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Ucraina, fra Putin e Kiev tensione sempre più forte attorno alla Moldavia

Mosca accusa Zelensky di preparare un'azione militare in Transnistria ma Chisinau lo smentisce. Appello NATO alla Cina: "Non armate la Russia"

La guerra in Ucraina dura ormai da un anno e aumentano i segnali che possa aggravarsi. La tensione cresce non soltanto fra Mosca e Kiev ma anche fra la Russia e la NATO. Putin minaccia la Moldavia e tuona che è in corso “una battaglia ai nostri confini storici“.

All’Assemblea generale delle Nazioni Unite il ministro ucraino Kuleba accusa Mosca di genocidio. Replica la Russia: “La bozza di risoluzione ONU non aiuta la fine del conflitto, l’Occidente è pronto a far piombare il mondo negli abissi della guerra“. Cresce intnato l’attesa per il discorso che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, terrà il 24 febbraio, a un anno esatto dall’invasione del suo paese da parte delle truppe di Mosca.

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Vladimir Putin al concerto patriottico allo stadio Lushniki di Mosca, il 22 febbraio 2023. Foto Ansa/Ufficio stampa del Cremlino

“L’Ucraina non invade la Moldavia”

Il presidente Usa, Joe Biden ha dichiarato da Varsavia: “Non credo che Putin stia per usare l’arma nucleare“. Ma intanto il suo omologo russo, in un video in occasione della Giornata del Difensore della Patria, fa sapere che potenzierà l’armamento nucleare. E la Moldavia ha smentito le affermazioni della Russia secondo cui l’Ucraina starebbe pianificando un’azione militare contro la Transnistria, regione separatista filo-Mosca. Lo riporta la Cnn.

Le autorità statali non confermano le informazioni diffuse questa mattina dal Ministero della Difesa russo“, si legge in un messaggio sul canale Telegram ufficiale del governo moldavo. “Invitiamo alla calma e invitiamo la popolazione a seguire le fonti ufficiali e credibili della Repubblica di Moldavia. Le nostre istituzioni collaborano con i partner stranieri e in caso di pericolo per il paese informeranno il pubblico senza indugio“.

La versione russa

Kiev sta preparando una provocazione armata contro la Transnistria” aveva affermato il ministero russo su Telegram, citato da Ria Novosti. “Secondo le informazioni disponibili, nel prossimo futuro il regime dell’Ucraina sta preparando una provocazione armata contro la Transnistria che sarà condotta dalle Forze Armate ucraine, anche con il coinvolgimento della formazione Azov“, ha dichiarato il ministero. “Come pretesto per l’invasione, Kiev ha in programma di organizzare una offensiva dal territorio della Transnistria. I sabotatori indosseranno uniformi militari russe“, ha detto il dipartimento.

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Il presidente cinese Xi Jinping dà il benvenuto a Pechino al presidente iraniano Ebrahim Raisi, il 14 febbraio 2023. Foto Ansa/Epa/Xinhua/Yan Yan

La Cina contro l’Ucraina?

Da Bruxelles, invece, si fa appello alla Cina. Ci sono “alcuni segnali“, afferma il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, che Pechino avrebbe piani per supportare la Russia nella guerra in Ucraina. La Cinadesista” dai suoi piani che, appoggiando una guerra illegale, costituirebbero una violazione del diritto internazionale, dice Stoltenberg.

Dal canto suo Vladimir Putin ha annunciato che la Russia darà particolare enfasi al potenziamento dell’arsenale nucleare. Si va dunque verso una gravissima escalation militare in Ucraina? Non è ancora detto ma Putin avrebbe fatto testare il missile balistico intercontinentale Sarmat, detto Satana II, nel giorno in cui Biden è arrivato a Kiev, il 20 febbraio. Il presidente russo ha affermato che i sistemi missilistici russi di punta – basati sui Sarmat, armati con missili balistici intercontinentali orbitali a propellente liquido in grado di trasportare cariche nucleari – entreranno in servizio quest’anno. Anche le consegne dei missili ipersonici Zirkon a bordo delle navi inizieranno nel 2023. Il mondo va verso un brutale riarmo, i continui appelli di papa Francesco per la pace appaiono una voce che grida nel deserto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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