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Gianluca Vialli è morto. Addio campione!

Se ne va a soli 58 anni un calciatore e dirigente della Nazionale che ha lasciato il segno anche sotto il profilo umano nel calcio

Addio a Gianluca Vialli. Dopo Sinisa Mihajlovic e Pelé, un altro grande del calcio è morto. A pochi giorni dal Natale le condizioni del dirigente della Nazionale si erano aggravate e i parenti stretti erano volati a Londra.

Da tempo Vialli risiedeva nelle capitale inglese e era stato di nuovo ricoverato. Lottava da 5 anni contro un tumore al pancreas.

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Gianluca Vialli. Foto Ansa/Epa Laurence Griffiths

Vialli, la nota della famiglia

La famiglia di Vialli ha confermato la notizia della morte in un comunicato. “Con incommensurabile tristezza annunciamo la scomparsa di Gianluca Vialli” fanno sapere. “Circondato dalla sua famiglia è spirato la notte scorsa dopo cinque anni di malattia affrontata con coraggio e dignità. Ringraziamo i tanti che l’hanno sostenuto negli anni con il loro affetto. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori“.

Nato a Cremona il 9 luglio 1964, aveva 58 anni. La notizia della sua scomparsa è arrivata nella mattinata di oggi 6 gennaio, poco dopo le 10. Il 14 dicembre l’ex attaccante della Nazionale aveva lasciato il ruolo di capo delegazione degli Azzurri con un messaggio. “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri” aveva detto. “L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio“.

L’aggravarsi della malattia

In passato Vialli parlò, a proposito della sua malattia, come di un “ospite indesiderato” e di un “compagno di viaggio che avrei evitato volentieri“. Meno di un mese fa, come detto, l’annuncio dello stop agli impegni con la Federcalcio e con la Nazionale, proprio per il suo stato di salute. A Londra il nuovo ricovero, nella clinica dove il campione aveva già sostenuto due cicli di chemioterapia. La madre Maria Teresa, di 87 anni, era partita il 17 dicembre da Cremona, la città di origine della famiglia, per l’Inghilterra. Un segnale della delicatezza del momento che l’ex campione azzurro attraversava.

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Gianluca Vialli e Roberto Mancini (a sinistra) al Torino film festival, il 26 novembre 2022. Foto Ansa/Alessandro Di Marco

Mancini e Mihajlovic

Fra i compagni e amici storicamente più importanti per Gianluca Vialli c’è il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini, che il 19 dicembre è stata una delle 4 persone che hanno portato a spalla la bara di un altro grande ex calciatore: Sinisa Mihajlovic. Come è noto, l’ex allenatore del Bologna è scomparso il 16 dicembre per le conseguenze di una leucemia mieloide acuta contro cui combatteva da 3 anni.

Vialli, lo sport è in lutto

Sono profondamente addolorato – ha dichiarato il presidente della Figc, Gabriele Gravinaho sperato fino all’ultimo che riuscisse a compiere un altro miracolo. Eppure mi conforta la certezza che quello che ha fatto per il calcio italiano e la maglia azzurra non sarà mai dimenticato. Senza giri di parole: Gianluca era una splendida persona e lascia un vuoto incolmabile, in Nazionale e in tutti coloro che ne hanno apprezzato le straordinarie qualità umane“. E la Juventus sui canali social pubblica la foto con Vialli che alza la Coppa dei Campioni vinta nel 1996 a Roma, dopo il trionfo ai rigori nella finale contro l’Ajax. “Ciao Luca“, il messaggio della Sampdoria, che condivide su Twitter l’immagine di Vialli esultante dopo un goal.

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Vialli ai tempi della Sampdoria, con cui vinse lo storico scudetto del campionato 1990/1991. Foto Twitter @sampdoria

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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