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Gina Lollobrigida, addio alla “Bersagliera” del cinema italiano: morta a 95 anni

L'icona del cinema nostrano si è spenta nella propria abitazione romana, dopo l'infortunio riportato negli ultimi mesi

Grande lutto nel mondo del cinema: si è spenta Gina Lollobrigida, icona del cinema italiano, all’età di 95 anni. Dopo l’infortunio riportato al femore, al seguito di una caduta nella propria abitazione romana, la diva era stata ricoverata per essere operata.

Gina Lollobrigida è morta all’età di 95 anni. Tra le personalità più note del cinema italiano, è stata una delle interpreti più celebri degli Anni Cinquanta e Sessanta. Procace e mediterranea, dal fascino senza tempo e dal carattere deciso, Luigia Lollobrigida, conosciuta anche semplicemente come la Lollo ha contribuito a scrivere la storia del grande schermo nostrano. Dotata di gran talento e di una bellezza in grado di far “sembrare Marilyn Monroe simile a Shirley Temple“, come ha affermato Humphrey Bogart, ha esordito al cinema nel 1946, in un piccolo ruolo in Aquila nera, di Riccardo Freda. Da lì in poi, l’interprete di Subiaco si è cimentata in un gran numero di ruoli, dimostrando negli anni successivi notevoli doti drammatiche.

Gina Lollobrigida a Domenica in su Rai1 intervistata da Mara Venier, Roma, 21 novembre 2021. ANSA/ RAI1
Gina Lollobrigida a Domenica in su Rai1 intervistata da Mara Venier, Roma, 21 novembre 2021. ANSA/ RAI1

Gina Lollobrigida, addio all’eterna icona del grande schermo: gli inizi

L’approdo al grande schermo, per Gina Lollobrigida, è avvenuto per puro caso. Da sempre appassionata di arti figurative, inizialmente, nel 1944, si era iscritta all’Istituto di belle arti ma, per pagarsi gli studi, cominciò a posare per i fotoromanzi con lo pseudonimo di Diana Loris. Nel 1947 si lasciò convincere a partecipare al concorso di Miss Roma: pur non avendo un vestito adatto, si classificò seconda arrivando alle finali di Miss Italia, a Stresa, toccando il terzo posto, dietro a Lucia Bosè e Gianna Maria Canale. Ben presto, però, anche il cinema si accorse di lei e del suo fascino magnetico. Il 1950 segnò per l’icona originaria di Subiaco l’approdo a Hollywood, dopo aver accettato l’incontro con Howard Hughes. Ma, non appena seppe di dover essere chiusa in una gabbia dorata, tornò in Europa, dove proseguì la sua carriera, ricca di grandi successi.

Nota per essersi “fatta da sola” senza l’ausilio di una figura maschile al suo fianco, Gina Lollobrigida è stata un’icona grazie ai suoi indimenticabili ruoli, concentrati soprattutto tra gli Anni Cinquanta e Sessanta. Nel 1953, divenne nota nei panni della Bersagliera al fianco di Vittorio De Sica in uno dei capisaldi del neorealismo cosiddetto “rosa”: Pane, amore e fantasia, di Luigi Comencini (1953). Per la sua interpretazione ha ricevuto il Nastro d’Argento, venendo inoltre candidata al BAFTA. Il ruolo le spianò la strada, permettendole di cimentarsi in diverse produzioni, anche internazionali.

I grandi successi e l’inizio di una nuova carriera

Nello stesso anno in cui ha rivestito i panni della Bersagliera ha affiancato anche Humphrey Bogart e Jennifer Jones in Il tesoro dell’Africa, di John Huston. Ma è nel 1956, al fianco di Vittorio Gassmann, che ha regalato al grande pubblico una delle sue interpretazioni più memorabili ne La donna più bella del mondo, film biografico su Lina Cavalieri. La pellicola la rese la prima interprete in assoluto ad essere insignita del David di Donatello come Miglior Attrice Protagonista, nella prima edizione del 1956. Gli anni successivi furono segnati da numerosi altri successi, come Trapezio al fianco di Burt Lancaster e Tony Curtis; Sacro e profano di John Sturges, con Frank Sinatra e Steve McQueen e Torna a settembre, con Rock Hudson e Sandra Dee, grazie al quale vinse il Golden Globe come Miglior Attrice nel mondo.

Gina Lollobrigida (EPA/MIKE NELSON) - VelvetMag
Gina Lollobrigida (EPA/MIKE NELSON) – VelvetMag

Sempre più lanciata nel panorama internazionale, Gina Lollobrigida ha vinto altri due David di Donatello, rispettivamente per Venere imperiale – nei panni di Paolina Bonaparte – Buonasera, signora Campbell, nel 1968. Quest’ultimo le permise, inoltre, di ricevere una candidatura al Golden Globe come Miglior Attrice in un Film commedia o musicale. A partire dagli Anni Settanta, dopo Peccato mortale di Francisco Rovira Beleta, si allontanò dal grande schermo, inaugurando parallelamente una nuova fase della sua carriera.

Non solo cinema: la sconfinata carriera di Gina Lollobrigida e le controversie

Nonostante gli ingaggi non le mancassero di certo, Gina Lollobrigida decise di allentare la presa e di dedicarsi, in particolare, alla fotografia e al reportage. Tra le personalità da lei ritratte si segnalano: Paul Newman; Salvador Dalì; Ella Fitzgerald e Audrey Hepburn. Si rese anche nota per essere riuscita ad intervistare Fidel Castro. La diva di Subiaco si cimentò, inoltre, anche nella scultura. Ripropose in alcuni suoi lavori la figura di Marilyn Monroe, con cui fu legata da una profonda amicizia, come lei stessa ha ricordato.

Sul pianto sentimentale, Gina Lollobrigida è stata sposata dal 1949 al 1971 con il medico sloveno Milko Skofic, dal quale ha avuto nel 1957 il suo unico figlio, Andrea Milko. Ha risieduto in una grande villa sull’Appia antica, a Roma, dove di recente è stata vittima della rottura al femore che l’ha costretta al ricovero in ospedale. Negli ultimi anni è stata nota anche per la lunga controversia legale con l’imprenditore spagnolo Javier Rigau, di oltre trent’anni più giovane di lei. Con lui sarebbe stata fidanzata sin dal 1976 (a detta di Rigau stesso). La diva ha difatti dichiarato di essersi sposata con l’inganno attraverso falsa procura. Ciononostante, in sede di processo, lo spagnolo sarebbe stato assolto.

Con la scomparsa della diva di Subiaco se ne va una delle più importanti testimonianze del cinema italiano. Il cinema della Resistenza, delle macerie neorealiste e della rinascita dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Un cinema irripetibile che passa attraverso il volto eterno di Gina Lollobrigida.

Lorenzo Cosimi

Cinema e tv

Romano, dopo la laurea triennale in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre, si è poi specializzato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza. Ha conseguito il titolo con lode, grazie a una tesi in Teorie del cinema e dell’audiovisivo sulle diverse modalità rappresentative di serial killer realmente esistiti. Appassionato di cinema, con una predilezione per l’horror nelle sue molteplici sfaccettature, è alla ricerca costante di film e serie tv da aggiungere all’interminabile lista dei “must”. Si dedica alla produzione seriale televisiva con incursioni sui social.

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