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Attacco hacker contro l’Italia il giorno dopo la visita di Meloni in Ucraina

Lo ha rivendicato il gruppo filorusso NoName 057(16): colpiti i siti della Farnesina, della Difesa e dei carabinieri

Italia di nuovo sotto attacco hacker: un gruppo di pirati informatici russi ha rivendicato una massiccia aggressione il 22 febbraio. Sei attacchi, ad altrettanti siti di istituzioni e aziende italiane, quelli che si sono verificati.

Il gruppo, denominato NoName 057(16), ha detto di aver cominciato l’offensiva come reazione alla visita del 21 febbraio di Giorgia Meloni in Ucraina. I siti attaccati sarebbero quello dei Carabinieri, del ministero degli Esteri e della Difesa. Ma anche quelli di società come la banca Bper e la società utility A2a.

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Hacker filorussi hanno attaccato siti istituzionali e aziendali italiani. Foto Twitter @Libero_official

Hacker, la rivendicazione

Effettivamente i siti istituzionali che gli hacker hanno colpito hanno avuto a tratti problemi di accesso nella giornata del 22 febbraio. Mentre nessun problema particolarmente rilevante si è riscontrato finora sui siti delle aziende che sarebbero stati vittima dei pirati informatici filo-Putin.

La rivendicazione è arrivata in mattinata sui canali Telegram del gruppo. Gli hacker hanno poi continuato a condividere messaggi, fornendo dettagli di nuovi attacchi e annunciandone altri nelle prossime ore. Si tratta di attacchi Ddos – Denial of service attack – riporta Repubblica, che avvengono tramite un’offensiva coordinata di decine di migliaia di tentativi di accesso a dei siti simultaneamente. L’obiettivo di queste azioni così intense è quello di far collassare i server che supportano le strutture prese di mira. Un attacco di per sé non complicato da porre in atto che al tempo stesso può rivelarsi molto potente.

“L’orso russo schiaccia l’Italia”

Per rivendicare gli attacchi i pirati informatici di NoName 057(16) hanno scritto sul proprio canale Telegram che “l’Italia fornirà all’Ucraina il sesto pacchetto di assistenza militare, che includerà tre tipi di sistemi di difesa aerea“. Gli hacker hanno quindi condiviso sulla piattaforma tutti i messaggi con l’immagine di un orso, chiaro riferimento alla Russia, che assesta una zampata alla bandiera italiana.

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Per la prima volta l’Italia è stata presa di mira dal gruppo hacker No Name, vicino alla Russia

Come ha detto il primo ministro italiano Giorgia Meloni durante una conferenza stampa a Kiev, si parla dei sistemi anticarro SAMP-T, Skyguard e Spike. Oggi continueremo il nostro affascinante viaggio attraverso l’Italia russofoba” è scritto ancora sul canale Telegram del gruppo hacker. Ogni messaggio si chiude con una frase in russo: “Verso la nostra vittoria“, calcando la ‘Z’, lettera divenuta celebre perché con essa i russi hanno marchiato i tank con cui hanno invaso l’Ucraina.

Gli hacker e la cyberguerra

NoName 057(16) è tra i gruppi russi più attivi nella cyberguerra che affianca il conflitto in Ucraina, ricorda Repubblica. Il gruppo è stato creato un anno fa, a marzo 2022, poco dopo l’ingresso dei carri armati russi in Ucraina. Si è reso subito protagonista di una serie di attacchi contro enti governativi e infrastrutture critiche a Kiev e non solo. In particolare Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Norvegia e Finlandia. È la prima volta, adesso, che gli hacker prendono di mira l’Italia. Anche se non è la prima volta che il nostro Paese finisce nel mirino dei pirati informatici filorussi. Lo scorso anno il gruppo Killnet aveva reso temporaneamente inservibile il sito del Senato, della Difesa e degli Esteri in un attacco del tutto simile a quello che gli hacker di No Name hanno sferrato il 22 febbraio 2023, a quasi un anno dall’invasione dell’Ucraina da parte russa.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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