Il via libera del Governo Meloni alla riforma Calderoli sull’Autonomia differenziata, arrivato fra gli applausi dei ministri, sta determinando la ribellione dei presidenti di varie regioni, soprattutto quelle meridionali. 

Per il ministro leghista degli Affari regionali, Roberto Calderoli, non sono ore tranquille. “Con il disegno di legge quadro sull’autonomia puntiamo a costruire un’Italia più unita, più forte e più coesa” dice invece la premier, Giorgia Meloni.

Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Autonomia, Calderoli: “Giorno storico

Il Governo – afferma Meloni – avvia un percorso per superare i divari che oggi esistono tra i territori e garantire a tutti i cittadini, e in ogni parte d’Italia, gli stessi diritti e lo stesso livello di servizi“. Esulta il ministro Calderoli: “Col via libera in Cdm inizia ufficialmente il percorso del disegno di legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata, è un giorno storico!“.

Si dividono invece i governatori delle regioni. Quelli di Centrosinistra, sia al Nord che al Sud, si scagliano contro la riforma dell’Autonomia differenziata. E adesso, dopo il varo del ddl da parte del Governo, Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna), Vincenzo De Luca (Campania) e Michele Emiliano (Puglia), criticano più aspramente di prima la riforma Calderoli. Sul fronte opposto i presidenti di Centrodestra, come Attilio Fontana (Lombardia), Luca Zaia (Veneto), Alberto Cirio (Piemonte) e Donatella Tesei (Umbria) sostengono l’iniziativa.

Bonaccini: “Riforma irricevibile

Immediata la replica del governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “La bozza Calderoli sull’autonomia differenziata approvata in Consiglio dei ministri è irricevibile. Noi siamo pronti alla mobilitazione perché non è stata condivisa con la Conferenza delle Regioni, cosa clamorosa e incredibile. E perché è un’Autonomia differenziata che non tiene conto delle nostre proposte e va nella direzione di spaccare il Paese“.

Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna. Foto Twitter/Bonaccini

Cos’è l’Autonomia differenziata

La riforma dell’Autonomia che porta il nome del ministro Calderoli comprende i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep): diritti civili e sociali, e quindi servizi, che si devono garantire in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Lo dice la Costituzione, ma i Lep non sono mai stati definiti. Una volta decisi i Lep si stabiliranno i “costi e fabbisogni standard”. Ad esempio, quanto deve costare alla sanità pubblica una siringa: oggi i prezzi variano, e anche di molto, da regione a regione.

Il fondo perequativo

Se ne è discusso per mesi, nelle riunioni tra il ministro Calderoli e le Regioni. I governatori del Sud hanno preteso che nella riforma dell’Autonomia differenziata si inserisse il fondo perequativo. Obiettivo: ripartire equamente le risorse dello Stato fra tutti i territori, al fine di evitare che le già pesanti disuguaglianze fra Nord e Sud si aggravino in futuro.

Il voto delle Camere sull’Autonomia

Prima dell’intesa finale fra Stato e Regioni sui poteri delegati per l’Autonomia differenziata ci dovrà essere un voto di indirizzo di Camera e Senato. Per il ministro Roberto Calderoli, le intese con le regioni vanno gestite dal Governo in carica che, per tutto l’iter della trattativa, non fa altro che recepire pareri non vincolanti. Nelle ultime bozze il coinvolgimento dei parlamentari era limitato a un passaggio nelle commissioni competenti di Camera e Senato. Con le modifiche varate già prima del Consiglio dei ministri ci sarà invece un voto in plenaria a Montecitorio come a Palazzo Madama.