detto, di 1,7 miliardi di euro. Fra le truffe sui bonus che sono emerse finora, anche quelle che a Roma hanno visto crediti di imposta falsi per un miliardo di euro. Un imprenditore titolare di due società, riporta l’Espresso, in due settimane è riuscito a emettere fatture per un imponibile di diverse centinaia di milioni di euro. Il tutto per lavori non realizzati. E comunque su immobili di basso valore catastale come le stalle.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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