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Jimmy Carter, cure palliative per il presidente americano Nobel per la Pace

Commozione negli Usa dove tanti lo ricordano difensore dei diritti umani che in anni recenti prendeva voli di linea salutando i passeggeri uno a uno

L’ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, 98 anni, ha cominciato le cure palliative a casa. Lo riferisce la sua fondazione secondo quanto riportano i media americani.

L’organizzazione benefica creata dall’ex presidente 98enne ha dichiarato che, dopo una serie di brevi ricoveri in ospedale, Carterha deciso di trascorrere il tempo che gli resta a casa con la sua famiglia e di ricevere cure palliative invece di ulteriori interventi medici“.

Jimmy Carte Joe Biden Casa Bianca
Fotografia autografata di Jimmy Carter con Joe Biden, Studio Ovale. Foto Twitter @BeschlossDC

Carter, presidente una sola volta

Il Carter Center ha anche fatto sapere che la famiglia ringrazia per la vicinanza manifestata dai suoi molti ammiratori e chiede il rispetto della privacy in questo momento. In un video su Twitter, accessibile dal link che riportiamo sotto, si vede l’ex presidente degli Stati Uniti viaggiare su un normale aereo di linea e salutare, uno a uno, cordialmente ricambiato, i passeggeri compagni di viaggio.

Otto anni fa, nel 2015, Carter aveva affrontato un intervento chirurgico proprio per eliminare un tumore al fegato. Il 39º presidente degli Stati uniti, una delle personalità più in vista del Partito Democratico americano, fu eletto alla Casa Bianca nel 1976. Divenne presidente dopo aver sconfitto alle elezioni Gerald Ford nel 1976. Ricandidatosi nel 1980, non riuscì a battere Ronald Reagan.

Carter ha festeggiato il suo più recente compleanno in ottobre con la famiglia e gli amici a Plains, la piccola città della Georgia dove lui e sua moglie, Rosalynn, sono nati negli anni tra la Prima guerra mondiale e la Grande Depressione. Il nipote Jason ha scritto su Twitter di “aver incontrato i suoi nonni ieri” e che “sono sereni“. “Come sempre la loro casa è piena di amore“. Jason Carter, ex senatore della Georgia, ha ringraziato “tutti per le parole affettuose“.

Gli accordi di Camp David

Prima di entrare in politica, Jimmy Carter è stato coltivatore di arachidi e tenente della Marina degli Stati Uniti, ricorda La Voce di new York. Poi l’incarico di governatore della Georgia, fino ad arrivare alla Casa Bianca dal 1977 al 1981. L’ex presidente è stato a lungo promotore della difesa dei diritti umani. La sua mediazione degli accordi di Camp David con il presidente egiziano Anwar Sadat e il primo ministro israeliano Menachem Begin nel 1978 rimane al centro della sua eredità politica.

Carter con Sadat (a sinistra) e Begin (a destra) nel 1978 per gli accordi di pace di Camp David. Foto Twitter @mcbridetd

Dopo la sua presidenza, Carter ha fondato il Carter Center insieme alla moglie Rosalynn, nella speranza di promuovere la pace e la salute nel mondo. Nel corso degli anni, il Carter Center ha lavorato per promuovere la democrazia, monitorando le elezioni all’estero e cercando di ridurre il disagio nei paesi in via di sviluppo. Carter stesso è stato a lungo un volontario di Habitat for Humanity. Nel 2002 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno a favore della pace in tutto il mondo. Ha sconfitto un cancro al cervello nel 2015, ma nel 2019 ha dovuto affrontare una serie di problemi di salute e si è quindi sottoposto a un intervento chirurgico. Da allora si è ripreso, ma i problemi di salute lo hanno costretto ad abbandonare la tradizione decennale di insegnare alla scuola domenicale della Maranatha Baptist Church in Georgia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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