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Big tech, i ‘boss’ licenziano a raffica: dopo Facebook, tocca ad Amazon e Yahoo

La società di Jeff Bezos manda a casa 9mila dipendenti. Yahoo Italia vuole tagliare il 90% dei posti di lavoro

Proseguono mese dopo mese, nel settore delle big tech, i tagli ai posti di lavoro. È un’emorragia che non si arresta un attimo e, se la scorsa settimana era stata a Meta ad annunciare 10mila licenziamenti (che si aggiungono agli 11mila del novembre 2022), lunedì 20 marzo è toccato ad Amazon.

L’azienda di Seattle ha annunciato un nuovo taglio di 9mila persone. I licenziamenti seguono un precedente ciclo di drastiche riduzioni delle posizioni lavorative cominciato a novembre, che ha interessato più di 18mila dipendenti.

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Lauren Sanchez e Jeff Bezos, il capo di Amazon. Foto Ansa/Epa

Tech, settore in crisi

Ad annunciarlo agli addetti della società tech di e-commerce è stato l’amministratore delegato Andy Jassy, come anticipato dall’emittente americana Cnbc. “Vi scrivo per condividere che intendiamo eliminare altre 9.000 posizioni nelle prossime settimane. Questa è una decisione difficile ma che riteniamo sia per il bene della società nel lungo termine“, si legge nella laconica comunicazione di Jassy.

Nel frattempo, come detto, Meta – la casa madre di Facebook – ha annunciato il taglio di altri 10mila dipendenti. La notizia è arrivata attraverso una nota che la stessa società tech di Mark Zuckerberg ha diffuso. “Nei prossimi mesi“, si legge nel comunicato, i leader di Meta “annunceranno un piano di ristrutturazione, cancellando i progetti a bassa priorità. E riducendo il tasso delle assunzioni“. “Ho preso la difficile decisione“, ha detto Zuckerberg in prima persona, “di ridurre ulteriormente la dimensione del nostro team che si occupa della selezione e del reclutamento del personale“.

Meta, via il 13% della forza lavoro

Sarà difficile” ha affermato, usando un aggettivo – “difficile” – che evidentemente ricorre nel gergo con cui a un certo punto le big tech mandano i lavoratori a casa lasciandoli senza sicurezze. “Significherà salutare colleghi di talento che sono stati parte del nostro successo” ha aggiunto il fondatore di Facebook. Zuckerberg ha quindi precisato che Meta chiuderà anche altre 5mila posizioni aperte per le quali non ci sono assunzioni. Il nuovo robusto taglio di personale segue quello messo in atto dall’azienda a novembre 2022, quando la società aveva tagliato 11mila lavoratori, pari al 13% dell’allora forza lavoro.

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Mark Zuckerberg, Ceo di Meta, la casa madre di Facebook. Foto Ansa/Meta

Yahoo Italia al capolinea

Intanto anche Yahoo è pronta a licenziare il 90% dei suoi dipendenti in Italia. Lo si apprende da fonti sindacali, secondo cui Oath Italy, società che rappresenta Yahoo, avrebbe già avviato la procedura che annuncia 19 esuberi su 21 dipendenti. Il taglio dovrebbe riguardare i lavoratori delle sedi di Milano e Roma come conseguenza del più ampio piano di licenziamenti annunciato dalla società a febbraio, allo scopo di ridurre del 20% la sua forza lavoro globale. Yahoo, dunque, di fatto va ad azzerare la sua presenza in Italia, sulla scia di quanto preannunciato da Meta, che lo scorso 10 novembre aveva annunciato il licenziamento di 22 dei 130 dipendenti italiani.

Sul sito di Yahoo Italia, nel frattempo, era già comparso un messaggio. “A partire dal 31 gennaio 2023 Yahoo Italia non pubblicherà più contenuti“. Mentre “altri servizi, come Yahoo Mail e Yahoo Search, non sono interessati da tali modifiche”. Un segnale inequivocabile del fatto che l’azienda stesse rimodulando la propria presenza nel nostro Paese, fino sostanzialmente a ridurla quasi a zero. Almeno in termini di lavoratori dipendenti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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