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Festa della donna, Mattarella: “Vera libertà è quella condivisa da donne e uomini”

Ma l'8 marzo è stato funestato dall'ennesimo femminicidio, questa volta in Calabria, dove un'ucraina di 35 anni è stata assassinata

L’8 marzo, festa della donna, si è celebrato al Quirinale e nelle piazze di molte città d’Italia in un clima aggravato dall’ennesimo femminicidio. Un’ucraina di 35 anni è stata uccisa a Rosarno (Reggio Calabria) nell’appartamento in cui viveva con il compagno, anche lui ucraino.

Le forze dell’ordine hanno fermato l’uomo nelle tarda serata del 7 marzo: lo sospettano di essere l’autore dell’omicidio. A ritrovare il corpo senza vita della donna è stato il proprietario dell’appartamento in cui la vittima e il suo compagno vivevano. Un primo esame del medico legale ha evidenziato sul corpo della 35enne molti segni di violenza e di colluttazioni, anche non attuali ma passate.

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale per la festa della donna 2023. Foto Twitter @Quirinale

Mattarella e la festa della donna

A fronte di tutto questo, si sono svolte al Quirinale le celebrazioni per l’8 marzo, festa della donna. Vi hanno partecipato anche l’attivista iraniana residente in Italia, Pegah Tashakkori, e Frozan Nawabi, diplomatica e giurista afghana. Fra gli ospiti in prima fila assieme al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e numerosi rappresentanti del mondo delle istituzioni.

Abbiamo visto filmati, ascoltato letture e testimonianze dirette” ha esordito il presidente Mattarella. “Ci consentono di ribadire che l’8 marzo non è, come a volte si sente ripetere, la festa della donna, o delle donne, ma un’occasione, preziosa, per fare il punto sulla condizione femminile nel nostro Paese, in Europa e nel mondo“. “La strada per il raggiungimento di una parità effettiva – costituita con pienezza da diritti e da opportunità – è ancora lunga e presenta tuttora difficoltà. Ma vi si aggiunge la certezza che questa strada va percorsa con il massimo di determinazione e di rapidità. Perché dalla condizione generale della donna, in ogni parte del mondo, dipende la qualità della vita e il futuro stesso di ogni società” ha detto ancora Mattarella. “Non può esservi vera libertà se non è condivisa dalle donne e dagli uomini“.

In questi decenni la Repubblica ha fatto enormi progressi” ha quindi sottolineato Mattarella. “Abbiamo in carica la prima donna alla guida del Governo, una donna alla presidenza della Consulta, per la prima volta una donna a capo della magistratura. Ma certe mentalità sono ancora presenti“, ha detto il Capo dello Stato. “Va detto no alla sopraffazione, ai conflitti, all’odio, alla violenza. Occorre promuovere e lavorare per affermare il diritto internazionale, il multilateralismo, la collaborazione, il dialogo. Anche su questo fronte le donne sono preziose e determinate costruttrici di pace, di tolleranza, di amicizia, di equilibrio e di libertà. C’è un forte legame tra la libertà della donna e la speranza. Buon 8 marzo a tutte le donne, in Italia e nel mondo“.

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La mimosa, simbolo della festa della donna a ogni 8 marzo. Foto Ansa/Gianluigi Basilietti

Le parole di Giorgia Meloni

Oggi provo emozione e tanta responsabilità“. Così Giorgia Meloni ha risposto a chi le domandava cosa provasse a essere il primo premier donna a partecipare alle celebrazioni per l’8 marzo al Quirinale. “Visti i temi di cui si è parlato oggi, le parole che abbiamo sentito negli interventi di stamattina ci richiamano a essere intransigenti nei nostri ruoli“, ha aggiunto.

Al Quirinale anche la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, già presidente del Senato nella passata legislatura. “Quante giovani madri sono costrette da regimi liberticidi e oppressivi ad abbandonare la propria terra e a mettersi nelle mani di trafficanti senza scrupoli, pur di dare un futuro ai propri figli?” ha detto. “Appena pochi giorni fa, tante di queste donne sono annegate al largo delle coste della Calabria. L’hanno chiamata la ‘strage dei genitori’, una tragedia immane che ferisce i nostri cuori e interroga e tormenta le nostre coscienze“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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